Il senatore Donato Bruno ''Il PDL vince in Puglia grazie a Berlusconi e Fitto''

03-04-donato-bruno-senatoreNOCI (Bari) - Incontrare il neo senatore Donato Bruno nel comitato elettorale di via Pio XII a Noci, in un piovoso sabato pomeriggio post votazioni, significa incontrare un uomo sorridente e sereno per la vittoria in Puglia del PDL che ha assegnato 11 seggi a Palazzo Madama, tra cui il suo e quello dell'ex sindaco Liuzzi. Un traguardo cercato, ma difficilmente pronosticabile alla vigilia.

Bruno è un avvocato romano 64enne, nocese di orgine, che ha collaborato prima con il Berlusconi imprenditore e poi dal 1996 con il Berlusconi politico in Forza Italia e nel PDL. Dalla XIII legislatura fino all'ultima appena conclusa ha ricoperto il ruolo di Deputato, risultando nell'ultima legislatura anche il più produttivo e presente in aula.  Ha sempre avuto un ruolo di primo piano nel PDL nocese e pugliese delineandone equilibri e prospettive. 

Senatore Bruno, dal 4 al 25 febbraio, in poco più di 20 giorni si è materializzata la rimonta del PDL in Puglia, così come auspicato da Berlusconi, anche se rispetto al 2008 c’è stata una flessione negativa del 40%: da che cosa è dipesa questa affermazione?

«Tutto è iniziato quando Berlusconi ha detto che riscendeva in campo. Eravamo al 12-13% e da quel momento è iniziato un percorso in salita del PDL con un risultato che alla fine lascia un po' l'amaro in bocca perchè la differenza alla Camera per 120.000 voti, in effetti, è risibile. Però, devo dire, va rispettato il voto degli elettori e quindi è giusto che il Pd si assuma l'onere e l'onore di dettare la linea. Noi abbiamo avuto due tipi di svolta: una dovuta principalmente a Berlusconi e l'altra la considero legata alla data del 13 febbraio, perchè anche lì i sondaggi sono incominciati a schizzare quando a seguito della condanna in primo grado del Presidente Fitto, lo stesso anzichè rimanere traumatizzato, però sicuramente lo sarà rimasto ...ma non fiaccato, ha avuto una reazione così forte che io l'ho visto impegnato ogni giorno in 7-8 comuni e veramente ha dato il massimo di sè. Noi credo cha abbiamo fatto quello che era doveroso fare, però non ascriverei questa vittoria così importante per il nostro partito in Puglia se non a queste due persone in massima parte». 

Quattro volte onorevole ed ora senatore, parlamentare più ricco e più produttivo: quale altro primato la attende in questa XVII legislatura?

«Ma, guardi, io voglio continuare a fare il lavoro se i cittadini hanno apprezzato, al di là del tipo di legge elettorale, che io debba stare in Parlamento. Io credo che ognuno debba farsi un esame di coscienza e capire che nel Parlamento si deve lavorare. Io ho sempre ritenuto che, a parte il piacere e la fortuna che si ha di rappresentare il popolo italiano in quell'alta istituzione, io credo che il minimo che si possa fare è: a) la presenza; b) mettere la propria professionalità a disposizione; c) lavorare sodo. Solo così cerchi di migliorare qualcosa. E' chiaro che il comparto a cui io mi sono dedicato è un comparto che attiene più alle riforme in materia costituzionale».

C'è qualche provvedimento che dal 1996 ad oggi, visto il suo ruolo attivo in Parlamento in questi anni, dal suo punto di vista rappresenta una grande attesa non concretizzata? 

«Io devo dire la verità: il lavoro più grosso che è stato fatto anche quando presiedevo la commissione affari costituzionali dal 2001 al 2006 fu la riforma costituzionale della parte seconda. Noi avevamo previsto la riduzione del numero dei parlamentari, l'eliminazione del Senato così  come oggi è strutturato, un percorso legislativo diverso da quello che oggi purtroppo è. Purtroppo il referendum ha fatto si che questo non diventasse legge effettiva, legge vivente».

E' questo il suo più grande cruccio?

«Sì perchè l'ambizione era stata quella di mettere in un unico provvedimento tutta la modifica che alla fine ha riguardato ben 55 articoli della Costituzione. Forse, con il senno del poi, se avessimo diviso le modifiche in più provvedimenti, con ogni probabilità qualcuno dei referendum, che eventualmente sarebbero stati proposti, forse sarebbe stato salvato». 

E qual è il provvedimento che in questi anni l'ha gratificata di più perchè è andato in porto? 

«Guardi sono talmente tanti... per esempio la modifica le norme sulle pari opportunità. Noi non avevamo nella Costituzione i principi che poi abbiamo inserito che sono di poco conto, se vogliamo, sotto il profilo della corposità, ma certamente di alto significato. Questo ha poi comportato la presenza del mondo femminile nei consigli di amministrazione, nelle liste, ecc. Quello, debbo dire, è stato un provvedimento che ha gratificato tutto il Parlamento e che poi è stato votato all'unanimità. Ecco, è bello quando nel Parlamento, al di là delle diversità che esistono, arriva qualche provvedimento che è condiviso non da tutti tutti tutti, ma diciamo dall'85% di coloro che siedono in Parlamento. E' capitato più volte che provvedimenti che riguardavano la commissione affari costituzionali abbiamo avuto questo consenso».

A Noci, nonostante siano diminuiti i voti del 10% al Senato rispetto alle Politiche del 2008 e del 15% alla Camera sempre rispetto alle Politiche del 2008, il PDL è primo partito: come se lo spiega?

«Il dato di Noci è identico ai comuni limitrofi.Tenga conto che noi il 7 gennaio 2013 avevamo come dato nazionale il 19% per il PDL. Quindi tanto è stato fatto ed i cittadini hanno rivisto la loro posizione soprattutto in quella fascia di cittadini che dichiaravano o che non andavano a votare o che ancora erano indecisi su quale coalizione attestarsi. Quindi aver convinto, insisto, soprattutto Berlusconi, poi Fitto ed in minima parte anche noi, tanta gente ad andare a votare e a votare per noi mi pare un risultato importante che non riguarda solo Noci, ma che riguarda la Puglia nella sua interezza»

Lei che ha fatto campagna elettorale sul territorio, fra la gente, cosa pensa del risultato elettorale del Movimento 5 Stelle a Noci ed in generale in Italia? Se lo aspettava?

«Io avevo previsto che il Movimento 5 Stelle si attestasse a livello nazionale intorno al 20%. Il fatto di aver convinto ancora un altro 5%, e le piazze lo hanno dimostrato, di elettori, dove ogni punto percentuale significa 400.000 voti e quindi stiamo parlando di altri 2.000.000 di voti nell'ultima settimana... devo dire che ha fatto uno sforzo enorme. Il fenomeno di Grillo e del Movimento 5 Stelle è un fenomeno che deve essere ben analizzato. Non è vero che fanno parte esclusivamente solo coloro che sono delusi, incazzati... non credo... c'è proprio tanta, tanta gente che ha votato Grillo perchè vuole un cambiamento. Forse neppure nel senso che indica Grillo, però vogliono un cambiamento. Io credo che abbiano voluto suonare la campana per far sì che, se ne hanno la capacità, i partiti tradizionali ritornano a fare la politica con la P maiuscola. E sono convinto anche che il fenomeno di Grillo è un fenomeno che non si arresterà a breve»

Visto l'incerto risultato elettorale italiano e la delicata fase economica del paese, come garantire ora, a suo avviso, la governabilità? Governissimo PD-PDL? Governo PD-M5S? Oppure immediate nuove elezioni?

«No guardi le spiego. Credo che nuove elezioni non sono nella testa di coloro che hanno ottenuto in Parlamento il 75% dei voti. E quando parlo del 75% parlo di PD, PDL e Monti. Confido e credo in un ruolo fondamentale del Presidente della Repubblica il quale dovrà necessariamente sentire i leaders di queste 3 coalizioni e far dire loro qual è un programma minimo su cui vi può essere la convergenza. Ivi compresi i problemi di natura economica, fiscale, riforme costituzionali e riforma della legge elettorale. Io credo che su questo bisogna che si apra un dialogo e che se si dovesse trovare il consenso queste tre forze responsabilmente, anche per dare una risposta politica agli elettori, devono fare tutte un passo indietro, la campagna elettorale è finita, e pensare al bene del paese»

Quindi una ipotesi di governo di larghe intese?

«Attenzione, non è che prima si forma il Governo e poi si discute. Io ho la sensazione che questa volta si discute ante sul programma che si intende utile per il paese e poi... chi ci sta ci sta»

E il Movimento 5 Stelle andrebbe all'opposizione?

«Ho paura di sì. Si è messo già all'opposizione. Non è oggi nel loro DNA governare».

Tre senatori per un comune di 19.447 abitanti sono sicuramente un record nazionale. Possono diventare anche una occasione di crescita per il territorio? E quali iniziative legislative potrebbero, a suo parere, migliorare la vita dei nocesi, dei pugliesi e dell'intero mezzogiorno?

«Con l'introduzione dell'articolo 117 della Costituzione abbiamo devoluto una serie di materie alla legislazione regionale e ci siamo riservati una serie di materie a livello nazionale. Quindi illudere e dire che il Parlamentare è nella condizione di legiferare per quel comune o per quel territorio limitato è dire una cosa inesatta. Certo, mettere all'attenzione i problemi del Mezzogiorno, i problemi che la Puglia ha (turismo, agricoltura, piccola e media impresa) ecco lì io credo che tre senatori insieme agli altri che sono stati eletti potranno farsi promotori di quelle iniziative che sappiamo essere utili per il nostro territorio». 

 

Politiche 2013

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