Anna Gianfrate, la passione di chi guarda il mondo dietro l’obiettivo

03 16 anna gianfrate2NOCI (Bari) – Anna Gianfrate (nella foto di ©Mikhail Mishin) sin da piccola ha sognato di entrare a far parte del meraviglioso mondo dell’arte. L’idea di diventare una pittrice si è presto trasformata nel suo forte interesse verso la fotografia, quella che oggi è, non solo una passione, ma a tutti gli effetti la sua professione. Anna ha, infatti, avuto la possibilità di entrare in contatto con i illustri nomi del mondo della fotografia, ha esposto i suoi lavori in innumerevoli gallerie a New York, Seattle e in Vermont. Oggi, fotografa freelance e assistente di Bruce Davidson, Anna persegue in suo grande sogno, vivendo a Brooklyn e osservando, esplorando, questa realtà attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica.

La tua più grande passione è la fotografia. Quali sono stati i tuoi primi passi in questo mondo?

I miei primi passi nel mondo della fotografia sono avvenuti mentre ero iscritta all’Accademia delle Belle Arti a Bologna, iniziando a usare una vecchia macchina fotografica a pellicola di mio nonno ed in seguito con la mia prima reflex digitale regalatami da mio padre. Iniziai a sperimentare l’utilizzo della fotografia come mezzo per potermi esprimere e da quel momento in poi non ho mai smesso.
A partire dal 2010, ho trascorso periodi più o meno lunghi a New York e mi sono innamorata di Brooklyn. Dopo aver completato gli studi in Italia, nel Settembre 2012 è arrivata la chiamata dalla prestigiosa agenzia fotografia Magnum Photos per svolgere uno stage negli uffici di New York.
Ho iniziato il tirocinio lavorando nell'archivio della Magnum Photos dove ha avuto l'occasione di entrare in contatto con i Miti della fotografia, di conoscerli in persona e di toccare con mano i loro negativi. Il tirocinio nell'archivio era previsto per la durata di soli tre mesi, ma alla scadenza di essi, Magnum Photos mi ha chiesto se fossi interessata a continuare la mia esperienza nel dipartimento di organizzazione mostre e stampe. Qui ho avuto l'opportunità di vedere preziosissime stampe vintage e di aiutare a costruire portfolio per clienti, importanti istituzioni e gallerie.
Lo stage da Magnum Photos è stato fonte d’inspirazione e allenamento visivo continuo. Al momento lavoro come fotografa freelance e come assistente di Bruce Davidson, fotografo dell'agenzia Magnum Photos.

Cosa ti ha più affascinato di questo mondo?

Tutto il mondo dell’arte mi affascina e sicuramente il trasferimento a New York è stato una grande parte della mia crescita artistica. A New York tutti provengono da altre parti del mondo e c’è un’energia pazzesca per strada. Sicuramente questo senso di diversità etnica e libertà mi affascina molto.
Ho anche avuto l’occasione di esporre le mie fotografie in gallerie a New York, Seattle e in Vermont.

Quando hai iniziato i tuoi studi presso l’Accademia delle Belle Arti a Bologna, avevi già in mente quale sarebbe stata la tua strada o è stato piuttosto un percorso e una passione sviluppatosi nel tempo grazie alle occasioni che ti si sono presentate?

Ho sempre saputo, fin da piccola, che mi sarebbe piaciuto lavorare nel campo dell’arte. All’inizio pensavo che sarei diventata una pittrice, poi nel corso degli anni mi sono avvicinata al mezzo della fotografia, che è diventata poi la passione e professione.

Attualmente fotografa freelance a Brooklyn, cosa cerchi di cogliere e poi di trasmettere attraverso le tue fotografie?

La maggior parte dei miei progetti fotografici sono ambientati a Brooklyn, in quanto interessata alla relazione tra questo quartiere industriale e la gente che lo abita. Ho scoperto un tipo di bellezza molto differente da ciò a cui ero abituata in Italia.
Brooklyn mi offre un mix di decadenza e antico in contrasto con il continuo cambiamento di palazzi, strade e popolazione. Tutto cambia molto in fretta ma allo stesso tempo ci sono angoli e strade tranquille, dove tutto sembra sospeso. Mi piace trovare luoghi dove il frenetico cambiamento non è ancora avvenuto e sono affascinata dall'idea che presto essi saranno diversi, qui è la mia urgenza di documentare come Brooklyn é nei giorni nostri.

Pensi che la fotografia sarà una parte fondamentale, se non necessaria, del tuo futuro?

Si certo, la fotografia è una parte fondamentale della mia vita. Quando non lavoro sui miei progetti sono sempre alla ricerca di pubblicazioni e mostre fotografiche da guardare, New York ne offre tantissime e sempre diverse, e sono fonte di grande ispirazione.

Potrebbe in qualche misura il nostro Paese far da sfondo al tuo sogno e alla tua passione?

L’Italia è sempre presente nei miei pensieri e sento molto la mancanza della mia famiglia, ma amo New York: qui sto ottenendo dei risultati e sto costruendo importanti relazioni lavorative. Non escludo l’idea di tornare in Italia in un futuro, se realizzata a livello professionale.
A New York c’è tanta competizione, ma se ci si impegna i risultati e le gratificazioni arrivano.

Cosi giovane eppure così ambiziosa e determinata. Qual è la chiave del tuo successo?

Impegnarsi, lavorare duro e crearsi degli obiettivi, poi il resto viene da sé.
E come dice la canzone “New York, New York” di Frank Sinatra “If I can make it there, I'll make it anywhere” (Se ce la faccio lì, ce la farò ovunque).

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