Maria Pia Intini, dal 2007 a Londra

01-04-mariapia intiniNOCI (Bari) – Famiglia e amici restano i valori fondamentali per i quali, quando si decide di iniziare la propria vita in un'altra città, si resta ancorati al proprio paese d'origine. Maria Pia Intini, protagonista di questa nuova intervista, dopo aver conseguito la laurea specialistica in Economia del Turismo presso l'Università di Perugia, nel novembre 2007 decide di lasciare l'Italia e di trasferirsi a Londra, dove dopo una lunga serie di esperienze sia formative che lavorative, oggi ha raggiunto risultati a dir poco lodevoli.

 

Subito dopo la laurea in Economia del Turismo, conseguita all'Università di Perugia, sei tornata a Noci prima di trasferirti a Londra?

Ho sempre visto il tempo come una risorsa fondamentale ed il sistema educativo italiano come troppo lungo per concedersi ulteriori indugi. Per queste ragioni, ancor prima di concludere la mia laurea specialistica in Economia del Turismo a febbraio 2007, il mese precedente iniziai un master part-time in Marketing Territoriale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza. Sino a novembre dello stesso anno, quando decisi di partire per Londra, vivevo ad Assisi ma dal giovedì al sabato di ogni settimana ero a Piacenza, dove alloggiavo presso un gruppo di suore. Ricordo quel periodo come uno dei più caotici (e seriosi) della mia vita!

Al di là dell'opportunità lavorativa che ti è stata offerta, la decisione di trasferirti così lontana da Noci ha alla sua base altre motivazioni?

Le motivazioni che mi hanno portata a lasciare l'Italia sono principalmente due: una forte ambizione basata sulla meritocrazia ed una genuina curiosità verso altre culture, luoghi e genti. Proseguendo il mio master in Marketing Territoriale mi accorgevo che l'idea di occuparmi di sviluppo per un gruppo internazionale mi affascinava molto di più di una carriera in sviluppo locale. Ecco perché quando mi si presentò l'occasione di lavorare per uno studio di architettura con sede a Londra non ebbi nessuna esitazione. Decisi di trasferirmi prima della fine del master completando il mio percorso di studi a distanza.

Il tuo curriculum vanta innumerevoli esperienze sia a livello formativo che sotto l'aspetto lavorativo. Dopo due anni dal tuo trasferimento a Londra, ti sei trasferita vicino New York per conseguire un master in Hotel Management e sei nuovamente tornata a Londra presso il dipartimento Hotels di Colliers International. In tutti questi anni quale rapporto hai mantenuto con il tuo paese natio?

Da quando ho lasciato l'Italia, ormai più di sei anni fa, ho sempre mantenuto i contatti con il mio paese natio, dove risiedono la mia famiglia, a cui sono legatissima, e una manciata di cari vecchi amici. Ammetto che da quel lontano Novembre 2007 le mie visite si sono ridotte a tre volte l'anno per la necessità di conciliare poco più di tre settimane di ferie all'anno con il desiderio di vedere posti nuovi e visitare amici sparsi per il mondo.

Dopo la tua esperienza universitaria come Ambasciatore per la School of Hotel Administration, nel settembre 2013 sei stata nominata vice presidente della Cornell Hotel School, raggiungendo risultati lodevoli. Credi che avresti ottenuto una posizione sommariamente paragonabile a quella attuale, se avessi deciso nel 2007 di restare in Italia?

Seppur con rammarico, ritengo che non sarei mai riuscita a costruire il percorso che ho costruito sino ad oggi se fossi rimasta in Italia. Il settore immobiliare, e specificatamente quello alberghiero, è ancora caratterizzato da una eccessiva polverizzazione degli operatori del settore e dalla natura fortemente "familiare" delle imprese alberghiere. In aggiunta, l'applicazione della finanza in ambito immobiliare, tema conduttore del mio master in America, è una specializzazione relativamente recente nel contesto immobiliare italiano.

Dopo così tanti anni lontana dal tuo paese d'origine e dopo aver posto le basi in un'altra città, quale senti di poter definire pienamente la tua "casa", Noci o Londra?

Dopo uno spiacevole benvenuto ed un periodo difficoltoso in cui sentivo di essere solamente un'estranea, Londra è diventata a tutti gli effetti la mia casa adottiva. Complici i miei spostamenti in bicicletta, della città ho imparato ad apprezzarne le trame, i parchi, i luoghi di divertimento, le usanze e, per deformazione professionale, ogni singolo hotel che ne popola lo scenario! Londra è una città che nasconde un'anima per tutti e dove ognuno può dare sfogo a mille sfumature di sé stesso. Farne parte è fortemente liberatorio! Tuttavia, rimango una persona ancorata a forti valori, come l'amore per la mia famiglia. Per questa ragione Noci conserva magistralmente il suo ruolo di casa ancestrale.

C'è qualcosa di Noci a cui non hai rinunciato, nonostante la decisione di vivere a Londra (tradizioni tipiche del paese o abitudini familiari)?

Una città come Londra, dove il burqa convive allegramente con la minigonna, è caratterizzata da un amalgama di genti le cui tradizioni vengono tramandate con orgoglio e dedizione. Non c'è una cultura primeggiante ma un intreccio variopinto di tante culture accomunate dalla curiosità per le vicissitudini reali e dall'entusiasmo per la neo principessa della porta accanto. Purché fortemente legata a questo groviglio, resto ancora ancorata alle tipicità del mio paese. Conservo vivi i ricordi delle nostre feste patronali, soprattutto quella dei Santi Medici per la storica cavalcata organizzata dal mio amato nonno Vito Laforgia, le sagre, la novena natalizia, la processione dei misteri pasquali, le vigilie a base di piatti di pesce, le rappresentazioni musicali e le competizioni sportive, a cui cerco di partecipare attivamente ogni volta che posso.

Considerata la tua grande esperienza professionale maturata fuori dal tuo paese d'origine, credi che in un periodo come questo lasciare Noci e trasferirsi in grandi città, italiane e non, in grado di offrire maggiori opportunità, sia una tappa obbligata per i giovani di oggi?

Sono sempre stata una forte sostenitrice delle esperienze all'estero, come occasione per scoprire il resto del mondo e, cosa ancora più importante, conoscere meglio sé stessi. Ho imparato che la storia e la cultura del nostro Paese sono frutto di apprezzamento e trattamenti privilegiati a livello planetario. Credo che questa nostra italianità costituisca una ragione in più per abbracciare nuove sfide all'estero prima di essere finalmente pronti a restare. Purtroppo, troppi sono ancora i casi di giovani il cui successo all'estero non è seguito dall'apprezzamento in patria e che, di conseguenza, lasciano l'Italia con un biglietto di sola andata. Per quanto riguarda Noci, sono orgogliosa dei cambiamenti che hanno caratterizzato il nostro paese negli ultimi anni. Sulla scena politica e sociale, significativo è il forte attivismo giovanile per far sì che la scelta di emigrare verso posti nuovi sia motivata dal desiderio di crescita anziché di fuga da un luogo incapace di offrire sbocchi lavorativi e svaghi sociali. Sulla scena sportiva, Noci continua a distinguersi come un paese ricco di talenti di ogni età e livello in molteplici discipline. Tuttavia, molti sono gli sforzi ancora necessari per potenziare l'effetto catalizzatore del nostro territorio. Tra questi, ritengo che la capacità di movimento, l'innovazione costante e la capitalizzazione dei nostri tratti distintivi meritino un'attenzione particolare.

 

 

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