Francesco Laera, la sua esperienza in Europa e il suo amore per Noci

05-10-francesco laeraNOCI (Bari) – Francesco Laera, nuovo protagonista di questa intervista, ha vissuto e lavorato per dodici anni a Bruxelles e da poco più di un anno è tornato in Italia per lavorare a Milano presso la Rappresentanza italiana della Commissione europea. A Bruxelles ha mantenuto ben solido il suo legame con il nostro paese, non rinunciando a portare con sé e a diffondere gran parte delle tradizioni locali. Sebbene il suo sogno sia quello di girare il mondo, non escludendo la possibilità di un'esperienza extraeuropea, resta comunque indiscusso il suo amore per Noci e la volontà di tornarci sempre più spesso.

Hai lasciato Noci nel 1994, all'età di 19 anni, per frequentare la facoltà di Scienze Politiche alla LUISS a Roma. Subito dopo la laurea decidi uscire dall'Italia. Hai mai pensato in questo lasso di tempo di rientrare nel tuo paese d'origine?

In realtà no, per coerenza con il mio percorso universitario. A Roma, infatti, mi sono specializzato in temi internazionali ed europei e continuare questi studi all'estero mi sembrava la scelta più giusta. Questo grazie ai miei genitori e alle mie sorelle che mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto nelle mie scelte.

Subito dopo la laurea, precisamente nel 1999, lasci l'Italia e, dopo un anno di master in UK, hai vissuto per 12 anni a Bruxelles, fino al 2012. Quale è stato il tuo percorso in questi anni e quali cambiamenti hanno riguardato al tua carriera professionale?

Bruxelles mi ha dato molto, sia professionalmente che umanamente. In questa città mi sono occupato di affari europei sia nel settore privato che in quello pubblico. A Bruxelles è facile sentirsi parte di un'atmosfera "europea": la città è molto accogliente e tollerante, i miei colleghi e i miei amici vengono tutti da Paesi diversi. È una piccola Babele linguistica, culturale, gastronomica. Se si è un po' curiosi, è facile innamorarsi degli stimoli che la città ti offre. Ho cercato di dare anch'io il mio contributo: un'amica di Bari ha chiamato me e altri due amici pugliesi per parlare della nostra Puglia a un gruppo di suoi studenti d'italiano fiamminghi. Tra musiche, cibo e immagini è venuta fuori una splendida "pubblicità" a favore della nostra regione. Molti di loro hanno poi deciso di venire in Puglia per le vacanze estive e se ne sono definitivamente innamorati.

In tutti questi anni distante dal tuo paese d'origine, quale rapporto hai mantenuto con le tue origini e con le tradizioni del tuo paese?

Il legame rimane molto forte. I miei genitori e gran parte dei miei amici d'infanzia vivono a Noci e io ci torno sempre molto volentieri. Ho avuto modo di portare molti dei miei amici "bruxellesi" a Noci e tutti si sono trovati molto bene. Il sole, i trulli, le orecchiette e le mozzarelle hanno lasciato il segno. L'anno scorso in aeroporto ho sentito due passeggeri milanesi che venivano a Noci per la sagra di "Bacco nelle gnostre" e la cosa mi ha fatto ovviamente piacere. Ogni tanto mi capita di usare anche qualche espressione dialettale, anche se il mio dialetto non sarà mai come quello di mia nonna. È lei la vera "madrelingua" di casa!

Da poco più di un anno sei tornato in Italia, precisamente a Milano, dove lavori presso la Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Indubbiamente si tratta di un incarico importante e di respiro internazionale. Credi che un tale ruolo sia incompatibile con la volontà di vivere più vicini al nostro territorio?

Non penso che sia totalmente incompatibile. Uno dei motivi che mi hanno spinto a venire in Italia è proprio la volontà di essere più vicino al nostro territorio. Certo, vivere stabilmente a Noci non sarebbe forse compatibile con la carriera che ho scelto, ma cerco di fare in modo che il mio lavoro possa rendere il nostro territorio più consapevole delle opportunità offerte dall'Unione europea. Penso per esempio ai fondi strutturali, all'Erasmus, ai fondi per sostenere le piccole e medie imprese, alla ricerca, ai diritti dei consumatori, alla possibilità di vivere e lavorare ovunque in Europa...

Avendo vissuto per 12 anni all'estero, hai avuto modo di conoscere più da vicino una realtà sicuramente diversa da quella del nostro Paese. Se ti fosse data la possibilità di scegliere, oggi preferiresti restare in Italia o trasferirti nuovamente?

Dopo tanti anni con una valigia in mano, è difficile immaginare di rimanere fisso in un posto. Il mio lavoro mi riporterà prima o poi a Bruxelles, anche se, sognando a occhi aperti, non mi dispiacerebbe un'esperienza lavorativa extraeuropea. Alla fine deciderò con mia moglie, cercando la soluzione migliore per combinare insieme le nostre carriere e la volontà di essere vicini ai nostri genitori e amici.

Rispetto al periodo in cui vivevi a Bruxelles, oggi torni a Noci con maggiore frequenza, riuscendo in questo modo anche a vivere più da vicino la realtà quotidiana del nostro paese?

Da un po' di tempo torno più spesso a Noci, anche prima di trasferirmi a Milano. Non è tanto per la distanza che è diminuita, quanto piuttosto per la volontà di stare più vicino ai miei genitori. Per fortuna sia Milano che Bruxelles sono ben collegate a Bari, quindi ho poche scuse per non tornare. Mia madre sarà felice di questa risposta...

 

Nocesi nel mondo

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