Nevermind

temTemperamente - Nevermind: riprende l’album più famoso, quello del boom, dei Nirvana, la graphic novel di Tuono Pettinato pubblicato da Rizzoli Lizard per il ventennale della morte di Kurt Cobain, uscito ad aprile 2014. È da quando il libro è uscito che ci avevo messo su gli occhi: Kurt Cobain è per tutti quelli della mia generazione qualcosa che trascende la parola idolo, perché decisamente non era un idolo – nonostante abbiamo indossato le magliette con la sua faccia e acquistato libri e cd e creduto ad ogni sua parola, scritta, parlata o trafugata.

Lo stesso vale anche per quelli di altre generazioni, che hanno provato sentimenti molto simili ai miei nei confronti di Kurt Cobain: Tuono Pettinato, difatti, appartiene a una generazione diversa; e così anche Davide Toffolo, cantante dei Tre Allegri Ragazzi Morti e a sua volta disegnatore, che firma una sentita introduzione al libro stesso. Eppure tutti e tre ci ritroviamo ad ascoltare gli album di Cobain e a canticchiare mentre nelle pagine scorrono i versi delle loro canzoni.

Procede proprio come se fosse una lunga canzone su Kurt Cobain, questa particolare biopic, in cui il protagonista viene narrato dal suo miglior amico indiscusso negli anni: il tigrotto di Calvin&Hobbes, Boddah, suo amico immaginario dell’infanzia, figura amicale durante l’età adulta, infine destinatario della lettera che Kurt lascia prima del suicidio. La scelta di Tuono Pettinato di far parlare Boddah sottolinea probabilmente la sua volontà di mostrare l’artista, tra i più discussi e chiacchierati di sempre, dal lato meno facile e più definitivo: un adulto segnato da un’infanzia difficoltosa, che si trascina in un’adolescenza arrabbiata ed emarginata, fino a diventare una rockstar incompresa, capace di sublimare tutto questo in una musica nuova, che parlava a tutti, esprimendo non soltanto le ansie di chi si sente sempre un po’ fuori.

Ogni tentativo di stigmatizzare Kurt Cobain in un tipo e di dare una spiegazione logica alle sua azioni come alla sua arte mi sembra però sbagliato e ingiustificato: non potrei mai ridurre nessuno a una catena di causa e effetto, men che meno Kurt Cobain. Perciò, dimenticate le precedenti parole, leggete la graphic novel di Tuono Pettinato e ascoltare la sua musica. Che è perfettamente descritta da Davide Toffolo così:

E nella musica dei Nirvana tutto questo sembrava parte del racconto stesso, della poetica della band. Irriverente come l’essenza stessa del punk, calda come il blues americano, compromessa come tutta la musica commerciale ma vitale, aggregativa, generazionale, a suo modo rivoluzionaria.
Per tutti questi motivi, un plauso va a Tuono Pettinato per la sua biopic così scorrevole e vicina a quello che si presuppone essere la realtà e lontana dagli stereotipi. L’illustratore non era nuovo alle biopic: ne aveva già scritte altre su alcuni personaggi storici, come Garibaldi e Galileo. Questa biopic si muove con velocità (che è un male), talvolta non rispettando l’ordine cronologico (che è un bene), unendo gli episodi scelti per rappresentare la vita di Kurt Cobain tematicamente, spesso tratteggiandone le sensazioni con la sua musica. E così, con una canzone malinconica, si chiude Nevermind, lasciando in gola un groppo non sciolto.

Tuono Pettinato, Nevermind, Rizzoli Lizard, 2014, € 13, pag.89

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