Non è stagione

temTemperamente - Rocco Schiavone è tornato: cinico, di pessimo umore, sempre in bilico tra il rispetto della legge e i metodi spicci e sgradevoli di chi non disdegna un’incursione nell’illegale per arrotondare lo stipendio, malamente intabarrato nel suo loden e calzato di un paio di Clark’s inadeguate per la nevicate di maggio in Valle d’Aosta. È tornato, ed è alle prese con un rapimento: la figlia adolescente di un noto imprenditore è stata portata via da qualcuno, ma la famiglia sembra preferire la reticenza e il silenzio alla collaborazione con gli inquirenti; sarà Schiavone, insieme al suo fidato gruppo di agenti, a risolvere il caso: facendo in fretta, però, perché ogni ora che passa potrebbe allontanare sempre di più le possibilità di ritrovare in vita la ragazza. Tra bugie e ostilità, arrancando nella neve e maledicendo il ghiaccio infido e sdrucciolevole, Schiavone continua a non deludere il suo pubblico.

I gialli di Antonio Manzini sono una sicurezza, per chi decide di leggere un poliziesco in piena regola. Sono compatti, senza sbavature: la trama è salda, la soluzione non è tirata per i capelli, gli indizi sono sparsi con cautela nel testo. A metà del libro, sembra di intravedere la soluzione: ma, quando un’ombra di delusione sta increspando il viso del lettore, un rapido colpo di coda rimette tutto in discussione. Il personaggio di Rocco Schiavone è uno dei più ben fatti, nel panorama giallistico italiano: con una scorza dura e un cuore tenero, sentimentale ma non stucchevole, sprezzante ma non brutale; un romano schiaffato ai piedi delle Alpi contro la sua volontà, nostalgico e sguaiato ma indiscutibilmente vero. La capacità di Manzini di armonizzare la trama gialla con il contesto è ammirevole; troppo spesso, nei polizieschi contemporanei, la tendenza a privilegiare il contorno schiaccia la storia. L’autore, invece, rende le vicende di Schiavone funzionali al testo, motiva ogni sua esternazione, rende necessaria alla costruzione della trama anche la routine della “preghiera laica quotidiana”. Il finale, che apre la strada al prossimo volume della serie, dona un sospiro di sollievo ai lettori: speriamo soltanto che Manzini non ci faccia attendere troppo.

Antonio Manzini, Non è stagione, Sellerio, collana La memoria, 2015, pp. 328

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