Anna Grazia Recchia tra Parigi, Londra e Malta

12 22 anna grazia recchiaNOCI (Bari) – Parigi, Londra e oggi Malta. Anna Grazia Recchia ha vissuto cercando la sua strada in molte città, lavorando, viaggiando e perfezionando la sua conoscenza delle lingue straniere. È entrata in contatto con realtà diverse tra loro che le hanno permesso di maturare innumerevoli esperienze. Un percorso quindi che oltre ad aver notevolmente inciso sul suo curriculum vitae, ha arricchito la sua stessa personalità, rendendola una donna, una mamma, un'amica, una figlia e una compagna il cui principale desiderio è quello di crescere e di coltivare con amore e dedizione i suoi interessi senza dover trascurare mai i suoi veri affetti.

La tua esperienza professionale inizia a Parigi, a Disneyland. Come è nata questa insolita opportunità e quale il ruolo ricoperto in questo anno?

A quel tempo ero ancora una studentessa della facoltà di Lingue e Letterature straniere all'Università di Bari; studiavo francese e tedesco. Semplicemente mi capitò di vedere un annuncio per dei contratti a tempo determinato a Disneyland Paris e pensai che potesse essere una buona opportunità per migliorare il mio francese. Ho sempre sostenuto che il modo di studiare le lingue in Italia è troppo teorico e che un anno all'estero dovrebbe essere obbligatorio per chi studia lingue. Ero cassiera in uno dei punti ristoro del parco. Fu un'esperienza facile e positiva: era la prima volta che mi allontanavo da casa, mi innamorai di Parigi e cominciai a capire che Noci mi stava un po' stretta. Avevo tanta voglia di restare ma dovevo tornare a Noci, e dopo un anno così fu.

Da Parigi a Noci e da qui ancora in viaggio verso Londra. Un lungo periodo fatto di partenze e ritorni...

Dopo essere tornata a Noci iniziai a lavorare come receptionist al Valentino Village a Castellaneta ma avevo un contratto stagionale e gli inverni liberi. Cominciai a trascorrere gli inverni a Londra dove avevo amici. Mi resi subito conto del fatto che Londra mi piaceva ancora più di quanto mi piacesse Parigi, ma il mio inglese a quel tempo non era per niente buono e quindi dovevo accontentarmi di lavoretti da cameriera e roba del genere. Fra il 2002 e il 2004 ho vissuto a metà fra Noci e Londra, ma trasferirsi 2 volte all'anno cominciava a farsi pesante.

Nel 2004 si fa viva l'esigenza di fissare le radici e la volontà di fermarti a Londra. Per quali ragioni la tua preferenza è ricaduta su Londra e non sul nostro Paese?

Per puro e semplice piacere personale. Adoravo Londra e l'adoro ancora oggi: è il posto più bello in cui ho vissuto e l'ho dovuta lasciare molto a malincuore. Di Londra mi piace la multietnicità, il fatto che sia una città vivace dal punto di vista culturale, un posto dove sicuramente non ci si annoia mai. Non dico che sia un posto facile da vivere, anzi! Non avevo responsabilità e avevo la libertà di decidere. Fra Noci e Londra la scelta mi sembrò facile. Il mio inglese stava migliorando e diventai receptionist in un hotel al centro di Londra dove restai a lavorare per 3 anni circa per poi cambiare completamente professione e lavorare come responsabile del servizio clienti in una compagnia internazionale il cui ufficio europeo ha sede a Londra.

Da circa 3 anni hai deciso di dedicarti a tempo pieno alla tua famiglia: una scelta volontaria o piuttosto dovuta all'assenza di valide opportunità?

Nè l'una nè l'altra: durante il congedo di maternità dopo aver avuto il mio primo bambino la compagnia per cui lavoravo dovette ridurre il personale e purtroppo persi il lavoro. Avrei voluto tornare a lavorare ma nel frattempo mi ero trasferita vicino Oxford per stare più vicino alla famiglia del mio compagno per via del bambino e le opportunità di lavoro in quell'area erano ridotte rispetto a Londra. Dopo un anno rimasi nuovamente incinta. Negli ultimi 3 anni ho comunque avuto dei lavori a tempo determinato di diversi tipi e un lavoro part time da svolgere a casa molto interessante che ho dovuto lasciare per via del trasferimento a Malta.

Circa 6 mesi fa un nuovo trasferimento: Malta. Quali effetti hanno avuto sulla tua vita personale e professionale questi numerosi spostamenti?

Il fatto di aver viaggiato molto e di essermi dovuta confrontare con culture diverse mi ha sicuramente fatto crescere dal punto di vista personale, mi ha aperto a modi diversi di vedere le cose e di vivere la mia vita. Certo ha comportato anche il fatto di dover lasciare alle spalle amici e gente cara, il che non è facile né piacevole. È stato positivo anche sicuramente dal punto di vista professionale: parlo 3 lingue correttamente e una un po' meno meglio e ho avuto la possibilità di fare esperienze lavorative molto diverse. Ho un curriculum di cui vado fiera che in Italia sicuramente non avrei avuto modo di sviluppare.

Dopo tre anni di "sosta", oggi il tuo desiderio è quello di riaffermarti sotto il profilo professionale. Se volgi lo sguardo al tuo futuro, quali gli obiettivi che intendi raggiungere e l'augurio che intendi fare a te stessa?

Non sono una persona ambiziosa dal punto di vista professionale, per me il lavoro è lavoro e serve per poter vivere. Gli obiettivi che intendo raggiungere sono quindi più a livello personale che a livello professionale: continuare a crescere e a fare esperienze, diventare una persona migliore, una figlia, un'amica, una mamma e una compagna migliore poiché' gli affetti sono sicuramente le cose più belle che si hanno nella vita. Mi riprometto anche di trovare il posto ideale in cui vivere poiché dopo tanti spostamenti non lo ho ancora trovato. L'augurio che intendo fare a me stessa è solo quello di vivere una vita serena circondata dagli affetti degli amici e persone care, vicine e lontane.

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