Vito Bruno, vivere per viaggiare e per sognare

05 11 vito bruno copiaNOCI (Bari) – Alcune volte quella che sembra essere una momentanea occasione, si trasforma in una vera e propria scelta. Allontanarsi dal proprio paese, infatti, nonostante le evidenti difficoltà che comporta, può rivelarsi una piacevole scoperta. Vito Bruno oggi vive e lavora a Melbourne, in Australia, dove, dopo aver superato non pochi ostacoli e dopo la ormai nota gavetta, ricopre il ruolo di manager di un importante ristorante della città e gestisce altri tre locali. Sono proprio le grandi responsabilità che affronta quotidianamente ad avvicinarlo ancora di più al suo lavoro, sino al punto di rendere le difficoltà veri punti di forza.

Noci è stato senza alcun dubbio il punto di partenza, il posto in cui “ti sei fatto le ossa”. Quali i ricordi e i momenti che hanno contribuito a rendere ancora più determinanti le tue scelte?

I momenti che hanno determinato le mie scelte sono veramente tanti, ma ricordo che ho sempre voluto fare qualcosa di diverso. Purtroppo in Italia (Noci) viviamo con una mentalità troppo chiusa dove tutti ti giudicano per quello che fai, per cosa indossi e per le persone che frequenti.
Cose assurde, e quando ti allontani dal paese, ti rendi conto di far parte di una ideologia di massa e non sei te stesso. Oltre a tutto ciò, è importante avere ambizioni per se stessi e non pensare che Noci sia la tua unica opzione di vita. Sicuramente lo è per tanti, ma non lo era per me. Viaggiare e sognare: sono le cose che ho sempre fatto in tutta la mia vita.

Cosa ti ha spinto, subito dopo il diploma conseguito presso l’Istituto alberghiero, a continuare e affermare la tua carriera all’estero?

Subito dopo il diploma ho deciso di allontanarmi inizialmente per un unico motivo: imparare l’inglese. Sapendo quanto fosse importante conoscere un’altra lingua nella mia carriera ho deciso immediatamente di rimboccarmi le maniche e fare il possibile e imparare in fretta, per poi tornare in Italia e lavorare in grosse catene alberghiere. Ma allo stesso tempo mi sono reso conto che puoi avere una vita migliore altrove. Sicuramente le difficoltà sono state tante: prima di tutto abituarsi ad un’altra cultura, non avere la famiglia e gli amici accanto per un minimo supporto e poi ovviamente la lingua. Non avere la capacità di comunicare perfettamente con la gente è stato un trauma, il motivo che in seguito mi ha fatto riflettere e lavorare sodo per poter imparare la lingua ed avere una vita regolare come tutte le altre persone attorno a me.

Dopo la Scozia, un altro grande passo: l’Australia…

Vivere in Australia è sempre stato un mio sogno fin da bambino, non so per quale motivo ma ho sempre avuto l’idea che l’Australia fosse stupenda. Dopo i due anni trascorsi in Scozia, avvertivo l’esigenza di un altro tipo di esperienza, di nuovi stimoli per poter crescere a livello personale e professionale. Così dopo qualche vaga conversazione con i miei genitori, ho deciso di partire per questa avventura. All’inizio ho avuto la fortuna di avere amici di famiglia qui a Melbourne ed appoggiarmi da loro per qualche settima, in modo da potermi ambientare in una nuova e immensa città. Dopo qualche settimana di ricerca ho finalmente trovato lavoro al The Pantry dove lavoro tutt’ oggi e dove mi hanno accolto con braccia aperte. Purtroppo dopo un paio d’anni sono dovuto andar via per il visto, ma tutto questo ha rappresentato per me un nuovo stimolo per viaggiare e scoprire nuove mete e culture. Con la mia ragazza Vashti abbiamo deciso di andare in Canada e Stati Uniti dove abbiamo avuto la fortuna di lavorare per le olimpiadi invernali a Vancuver e Wishtler. Entrambi abbiamo lavorato 14/15 ore al giorno per poi permetterci una vacanza di tre mesi ed avere la possibilità di fare un gran bel viaggio negli Usa in macchina, visitando posti stupendi. Dopo aver trascorso questi mesi straordinari, siamo ritornati a Noci per qualche mese per poter trascorrere del tempo con gli amici e famiglia. Allo stesso tempo in questi mesi ho cercato di ottenere un altro visto per poter tornare in Australia, dove dopo mesi e mesi di appuntamenti in ambasciata e tanta burocrazia italiana ci sono riuscito e sono tornato immediatamente. Tutto il resto è storia.

Una importante svolta è avvenuta con il passaggio dal ruolo di cameriere a manager. Quali cambiamenti ha introdotto questa novità nella tua vita?

Finalmente dopo tanti anni di gavetta e con un po’ di esperienza in più, il Hugos Group, con ristoranti a Sydney e Melbourne, mi ha offerto l’opportunità di diventare uno dei manager nei loro Venue a Melbourne, dove facciamo piu di 500 coperti al giorno, oltre alla gestione di altri tre locali. Ovviamente non ho esistato ad accettare. Questa è stata, e lo è ancora, un’esperienza surreale dove tutti i giorni devo gestire un gran numero di personale, 120, e ho la fortuna di avere a che fare con chef straordinari. Il ristorante è situato a Brighton, una zona di mare a soli 15 minuti dal centro della città. Queste sono le cose che amo del mio lavoro: ogni giorno è un’esperienza diversa, creata dai clienti e dal personale stesso.

Oggi, sempre più frequentemente, la tv trasmette numerosi programmi di cucina. Pensi che l'avvicinamento al mondo della ristorazione possa definirsi una sorta di“tendenza”?

Sinceramente credo che la televisione ha fatto fare un salto da giganti nel mondo della ristorazione, ma allo stesso tempo sembra che sia tutto molto semplice. In realtà c’è un lavoro enorme in ogni piatto che uno chef prepara e nel modo in cui viene servito. Tanto duro lavoro da parte di tutto lo staff nel settore alberghiero, per non parlare delle ore di lavoro assurde. Definirei tutto ciò uno stile di vita, più che una tendenza.

Ormai da sette anni vivi lontano dal nostro Paese. Ricopri un ruolo pienamente soddisfacente. Lo definiresti un “punto di arrivo”?

Un punto di arrivo no, ancora ci sono tanti piccoli ostacoli nel lavoro e nella vita, come tutti credo. Ma sicuramente mi ritengo molto soddisfatto di quello che ho fatto fino ad oggi. Ogni giorno ognuno di noi ha piccole e grandi soddisfazioni: tutto dipende dal proprio punto di vista.

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