Il dicastero per i laici, la famiglia e la vita

blog tommaso turi

Istituito da Papa Francesco con  Motu proprio
del 15 agosto 2016 

Papa Francesco ha istituito il dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Al nuovo organismo – il cui statuto era già stato approvato  ad experimentum dal Pontefice lo scorso 4 giugno -  saranno trasferite dal 1° settembre competenze e funzioni  finora appartenute ai Pontifici Consgli per i laici e per la famiglia. A disporlo è la lettera apostolica in forma di motuproprio Sedula Mater datata 15 agosto. Il testi è stati reso noto nella mattina di mercoledì 17 insieme con la nomina del prefetto, del nuovo dicastero, affidato da Francesco al vescovo statunitense Kevin Joseph  Farrel, che dal 2007 era alla guisa della diocesi di Dallas.Il Papa ha anche nominato monsignor Vincenzoi Paglia presidente della Pontificia accademia per la vita – che opererà in collegamento col nuovo dicastero – e gran cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, affidandone l’incarico di preside a monsignor Pierangelo Sequeri” (Redazione, L’Osservatore  Romano, 17-18 agosto 2016, 1).

La nota della Redazione del quotidiano politico-religioso della Città del Vaticano, in sostanza, dice tutto, in modo chiaro e distinto (cf ivi, 8). La funzione specifica del nuovo organismo della Curia Romana è esplicitata, però,  nel chirografo del Papa inviato all’arcivescovo Paglia dove viene detto che lo scopo del dicastero è quello di approfondire e diffondere il magistero della Chiesa sulla vocazione e missione dei fedeli laici nella Chiesa e nel mondo, sulla famiglia e  sulla vita: magistero da confrontare con le sfide della cultura contemporanea. L’essenzialità e la qualità sembrano essere le due cifre caratteristiche del nuovo volto del Dicastero che, dal punto di vista strettamente teologico, possiamo serenamente chiamare Dicastero della laicità.

Laicità che non è disgiunta dalla missione (cf Congar, 1967) poiché, nella Chiesa, ogni vocazione cristiana ha una natura missionaria e apostolica (cf Apostolicam actuositatem n,2). Questa natura missionaria e messianica del popolo di Dio non può essere, comunque, applicativa ma perfezionativa della legittima autonomia delle realtà terrene o create (cf Gaudium et spes n.36): quest’autonomia è relativa e non assoluta poiché tutto il creato dipende sempre da Dio e non è mai indipendente da Dio.

La laicità è, di conseguenza,  un valore universale che, sul piano della ragionevolezza, è capace di unire i laici cristiani ai laici non cristiani, i laici cattolici ai laici non cattolici, e così via: i laici spirituali, secolari e pastorali non sono più ecclesiali dei laici impegnati a servizio della società e della vita pubblica. Lungo questo versante, la laicità distingue per unire e non per separare, cerca un punto comune di ragione con tutti coloro che danno il primato del pensare sull’agire e dell’agire sull’agonismo aetico: laicità è salvare la persona umana e simultaneamente edificare l’umana società (cf Gaudium et spes n,3). Laicità è, inoltre, desacralizzare la realtà poiché con l’umanizzazione di Dio l’uomo si è divinizzato; con l’incarnazione del Verbo  eterno di Dio, ogni uomo è stato assunto nell’orbita della redenzione, che suppone ed eleva l’orbita della creazione.

La condizione secolare dei fedeli laici trova nell’istituto matrimoniale la sua pienezza laicale. Per definizione il sacramento del matrimonio è il sacramento della laicità cristiana poiché esso presuppone ed enfatizza il matrimonio naturale e/o civile. L’amore donato e ricevuto, procreato e atteso, educato e civile è la ragione fondazionale di ogni società coniugale, plasmata dall’ontologia di grazia soprannaturale della creazione e della redenzione.

La vita umana, infine, è laica poiché è comune ad ogni creatura, fatta a immagine di Dio (cf Gen 1,27): dal momento del concepimento fino alla morte naturale, la vita umana, allora, non è negoziabile, per nessuno. Essa è di Dio e non dell’uomo e della donna. Ciò che è sacra non è la vita umana ma la coscienza morale, non a caso definita il sacrario dell’uomo (cf Gaudium et spes n.16)-

Su questa dottrina conciliare, il nuovo organismo della Curia Romana non può tentennare perché le sfide della cultura contemporanea sono sfide schiuse dallo stesso Spirito del Risorto affinché i cristiani laici, le famiglie di Dio e le vite gratuite possano convivere con le pietre di scarto dell’odiernità: pietre che sono la presenza visibile del Dio invisibile, Padre, Figlio e Consolatore e Misericordioso.-

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