Senso dello Stato e degli Stati Uniti d’Europa

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Ricordo di Carlo Azeglio Ciampi 

Carlo Azeglio Ciampi nasce a Livorno il 9 dicembre 1920 e muore a Roma il 16 settembre 2016, all’età di 95 anni. Traversa l’esperienza tragica del Fascismo, della Resistenza e della Ricostruzione repubblicana: ricostruzione materiale e morale pilotata, grazie agli aiuti americani, dalla gigantesca figura carismatica di Alcide De Gasperi di cui condivide, tra l’altro, il gradualismo istituzionale dell’assetto macrosociale e continentale dell’Europa dei popoli. Dopo la fine della repubblica dei partiti politici (Scoppola), Ciampi salva l’Italia dalla  bancarotta economico- finanziaria mentre da Governatore della Banca d’Italia s’inventa la concertazione tra i diversi poteri dello Stato sociale di diritto: poteri autonomi ma non indipendenti, come lo Stato e la Chiesa in Italia. Da 10° Presidente della Repubblica Italiana (1999-2006) introduce nei bronchi del Paese l’ossigeno vitale del patriottismo costituzionale e sostanziale, virtuoso e solidale: patriottismo non populista ma popolare, democratico, sobrio, non chiassoso, fine, sublime,  attrattivo e contagioso.

Il profilo morale e valoriale della politica di Ciampi è ambientato nella democrazia repubblicana, ispirata dall’operaismo mazziniano e dalle sue nuove versioni della società in profonda e veloce trasformazione economica e produttiva.  La vera democrazia – che Moro avrebbe chiamato compiuta – non è né soltanto liberale né soltanto sociale ma è autenticamente repubblicana poiché essa trova la sua fonte sorgiva  nella destinazione universale dei  beni creati, materiali e immateriali. Fonte ontologica che è chiamata ad alimentare ogni famiglia naturale e ogni famiglia di famiglie territoriali e nazionali.

Il Partito d’Azione (1943-1947) – lumeggiato, soprattutto, da Guido Calogero – gli sembra essere il veicolo nazionale e civile per attuare la libertà nella giustizia e la giustizia nella libertà: qui, gli echi eufonici coi liberalsocialisti e coi cattolici liberali sono evidenti. Ciampi non conosce bene il cattolicesimo democratico di Sturzo e di De Gasperi tant’è che egli si ferma alla libertà umana e non entra, invece, nella verità della vocazione storica e trascendente dell’uomo. Comunque, la lungimiranza politica di Ciampi – paragonabile, forse, soltanto a quella di Dossetti – è nitida e linda: dopo il secondo conflitto mondiale è necessario un nuovo ordine planetario, promosso dagli Stati Uniti d’Europa.

L’impegno policentrico non impedisce a Ciampi di laurearsi, nel 1941, alla Normale di Pisa, con una tesi in Filologia classica e letteratura greca: complice è Franca Pilla, futura moglie (1946) che, nel 1945-1946, lo invoglia a prendersi una seconda laurea in Giurisprudenza con la tesi La libertà delle minoranze religiose nel diritto ecclesiastico italiano. Tesi riproposta, a Bologna, nel 2009, con commento di autorevoli studiosi di diritto ecclesiastico e di diritto costituzionale.

Dall’insegnamento livornese presso il Liceo Classico “Niccolini e Guerrazzi” alla chiamata alla Banca d’Italia passano pochi anni: alla fine degli anni ’70 del ‘900 Ciampi è nominato Governatore. Da questa posizione apicale concorre a stemperare le asperità delle prime avvisaglie della personalizzazione della politica: ed è qui, che, egli, in un modo o nell’altro, comincia a dare maturità e visibilità al suo originale senso dello Stato: senso che riposa sul primato della morale sul diritto,  sul primato del diritto sulla politica e sul primato della politica sull’economia. La trascrizione pratica di questi primati poggia, inoltre, sul primato della dignità umana sugli altri valori, sul primato della gerarchia delle verità sugli altri princìpi   generali e sul primato della Costituzione sulle leggi ordinarie dello Stato di diritto.

Su queste basi ideali e morali, l’Europa di Ciampi è un cantiere aperto: Weber avrebbe detto che l’Europa è in continuo statu nascenti. Per istituzionalizzarsi, l’Europa ha bisogno, quindi, di più Stato e di  meno mercato, di più cittadini collaborativi  e di meno cittadini competitivi. L’Europa del domani ha bisogno di un’anima etica e solidale, di piu palazzi di carne, di pane e di pace: istruire l’Europa con istituzioni finanziarie di pace civile è ormai un atto dovuto. Nella prospettiva della globalizzzaione possibile saranno i paesi poveri, infatti, a salvare i paesi ricchi (Sen).

La pace universale è possibile se i cittadini e le istituzioni europee diventeranno  realtà calde (Ruffilli) e non tiepide (Papa Ratzinger). Per questi motivi, palpitanti di vita vissuta, in prima persona, la pace nella visione di Ciampi coincide con la pacificazione delle coscienze: pacificazione disseminata in ogni angolo del mondo dal Santo Padre, polacco, Giovanni Paolo II. Ancora una volta, anche per l’Europa, la rivoluzione o sarà morale o non sarà (Maritain, ecc.) L’affermazione, la tutela e la promozione dei diritti umani; la connessione tra l’ ecologia umanistica, l’ecologia ambientale e l’ecologia integrale; l’eccellenza della libertà di coscienza, della libertà religiosa e della libertà politica. Ecco,  le tre vie dell’utopia concreta della Casa Comune in Europa, sognata da Spinelli, da La Pira, da Moro e dai Padri Fondatori degli Stati Uniti del Primo Mondo.-

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