Aldo Gentile: “Non vorrei mai dover ricoprire delle mansioni monotone e prive di prospettive di crescita”

01 26 aldo gentileNOCI (Bari) – Aldo Gentile, lontano da Noci da ormai nove anni, oggi vive e lavora a Parma presso una società che si occupa di fornire servizi finanziari per le banche. Dopo una breve esperienza all’estero, Aldo ha conseguito la sua laurea nel 2011 e solo dopo pochi mesi ha ottenuto il suo primo ruolo professionale. Ma proprio come accade oramai sempre più frequentemente, anche il suo percorso non è stato semplice. Un numero sempre più alto di giovani, infatti, si ritrova oggi a dover fare i conti con esperienze lavorative brevi, contratti di stage e con riconoscimenti economici spesso insoddisfacenti; e se anche uno stage può rappresentare un incentivo alla crescita professionale e personale, spesso dover fare i conti con lavori non equamente riconosciuti può rappresentare per un giovane laureato motivo di demoralizzazione. Aldo Gentile rappresenta l’esempio di chi, con caparbietà e passione, ha superato ogni ostacolo raggiungendo un notevole traguardo, ma non rinunciando a porsi ogni giorno nuovi obiettivi di crescita.

Al momento della scelta dell’università da frequentare, hai sin da subito deciso di trasferirti in un’altra città, precisamente a Parma. Cosa questa città ti avrebbe potuto offrire più della nostra?

In quel periodo la facoltà di economia dell’Università di Bari era stata oggetto di svariate polemiche per via di scandali riguardanti una probabile “compravendita” degli esami, tra alcuni docenti e studenti della stessa. Non metto in dubbio la rispettabilità di quanti hanno deciso di proseguire lì gli studi, ma in quel momento, avendo la possibilità di scegliere, ho optato per una diversa città, in cui affrontare più serenamente il mio percorso accademico. Fortunatamente questa scelta, inizialmente non di certo facile, si è rivelata opportuna. Ho scoperto una città molto attenta alle esigenze degli studenti, che ha reso il mio trasferimento più semplice visto l’alto grado di vivibilità e di organizzazione.

Durante il tuo percorso universitario, hai vissuto sei mesi a Rauma, in Finlandia, dove hai frequentato la Samk University. Durante questo lasso di tempo, hai mai vagliato la possibilità di costruire il tuo futuro lontano dall’Italia?

Sicuramente le opportunità che in quel momento la Finlandia poteva offrire, mi colpirono in quanto in linea con le mie ambizioni. Devo, però, ammettere che stando lontano dall’Italia, soprattutto dato il contesto particolarmente differente e rigido, ho cominciato ad apprezzare delle peculiarità del nostro Paese che forse prima davo per scontate, come il clima o la cura per le relazioni sociali. D’altra parte continuo tutt’oggi a valutare la possibilità di un’esperienza all’estero ma, almeno per ora, la valuto come possibilità transitoria e non definitiva per il mio futuro.

Subito dopo la laurea presso la facoltà di finanza e risk management, quali le mansioni svolte sino ad arrivare alla tua attuale occupazione?

Due mesi dopo la laurea ho intrapreso un percorso di stage, della durata di 4 mesi, presso una filiale della Barcklays Bank, qui a Parma. Successivamente sono stato assunto presso la Banca Intesa Sanpaolo, ufficio global custody, per un periodo di 5 mesi. Al termine di questa esperienza, sono entrato in una società che si occupa di servizi finanziari per le banche, dove attualmente ancora lavoro, presso l’ufficio finanza titoli.

In più occasioni ti sono stati offerti contratti da stagista che hanno previsto collaborazioni per periodi di tempo piuttosto brevi, realtà questa con cui oggi un alto numero di giovani deve fare i conti. Secondo la tua opinione, esistono dei vantaggi dietro questa posizione o in alcuni casi si può persino parlare di una sorta di “agevolazione” solo per le aziende che adottano questa forma?

Lo stage, teoricamente, offre ad un neolaureato l’occasione di approcciarsi al mondo del lavoro in maniera graduale, con un livello di responsabilizzazione progressivo e, dal punto di vista formativo, costituisce un’ottima opportunità di crescita. Allo stesso tempo, però, questa formula ha dato modo alle aziende di innescare un continuo susseguirsi di posizioni temporanee, per le quali agli stagisti vengono affidate, verso un rimborso minimo, mansioni che richiederebbero una differente forma di assunzione. Tutto ciò non permette ai giovani di pianificare un proprio futuro, né dà modo di creare una stabilità economica.

Volgendo lo sguardo al percorso sino ad oggi intrapreso, quali sono le difficoltà maggiori che hai dovuto affrontare e quali i momenti da cui hai tratto maggiori soddisfazioni?

La lontananza dalla famiglia ha di certo rappresentato una delle maggiori difficoltà. Ciò non toglie che l’essermi laureato rappresenta, anche per questo, un motivo di forte orgoglio per me, così come tutta la mia esperienza da fuorisede. Soprattutto durante i mesi trascorsi all’estero credo di aver temprato il mio carattere in maniera positiva, affrontando da solo le difficoltà di adattamento ad una nuova realtà.

Il futuro: quali aspettative, cosa ti renderebbe davvero felice e cosa, invece, non vorresti che ti accadesse per nessuna ragione al mondo…

Per il futuro, mi renderebbe davvero felice il poter creare qualcosa di mio dal punto di vista lavorativo, in cui credo fermamente e che esprima la mia passione per il mondo della finanza. Anche per questo non vorrei mai dover ricoprire delle mansioni monotone e prive di prospettive di crescita.

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