Myriam Belviso: "Sono una nomade, ma il mio porto sicuro resterà sempre casa"

09 06 myriam belvisoMyriam Belviso, un connubio perfetto di determinazione, passione, ambizioni e amore per la propria terra. Nonostante gli ammirevoli risultati raggiunti nel corso della sua carriera e nonostante la sua giovane età, Myriam rappresenta l'esempio lampante di chi crede nei propri sogni a tal punto da riuscire a realizzarli. Sacrificio e impegno non sono mancati, ma di certo non sono venute meno le soddisfazioni. Myriam, nonostante la sua voglia di viaggiare, di conoscere il mondo, resta legata alla sua terra d'origine ponendosi come principale obiettivo quello di farsi portavoce dell'eccellenza italiana, e in particolar modo pugliese, convinta che "la mia amata Puglia e le sue eccellenze debbano essere sostenute e fatte conoscere all’estero".

La tua carriera è sempre stata attraversata dalla passione per la moda. Da cosa nasce questo forte interesse?

La mia carriera è sempre stata attraversata dalla passione per lo stile direi più che per la moda. Come diceva la grande Chanel: “La moda passa, lo stile resta”. Sono attratta dalla “diversità”, intesa come unicità della persona espressa per mezzo di una scelta stilistica. Lo stile è autenticità, personalità e la strada è la passerella migliore per manifestarla. Mi ricordo ancora le mie prime volte a Roma rimanevo incantata dalla gente per strada, adesso che il mio occhio è molto più critico, ho bisogno di luoghi pregni di differenze e melting pot come la mia adorata New York, dove l’incanto e l’osservazione rimangono inevitabili. Credo questa “magia” abbracci una curiosità che ho sviluppato verso l’antropologia, la sociologia e un po’ di psicologia, tutte materie che ho studiato all’università e che unite al mio estro artistico hanno creato un mix esplosivo ed unico nella mia formazione. Sicuramente sono meno attratta dalla moda dei grandi marchi e più coinvolta dai pezzi unici, magari vintage, che raccontano una storia, o dalla piacevole lentezza dell’artigianato più autentico. Sono, inoltre, una grande sostenitrice dei new talents, per il mio lavoro faccio molta ricerca ed ho sempre un occhio attento ai disegnatori indipendenti in qualsiasi paese mi trovi. La mia adolescenza all’istituto d’Arte di Monopoli è stata segnata dal rito di ogni martedì mattina al “mercato delle robe americane”, ovvero dei banchetti dell’usato. Alla mattina, prima di entrare in classe, io e le mie compagne più fedeli andavamo a scovare i pezzi migliori e più originali al prezzo più stracciato. Era una vera e propria caccia al tesoro, che mi rendeva orgogliosa del bottino portato a casa a fine giornata. Questo, unito all’esperienza artistica della scuola, sono stati il mio primo territorio di sperimentazione. Lì è nato tutto!

Quali sono stati i traguardi più importanti che la tua passione e il tuo impegno costante ti hanno permesso di raggiungere?

Vedo step raggiunti non traguardi, nel senso che non vedo una fine ma un percorso sempre in divenire. Ogni passo, piccolo o grande che sia, mi ha portata ad una nuova esperienza e sì ad ottenere anche delle belle soddisfazioni! Una delle ultime, ad esempio, è stata la mia intervista personale su VOGUE Latino America sul numero di Ottobre 2016 con tanto di servizio fotografico, un vero dono che ha arricchito il mio anno vissuto in America Latina.
Sempre nel 2016 mi ha dato una grande soddisfazione l’aver rappresentato una scuola italiana prestigiosa come l’Istituto Marangoni per la prima volta in Cile durante il SAIFFF (Santiago International Fashion Film festival).
Molto onorata d’aver lavorato con grandi professionisti incontrati in aziende come Corriere della Sera, Future Concept Lab, Gianfranco Ferrè srl, Innovaction Lab, Istituto Marangoni, Maxim Italia, VOZ, etc. La mia collezione di borse artigianali, in onore della mia amata Puglia, vendute nel quartiere di Brera a Milano e recensite da uno dei più famosi giornalisti francesi scouter di “nuovo artigianato”, fino alla mia tesi di laurea sul queer, moda e stile che ha vinto il 3° premio in Italia come miglior tesi sul genere, sono alcuni esempi di importanti “traguardi” raggiunti con lavoro, dedizione e tanto sacrificio. Sono una persona ambiziosa e motivata, che apprezza ogni passo della propria vita e carriera, “cadute” ed insuccessi compresi. “Arrivata”, come si dice solitamente, implica una posizione di fermo, stallo, raggiungimento di un qualcosa identificato come “la meta”, io invece preferisco il movimento e rinnovamento continuo per imparare costantemente dalla vita.

Santiago del Cile. Cosa ti ha lasciato in particolare questa esperienza?

È difficile sintetizzare in poche parole un anno intensissimo e lungo, pieno di emozioni, esperienze, scoperte, gioie, “dolori”. È stata una bellissima opportunità che la vita mi ha donato, ho imparato così tanto, la definirei quasi un’esperienza catartica, di grande crescita personale e spirituale. Santiago mi ha insegnato ad accettare, a “lasciar andare”, a prendere la vita “come viene”, citando Troisi, a divertirmi prima di tutto, a vivere l’esperienza, a “mollare un po’ la presa”. Santiago mi ha ricordato che è bene conoscere ciò che è diverso prima di esprimere un parere, mi ha ricordato la donna combattiva che sono, i miei valori e principi, mi ha fatto sognare, mi ha deluso, mi ha portata giù e poi mi ha fatto risalire come sulle montagne russe, o come la vita stessa in effetti. Santiago del Cile è stata “la vita”. Se chiudo gli occhi la prima cosa che vedo sono le risate, i sorrisi, e i momenti vissuti con i miei amici, e tutte le persone incontrate nel mio cammino. Sono così grata che Santiago, il Cile e tutti loro facciano parte della mia vita. Celebro questa mia meravigliosa esperienza con l’esposizione del mio diario fotografico personale: “Da sud a sud: storia di una fashion stylist in viaggio dal sud Italia al sud America passando per NYC” in mostra dal 17 al 25 giugno prossimi, nel Chiostro delle Clarisse a Noci. Siete tutti invitati! Come diceva Kettering “Dove c’è una mente aperta, ci sarà sempre una terra di scoperta.

Come cerchi di conciliare la tua professione che ti porta ad essere in giro per l’Italia (e non solo) con il tuo amore per la tua terra natia?

Sono le mie scelte a portarmi “in giro” e questo intensifica l’amore per la mia amata Puglia. Solo una volta che mi sono allontanata ho capito quanto era meravigliosa, ed ogni esperienza lontano rafforza questa consapevolezza. Sono molto legata alla mia famiglia tutta, ai miei luoghi, agli odori, ai colori, a quella luce insostituibile, ai sapori, al mare, alla campagna, a tutto quello che la rende una regione così ricca ed unica. Sono una nomade, ma il mio porto sicuro è e resterà sempre casa: la Puglia, infatti, torno appena posso. Rinnovo ogni volta il mio profondo amore per lei (la Puglia) cercando di farla conoscere a quante più persone possibili. Invito sempre i miei amici stranieri d’estate a passare le vacanze con me e poi ho un progetto in cantiere a cui sto lavorando che celebra l’amore e il legame per la terra natia. Inoltre, cerco sempre di realizzare collaborazioni con i locals per contribuire alla crescita, al rinnovamento, come nel 2015 quando ho vinto un concorso regionale come giovane innovatrice nel sud Italia ed ho realizzato un progetto con un’azienda di moda locale. Sogno di vivere almeno 4 mesi l’anno in Puglia ed il resto in una grande città, una vita ibrida che rispecchia quella che sono io oggi, una “glocal”, una persona in cui il globale e il locale convivono o meglio una “multi-local”: una persona che si identifica e si è formata da una miscela di luoghi, esperienze e culture differenti.

Nella tua vita professionale hai raggiunto importanti traguardi. Quali i tuoi progetti per il futuro?

Conto di raggiungere presto il mio prossimo obiettivo: trasferirmi a New York per un’esperienza di vita e professionale. Sogno un po’ come Cristoforo Colombo di ri/scoprire le Americhe e diventare lì la portavoce del Made in Italy e del Made in Puglia. Porto avanti con convinzione, orgoglio e caparbietà l’idea che i prodotti moda italiani, la mia amata Puglia e le sue eccellenze debbano essere sostenute e fatte conoscere all’estero. Ho un progetto a riguardo che è work in progress e per questo preferisco parlarne più avanti, ma restate sintonizzati! Stay tuned!

 

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