Cosimo Cito: “Riconosco il valore inarrivabile di due cose, la bellezza e la fortuna”

09-15-cosimo citoNOCI (Bari) – Cosimo Cito: laurea in Lettere moderne, master in giornalismo, stage in Rai, collaborazioni con l'Unità, per la quale ha seguito 7 Giri d'Italia e 7 Tour de France, e dal 2011 giornalista sportivo presso la Repubblica. Un percorso fatto di tappe importanti e traguardi raggiunti con la caparbietà di chi ha sempre creduto nelle proprie aspirazioni, nonostante quello del giornalismo sia oggi un mondo dall'accesso "bloccato".

In attesa di raggiungere la cima di una montagna dalle strade tortuose e non prive di ostacoli, Cosimo Cito cerca di assaporare ogni giorno la bellezza di tutto quello che costituisce la sua strada, lasciandosi alle spalle l'incertezza di quello che è stato e di ciò che potrà ancora esserci. Perché credere con tutto se stesso in qualcosa significa guardare avanti, camminare, e accettare il rischio di perdersi con la convinzione che è ancora possibile riscoprirsi.

Hai collaborato a lungo con l'Unità. Qual è stato il tuo primo pensiero quando hai appreso della chiusura del quotidiano?

Il mio primo contatto con l'Unità è avvenuto nel 2008, un mese di stage poi sfociato in una collaborazione assidua, lunga ben 6 anni e diverse centinaia di articoli. Mi sono sempre occupato di sport, calcio e ciclismo soprattutto, e il mio rapporto col giornale non si è mai interrotto. La chiusura mi ha lasciato dentro tantissima amarezza: una voce così autorevole non può e non deve spegnersi in nessun caso. Non deve e non può risolversi questa vicenda in una mera questione di soldi, l'Unità deve vivere "a prescindere" da tutto, perché è un pezzo della storia d'Italia, una specie di monumento di carta, da salvaguardare a tutti i costi. Sono certo - e ho notizie confortanti in merito - che presto l'Unità tornerà in edicola.

Il ciclismo è la tua grande passione. Cosa ne pensi della riapertura delle indagini sulla morte di Pantani?

Per l'omicidio non esiste prescrizione, e se c'è stato un omicidio chi l'ha causato deve pagare duramente. Se la magistratura sta operando in questa direzione, è perché ha sicuramente in mano ipotesi, indizi, non solo voci. Quindi è giusto che si vada a fondo in questa bruttissima storia di morte, degrado, solitudine e complicità.

Credi nel potere della bellezza e della fortuna: sono valori realmente perseguibili o possono diventarlo in qualche modo?

La bellezza è verità, disvelamento, folgorazione, purezza, è la ragione di tutto. Più che un valore, la bellezza è la misura di tutte le cose: senza, la vita è esistenza. La fortuna dal canto suo è solo uno strumento, ma indispensabile: sorprende pensare a quante cose avvengano senza motivo e senza necessità, perché devono, in quell'istante, e alla differenza che fanno ogni giorno i dettagli, le occasioni, l'irripetibile. Escludo ogni partecipazione esterna, provvidenziale, al corso delle cose. Ciò che accade è indifferente a tutto, a ciò che è stato prima e ciò che sarà dopo. Accade. Il nostro ruolo è nell'assecondare i casi della vita, adattarci e andare avanti, grazie o nonostante tutto.

Il tuo ingresso nel mondo del lavoro è avvenuto a seguito di un master in giornalismo. Consigli questa esperienza a chi intende diventare un professionista dell'informazione?

E' molto dura fare diversamente, la scuola di giornalismo ti dà l'occasione di entrare davvero in una redazione, di capire se c'è davvero un posto per te in questo mondo, di diventare parte dell'ingranaggio. Duole dirlo, ma la gavetta nel giornalismo non paga quasi mai, è un mondo che attualmente respinge. E la passione, senza occasioni vere - senza fortuna, per tornare alla domanda precedente - può trasformarsi nel più tossico dei veleni.

C'è un retaggio nocese del quale non riesci a liberarti?

Noci è "casa", la mia storia, le strade che potrei ancora oggi percorrere bendato, tutti i ricordi, tutti i passi di bambino, le domeniche, papà, mamma, le sorelle, la zia, i nonni, tutte le cose giuste, belle, quelle eterne che restano e mi accompagnano sempre. Noci è nel mio carattere, nelle mie abitudini, un tutto al quale nulla potrò e vorrò mai sottrarre. Tre cose, soprattutto, in me sono nocesi e sono per sempre: l'amore per la mia famiglia (e per l'idea stessa di famiglia), l'amore per la natura, il "sentimentalismo", ossia un'idea pura e altissima dei sentimenti.

"Fortuna". Più volte nella tua presentazione hai utilizzato questa espressione. Lavorare in Rai, seguire sette Giri d'Italia e sette Tour de France per "l'Unità" e oggi occuparti di sport presso "la Repubblica", tutto questo è solo frutto di scelte giuste e di circostanze fortunate?

90% fortuna, 10% scelte che le circostanze hanno reso giuste. Ho seguito una strada tortuosa e insicura, lunga, potenzialmente senza sbocchi. Come quando, in montagna, inizi un sentiero non segnalato e non sai se arriverai, però ti affascina sapere ciò che c'è oltre, e cammini, cammini, e non ti volti mai: ecco, non mi sono voltato mai. La cima non è ancora arrivata, chissà se arriverà. Ma cos'è la cima, se non la fine? E quante cose belle ci sono, prima? Più di tutto, mi interessano quelle.

Nocesi nel mondo

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