Valerio Mastrangelo, dal 2012 a Lussemburgo

02-04-valerio mastrangeloNOCI (Bari) – Valerio Mastrangelo, il protagonista dell'intervista di oggi, a soli 18 anni ha avuto la giusta determinazione e la forza necessaria per inseguire la sua strada e per rendere concrete le sue ambizioni. Se a una così giovane età una scelta simile può sembrare più semplice, la sua esperienza ci dimostra come, al contrario, proprio a 18 anni, quando amici e divertimento dovrebbero essere le priorità principali, allontanarsi dalla propria famiglia e dalle proprie abitudini diventa complicato ma allo stesso tempo necessario se si crede davvero in un sogno.

Nonostante la tua giovane età, hai le idee ben chiare su quello che sarà il tuo futuro. A cosa devi questa convizione?

Effettivamente hai ragione: nonostante i miei 20 anni, ho in mente ben chiaro cosa voglio e a cosa aspiro per il mio futuro. La mia convinzione la devo al modo in cui sono stato cresciuto dai miei genitori, i quali da sempre mi hanno incoraggiato a non mollare mai e a credere nei miei sogni. Inoltre, gran parte della mia determinazione la devo alla testardaggine che mi contraddistingue, che, se da una parte può essere considerata un difetto, dall'altra, invece, è un incentivo a portare avanti i miei obiettivi.

Come mai nonostante tu abbia conseguito il diploma da geometra, hai deciso di lavorare nel settore della ristorazione?

Questa attuale può essere ben definita una sistemazione provvisoria, in quanto non ho alcuna intenzione di fermarmi al punto in cui sono arrivato oggi. È per me un punto di partenza, aspiro ad ottenere sempre di più: chissà magari un giorno potrei avere un ristorante tutto mio, questo è ad esempio un traguardo che mi piacerebbe raggiungere. Comunque sia, non ti nascondo che sono già alla ricerca di qualcos'altro.

A soli 20 anni hai deciso di lasciare tutto, amici e famiglia, per trasferirti all’estero. Pensi che la tua giovane età abbia reso più semplice questa decisione o, al contrario, ti abbia fatto sentire ancora di più il distacco da tutto quello che hai lasciato a Noci?

Quando sono partito avevo solo 18 anni e, infatti, i miei 20 anni li ho compiuti a Lussemburgo. All'apparenza quella di partire così presto potrebbe sembrare una scelta semplice giustificata proprio dalla mia giovane età e dalla possibilità di costruire il mio futuro in un nuovo posto, ma in realtà personalmente non è stato affatto facile. Il momento peggiore è stato quello dei saluti: quando ho abbracciato mia madre e mio padre è come se mi stessero togliendo un pezzo di cuore e la stessa sensazione ho provato quando ho dovuto salutare mio fratello, colui che più mi ha incoraggiato in questa nuova esperienza e che avrebbe compiuto gli anni due giorni dopo la mia partenza. Non ti nascondo che adesso, rispetto a quando sono partito, le cose sono un po' migliorate, ho instaurato nuove amicizie e mi sono anche legato sentimentalmente ad una ragazza, ma, nonostante questo, la mia famiglia, alla quale sono fortemente legato, continuerà sempre a mancarmi.

Nel novembre del 2012 decidi per la prima volta di cercare lavoro all'estero, ma sei dovuto tornare per le difficoltà riscontrate con la lingua. Nonostante questo però, hai deciso di studiare la lingua e di ricominciare la tua ricerca. Cosa ti ha spinto a partire ancora una volta e a non restare a Noci?

La prima volta che partii per Lussemburgo, il 10/11/2012, fu con i nonni e mio zio, un ingegnere anche lui in cerca di lavoro. Dopo tanti tentativi e diversi colloqui avuti, fu un vero e proprio fiasco. Tuttavia ho avuto modo in un mese di rendermi conto di come funzionava la vita lavorativa e sin da subito ho voluto imparare bene il francese. Sono ritornato a Noci con la convinzione di ripartire quanto prima. Grazie a Domenica Lippolis e, subito dopo, a Rossella Colucci ho iniziato a parlare il francese discretamente con la consapevolezza che, una volta arrivato a Lussemburgo, sarei riuscito a perfezionare la mia conoscenza: cosa che oggi dopo un anno posso confermare. Cosa mi ha convinto a farmi ripartire? È semplice indovinare la ragione: da noi è sempre più difficile trovare un lavoro stabile, soprattutto considerando che negli ultimi tempi le difficoltà sono aumentate anche per i nostri genitori, figuriamoci per noi giovani. Sono partito con la convinzione che a Lussemburgo sarebbe stato tutto diverso e io avrei avuto la possibilità di costruire il mio futuro su basi sicuramente più solide.

Pensi che a 20 anni sia più importante condurre una vita tipicamente da ragazzo, e quindi godersi la propria età, oppure iniziare a cercare la propria strada, non escludendo i sacrifici che questo può comportare?

Secondo il mio punto di vista, a 20 anni è opportuno impegnarsi per costruire la propria strada e quindi reagire immediatamente, prima che diventi troppo tardi. Comunque sia, è evidente che sono ancora piccolo e che quindi è giusto che mi goda la mia età. Fino ad ora mi sono divertito tanto con i miei amici, visitando posti in cui non ero mai stato: un'altra particolarità che ha Lussemburgo è il suo posizionarsi al centro dell'Europa e quindi la possibilità di poter visitare in poco tempo Germania, Belgio, Svizzera, Francia.

Hai detto che miri ad affermarti nel mondo del lavoro. Quali sono i tuoi progetti futuri e i tuoi sogni?

Per il mio futuro vorrei innanzitutto imparare quanto prima e bene il lussemburghese come il francese, in modo tale da poter trovare un lavoro con orari e salari migliori. Il tutto mi aiuterebbe a mettere qualcosa da parte per poter un giorno acquistare un appartamento con la mia ragazza e magari costruire una famiglia con lei. Per il momento i miei progetti sono questi e spero di riuscire a realizzarli tutti.

 

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