Martino Trisolini ''Voto Renzi perchè parla di un PD inclusivo e aperto''

11-30-Matteo-RenziNOCI (Bari) - Di seguito l'appello al voto per domenica 2 dicembre 2012 a favore del candidato Pierluigi Bersani da parte del dott. Martino Trisolini, ex-segretario del PD locale. Il ballottaggio per le primarie del centro sinistra si svolgerà nei locali adiacenti alla chiesa dei Cappuccini dalle 8.00 alle 20.00.

 

 

Appello al voto per Matteo Renzi

di Martino Trisolini

 

Voto Renzi perché…..è tornato a parlare di quel progetto di Partito Democratico che venne partorito nel 2007 al Lingotto di Torino, quando Walter Veltroni immaginò un partito inclusivo, aperto, un partito a vocazione maggioritaria: un partito che avesse l’ambizione di rappresentare non solo un segmento di società, quello del lavoro dipendente, ma anche i settori più dinamici della società italiana, da sempre ritenuti ostili dalla sinistra.
Un’ambizione presto persa per strada, segno di paura per un progetto così grande, ma allo stesso tempo avvincente, segno di conservatorismo e predilezione verso meccanismi che garantiscono rendite di posizione e non certo il rischio di un’impresa. Ma il conservatorismo e la paura, a mio avviso, sono antitetici ai valori della sinistra.
Mi si deve spiegare infatti, perché dovremmo nuovamente affidarci a chi non è stato in grado, negli anni in cui è stato al governo, di fare una legge sul conflitto di interessi, di dare concreta attuazione ad una seria normativa sui diritti civili, di preoccuparsi dei cosiddetti lavoratori atipici, per niente garantiti e tutelati rispetto ai detentori di un posto fisso, di compiere scelte concrete sulla riduzione dei costi della politica, di avere un po’ di chiarezza circa le alleanze. Perché fidarsi di chi ha gestito l’abbandono di un progetto politico di grande ambizione e respiro quale era il Pd nella sua forma originaria?
Matteo Renzi ha oggi la concreta possibilità di portare nuovi elettori a votare per il Pd: secondo uno studio del Prof. D’Alimonte esiste una platea di 14 milioni di elettori indipendenti, che decidono, di volta in volta, se votare per il centrodestra o per il centrosinistra, in relazione all’offerta politica del momento. Ebbene, tutte le rilevazioni dicono che Matteo Renzi, più di ogni altro leader politico, risulterebbe attrattivo per questa ampia fascia di elettori. Invece l’attuale dirigenza del Pd preferisce costringere il nostro partito nel perimetro del suo classico elettorato, ed appaltare ad altre forze politiche ( Udc – Montezemolo), la rappresentanza di tali elettori. Per poi andare ad inciuciare con loro una volta al Governo.
Lo dico con franchezza e spero che nessuno si offenda: c’è una parte del nostro Partito Democratico che è profondamente conservatore, che è ancorato a vuote parole d’ordine del passato, che è così intriso di ideologia al punto di definire addirittura di destra chi, nel suo stesso partito, osa non aderire a quei clichè.
C’è chi guarda ostinatamente al passato e chi volge lo sguardo al futuro.
Un Leader non può avere paura: se per votare a delle semplici primarie ci hanno fatto firmare diversi moduli cartacei, se uno ha paura delle registrazioni online, come farà a domani a rinnovare la burocrazia puntando sulla digitalizzazione?
Se un Leader ha paura della partecipazione al secondo turno, trattando come infiltrati ed indesiderati coloro che per una ragione o per l’altra non hanno potuto votare al primo turno, come potrà domani chiedere loro sostegno per le elezioni politche?
Se uno ha paura del voto dei sedicenni, come farà domani a cambiare la scuola?
Quello di domenica è un referendum sul futuro: Bersani ha l’esperienza, Renzi rappresenta la speranza.
Bersani cura le radici. Renzi vuole volare. Ed io con lui.



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