Andrea torna a settembre

temTemperamente - Andrea torna a settembre è uscito nelle librerie a novembre e per me è stato il primo libro del 2015. Ho aspettato un po' per essere sicura di poter farmi carico della storia (o delle storie) che vi avrei trovato. Alessandro Gallo, per chi lo conosce, non scrive romanzetti d'amore o storie leggere. Parla di giovani vite che hanno a che fare, più o meno direttamente, con la mafia, di qualunque regione italiana si parli.

Andrea ha vent'anni, è una ragazza non troppo femminile, che veste con scarponi, jeans e t-shirt, lavora in un magazzino, una sorta di piccolo emporio che vende di tutto. Ha degli amici con cui trascorre le serate al bar di Damiano e nessun interesse a cambiare la realtà circostante. Vive con la nonna, sua madre se n'è andata con un camorrista e il padre non l'ha mai conosciuto.

Ah, tra le altre cose, Andrea ha un terrazzo sul punto più alto del Villaggio Coppola, a Castel Volturno, e da lì entra con lo sguardo nelle case di tutti, conosce verità che non tutti vedono o fanno finta di non accorgersene. Tra l'altro, chi si fa i fatti suoi, campa cent'anni (così si pensa al Sud spesso).

Si può accettare l'usura, si può sopportare di lavorare nei campi avvelenati a raccogliere pomodori, si può non dire a qualcuno che la propria madre va a letto con il vicino di casa, finché un moto di coscienza, rimasto intrappolato in chissà quale piega del cuore, o la delusione o la rabbia ti spingono ad affrontare la realtà, a confessare, a raccontare ciò che sai, a salvare un amico e sperare che un altro si svegli dal coma e accettare poi di fare un viaggio in tre, fino in Sicilia, con una vecchia Panda "presa in prestito", solo per accompagnare qualcuno a rivedere il passato e onorare chi non c'è più.

E dopo tornare, a settembre magari. Perché Andrea torna a settembre. Un po' più donna, un po' più cosciente, un po' più con la voglia di vivere davvero, di vedere a colori. Perché, se non è una maglietta che decide se una è donna oppure no, lo dicono i colori. Noi donne, a questa terra, dobbiamo portare del colore, dice Nadine, ballerina di origini africane, mentre è con Andrea in spiaggia.

Chi torna, è vero, deve trovarsi una ragione per restare, perché il villaggio qui è così: qui la gente arriva a pochi secondi dalla morte, poi ci ripensa, chiede scusa e riparte da zero. Ma questo villaggio bisogna viverlo faccia a terra. Villaggio Coppola, come qualunque altra realtà non semplice in cui ciascuno di noi vive. Fuggire, far finta di nulla, andare avanti solo per se stessi non ha senso.

Alessandro Gallo e i suoi personaggi (che sono sempre ispirati a fatti e storie reali, per quanto romanzati) ne sono consapevoli.

Andrea torna a settembre è un romanzo breve che ho letto tutto d'un fiato. Non potevo fare altrimenti. Questa storia sentivo di dover assorbirla tutta insieme. È un concentrato di vite. C'è sempre un impianto corale nei suoi romanzi. Sarà che la vita è un intreccio di relazioni o che per professione Alessandro porta ragazzi in scena, ma ogni volta sai di dover incontrare tanti volti e vissuti. Sai, soprattutto, che non si tratterà dei capricci o delle paranoie esistenziali di adolescenti o giovani che hanno tutto e organizzano festini per divertirsi. Sai che i protagonisti dei suoi romanzi hanno storie un po' tormentate, hanno problemi da grandi, anche se grandi non sono ancora, e hanno i sogni della gente comune, ma richiedono più fatica per realizzarsi.

La normalità, tuttavia, è solo un luogo comune. Andrea adesso l'ha compreso e sa che quel terrazzo, che era per lei rifugio e luogo di osservazione, non fa più per lei. Questo villaggio bisogna viverlo con i piedi per terra. Forza e coraggio, Andrea!

Alessandro Gallo, Andrea torna a settembre, Navara Editore 2014, pp. 92, 12 euro.

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