Rompicapo in quattro giornate

temTemperamente - noi conosciamo il grande Isaac Asimov, l’autore che ha scritto più di quello che la stragrande maggioranza delle persone manco si sognerà mai anche solo di leggere (si parla di oltre 500 opere, tra romanzi, antologie di racconti e scritti divulgativi). Figuriamoci di scrivere. Lo stesso autore che è, a ragione, considerato uno dei padri della fantascienza.

Ma ecco che il genio riesce sempre a sorprenderti, anche attraverso vie inattese. Oggi voglio parlare di un libro che mi ha appassionato molto, essendo un amante dei thriller e dei romanzi polizieschi. E dato che si avvicina il momento dei Premi, con lo Strega alle porte, ho scelto questo romanzo del succitato genio.

Rompicapo in quattro giornate, infatti, è ambientato nel mondo dell’editoria. Le vicende si svolgono infatti durante un festival letterario, ospitato in un grande albergo. Editori, scrittori semi-falliti, lettori voraci, si muovono tra le stanze e la grande hall dell’hotel, tutti in subbuglio per la scoperta di un cadavere in una delle stanze. Le quattro giornate di durata della fiera del libro basteranno all’arguto scrittore Darius Just, voce narrante, per risolvere il mistero che all’inizio, da buona tradizione romanzesca, pareva irrisolvibile.

Particolare chicca che impreziosisce il romanzo è un cameo importante. Tra i sospettati dell’omicidio a porta chiusa è lo stesso Asimov infatti a ritrovarcisi. Proprio come faceva Hitchcock nei suoi film, che spesso compariva per qualche breve frammento (eh, ma tra geni, ci si capisce). Con questa fugace apparizione, l’autore risponde alle accuse di snobismo e puzza sotto il naso che alcuni suoi contemporanei mossero nei suoi confronti, rivelando un’anima autoironica e capace di schernirsi. Perché il genio ti colpisce attraverso le vie più inaspettate.

Isaac Asimov, Rompicapo in quattro giornate, Mondadori

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