Pierfrancesco Guagnano, dal 2007 a Pisa

01-23-pierfrancesco guagnanoNOCI (Bari) – Dal 2007 a Pisa, Pierfrancesco Guagnano è l'esempio di chi ha ben saputo conciliare sogni e scelte talvolta necessarie con l'amore per le proprie origini. Ha intrapreso il suo percorso con caparbietà e dedizione, non dimenticando però quello che è stato il suo punto di partenza: Noci e la sua famiglia. Pierfrancesco Guagnano ha investito la sua determinazione in una scelta non sempre facile, quale può essere quella di partire, per inseguire il proprio sogno e conservando le sue origini non come un ricordo, ma piuttosto come un bagaglio da portare sempre con sé.

Considerato il forte legame con la tua famiglia, per quale ragione hai deciso di perseguire i tuoi studi universitari così lontano da loro e, quindi, anche da Noci?

Da sempre innamorato della mia città, sono cresciuto con un forte legame nei confronti della mia famiglia, dei miei amici di infanzia e della mia città natìa. Quando, infatti, ho dovuto scegliere dove frequentare l'università non ho escluso a priori la possibilità di intraprendere la mia carriera a Bari. L'unica certezza che avevo era la mia predisposizione verso studi di carattere ingegneristico e, dopo letture e approfondimenti, la mia scelta è ricaduta sul corso di laurea in ingegneria energetica. Non essendo però presente all'interno del paniere del politecnico di Bari, ho optato allora per Pisa.

Subito dopo la laurea specialistica, conseguita in ingegneria energetica presso l'Università di Pisa, hai mai considerato l'idea di poter tornare a Noci?

Dopo la laurea specialistica mi è subito stato offerto un contratto nell'azienda in cui avevo svolto il lavoro di tesi, dopodiché sono stato contattato dall'azienda presso cui lavoro attualmente sempre in toscana e ciò ha fatto si che restassi nella città in cui avevo compiuto gli studi, quasi per soluzione di continuità. L'idea di tornare a Noci non mi ha mai abbandonato, e di certo in generale non è un'idea che non mi solletichi, ma penso che in questo momento la cosa essenziale sia un'adeguata realizzazione professionale perché non possano considerarsi vani né l'impegno che io stesso ho profuso nel conseguire tale titolo di studio né il grande supporto, sotto qualsivoglia aspetto, datomi sempre dalla mia famiglia. Se un domani dovesse presentarsi un'occasione lavorativa seria in Puglia, valuterei volentieri l'idea di tornare. Infatti ormai la vita a Pisa la sento parte di me avendoci vissuto per anni, ma il rapporto con Noci è diverso: quando torno è come se non mi fossi in realtà mai allontanato.

Parlando di te hai detto di essere appassionato allo sport (hai praticato per dieci anni nuoto, quattro pallanuoto e due pallamano). Pensi che per uno studente/lavoratore fuorisede sia comunque possibile perseguire le proprie passioni, anche lontani da casa e dal sostegno dei propri genitori?

Lo sport, specialmente se di squadra, deve, a mio parere, sempre essere presente nella vita di un ragazzo/a perché educa al sacrificio e al rispetto per gli altri. Sotto questo aspetto sono, infatti, un sostenitore della massima "mens sana in corpore sano". Nel mio caso, quando ho iniziato l'università, il mio impegno sportivo si è forzatamente ridotto, ma mai estinto (proprio per le ragioni elencate sopra) a causa della difficoltà di conciliare lo stesso con la vita da studente (e ora ormai lavoratore) fuorisede. Non essendosi però mai affievolita la passione, mi sono riproposto di riprendere a breve un'attività sportiva in maniera più assidua e costante.

Pensi che qualora avessi deciso di lavorare più vicino al tuo paese d'origine, il tuo stile di vita sarebbe di gran lunga differente da quello mantenuto attualmente?

In merito allo stile di vita certo posso dire poco, perché ovviamente dipende da troppi aspetti concatenati, ma sono fortemente convinto che non si sarebbe troppo discostato da quello attuale che potrei definire frenetico. Inoltre, ora come ora la maggior parte dei lavori, come d'altra parte il mio, è votata all'internazionalità e quindi a frequenti spostamenti e a una visione poco regionalistica. Da ciò mi viene logico pensare che pur lavorando giù sarei comunque portato a dovermi spostare e, quindi, neppure in questo caso varierebbero molto le mie abitudini. L'unica vera differenza potrebbe essere quella di poter vedere i miei cari con più assiduità, benché anche attualmente io non perda mai occasione, non appena si presenta la possibilità, per tornare nel mio paese da parenti e amici.

Nonostante la tua lontananza da Noci duri ormai da diversi anni, precisamente dal 2007, hai mantenuto ben saldo il tuo rapporto con le sue tradizioni. Oltre il legame con la tua famiglia, cosa ti spinge a sentirti ancora un cittadino nocese a tutti gli effetti?

Tutto, perché per me Noci è parte integrante del mio vivere. Se sono così lo devo sicuramente al luogo e, principalmente, alla mia famiglia, in cui sono cresciuto. Infatti nel rapportarmi con la gente e nelle situazioni più disparate porto sempre con me la mia nocesità. Giusto per fare qualche esempio: adoro, quando mi è possibile, usare delle massime dialettali (pronunciate prima in dialetto appunto e poi opportunamente tradotte), adoro fare assaggiare prodotti tipici e ricette della nostra ricchissima tradizione culinaria e raccontare aneddoti e tradizioni per far conoscere il nostro paese; addirittura, il primo anno di università avevo insegnato ai miei compagni di corso la canzone folkloristica del "pitipu".

Ritieni che esista un modo per far coincidere la propria ambizione professionale con la volontà di restare a Noci o pensi, al contrario, che una eventuale partenza sia una condizione necessaria al tempo d'oggi?

Penso che in generale non siano assolutamente aspetti in contrapposizione. L'andare lontani dal proprio paese pur essendo un po' una scuola di vita che ti fa capire valori e ti responsabilizza molto, non penso sia forzatamente necessaria, ma per un periodo della propria vita può essere utile. Come anche non penso assolutamente che non si debba tornare o che non si possa raggiungere la realizzazione professionale anche a Noci. Si tratta a mio parere due discorsi scollegati.

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