Antonio Villino, da ventisette anni a Roma

11-12-Antonio VillinoNOCI (Bari) - Antonio Villino è il nome del protagonista di questa seconda intervista. Nato a Noci nel 1960, si trasferisce a Roma nel 1986, dove risiede attualmente e dove decide di perseguire un percorso politico che lo porta nel 2008 alla elezione di Consigliere Municipale per il Comune di Roma. Al di là delle chiare esigenze lavorative, alla base della sua scelta di trasferirsi e di lasciare Noci anche la volontà di garantire alla propria famiglia, che lo ha seguito in questo nuovo percorso, un futuro più stabile.

Quale è il tuo attuale impiego a Roma?

«Non vivo più a Noci da 27 anni. Esattamente dal 1986, vivo a Roma e tutt'oggi sono impiegato, come Collaboratore Scolastico, presso l'Istituto Comprensivo di Via Merope (Comune di Roma). A Roma, dal 1993 ho intrapreso un percorso politico con Forza Italia che mi ha portato ad essere eletto nel 2008 Consigliere Municipale per il Comune di Roma nelle liste del PDL, ricoprendo l'incarico di Presidente della Commissione Cultura, Decentramento, Regolamento, Polizia Urbana ed Affari Generali».

Nonostante la distanza, hai modo di tornare spesso a Noci?

«La distanza non mi spaventa. Torno spesso a Noci, almeno tre volte l'anno. Tuttavia la frequenza dei miei ritorni varia secondo gli impegni lavorativi e la necessità di vedere i nostri familiari in varie occasioni. Il mio legame al paese è reso ancora più solido dalla presenza a Noci di tutti i miei parenti».

Vivendo attualmente una realtà di gran lunga differente da quella di un piccolo paese, quale è Noci, hai avuto sicuramente modo di mettere a confronto due stili di vita e due concezioni in un certo senso opposte. In cosa riscontri maggiori differenze?

«Sono a Roma da 27 anni e per la precisione avevo 26 anni quando sono arrivato. Mi sento nel mezzo delle due realtà, in una posizione che mi permette dunque di poter fare un confronto alquanto imparziale. Il posto dove vivo offre tante opportunità di lavoro, cultura, amicizia, svaghi, sufficienti per costruire un solido futuro, ma non offre il calore delle vecchie tradizioni popolari e di tutte quelle ricorrenze festive che le famiglie dei paesi offrono quotidianamente. Spesso si sente la mancanza di quel calore affettivo che Noci mi dimostra sempre, ma sono consapevole che non si può avere tutto».

Nei confronti di quanto accade a Noci mostri lo stesso interesse di quando eri un cittadino nocese a tutti gli effetti?

«Su quello che accade a Noci mi aggiorno tramite internet e le varie notizie telefoniche. Si può ben dire che ogni giorno sono informato su ogni iniziativa ed informazione locale. Sono aggiornato anche sulle varie tasse locali, dal momento che possiedo una piccola casa di mia proprietà e quindi contribuisco come tutti i nocesi a pagare i vari servizi utili per i cittadini. Anche per questa ragione sento di poter definire la mia come una distanza prevalentemente fisica, sentendomi, invece, da un punto di vista psicologico molto più vicino al mio paese natio».

Negli ultimi tempi, come avrai potuto notare, Noci è stata la protagonista di innumerevoli cambiamenti, anche edilizi (ad esempio, la ristrutturazione di Piazza Garibaldi). Pensi che si possa parlare di un progresso e di voglia di innovazione?

«La ristrutturazione di Piazza Garibaldi sicuramente è stata un'innovazione, nonostante i vari disagi portati a tutti i cittadini e alle attività commerciali che hanno subito, in un momento di profonda crisi, mancanza di guadagni e di lavoro. Oggi, a lavori ultimati, tanta gente si ritiene soddisfatta del risultato ottenuto e ai cittadini nocesi è stata restituita la loro piazza, “cuore della città”. Tuttavia, non mancano aspetti che devono necessariamente essere migliorati. Noci sta soffrendo ultimamente il problema dei parcheggi e credo che l'amministrazione debba trovare una soluzione urgente e alternativa, per andare incontro all'esigenza dei cittadini e soprattutto ai residenti del centro storico. Inoltre, è anche da constatare l’assenza di un cinema, dopo anni durante i quali Noci, nonostante sia un piccolo paese, ne contava ben due. E ancora un ulteriore rammarico resta la chiusura del “nostro ospedale” dove ho visto nascere le mie figlie e che spero possa essere un giorno riaperto. Quindi si può certamente parlare di cambiamento, ma questo deve andare avanti. Progresso ed innovazioni...ben vengano! In ogni caso Noci resta una realtà della quale non cambierei nulla. Propongo a tutti i miei amici romani di visitarla almeno una volta ed i tanti che mi hanno ascoltato, sono tornati affascinati dalla pulizia, dalla cortesia e dal buon cibo che un paese enogastronomico, come Noci, è in grado di offrire».

Per concludere, se potessi dare un consiglio a tutti i ragazzi che, per necessità o volontà, devono lasciare Noci per trasferirsi in un’altra città, cosa gli diresti?

«Per concludere. A tutti quei ragazzi che oggi devono trasferirsi per motivi di lavoro o studio, vorrei solo suggerire di credere nelle loro idee, ambizioni e progetti e come si suol dire: “Và dove ti porta il cuore”.
Io ho avuto la fortuna di essere eletto nelle liste PDL, Consigliere del Comune di Roma, ricoprendo, come già menzionato, la carica di Presidente della Commissione Cultura. Ho conosciuto e collaborato con tantissimi ragazzi e Associazioni con tanta voglia di emergere, ma purtroppo la cultura nel nostro paese diventa sempre più fanalino di coda, tagliando risorse per tutte le Associazioni Culturali. Non riescono a capire che tagliando fondi alla cultura si taglia il futuro di tutti quei ragazzi che credono ancora in un paese dove la stessa deve essere una risorsa importante per il turismo, l'occupazione, lo sviluppo e la salvaguardia di tutto il patrimonio artistico e culturale».

Nocesi nel mondo

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