Il pendolo di Foucault

temTemperamente - Uno degli ultimi libri che ho letto è stato Il pendolo di Focault, dell’inarrivabile Umberto Eco. Dovete credermi se vi dico che è stato uno dei libri più difficili che abbia mai letto. Non per vantarmi, ma di solito un romanzo rimane nelle mie mani solo per pochi giorni, a volte addirittura per poche ore.

Quest’opera dell’autore pluripremiato, vero genio da esportare oltreconfine, invece, per essere completata, ha dovuto aspettare oltre due settimane.
Più volte ho dovuto prendere in mano lo Zingarelli per andare a scoprire il significato di parole fino a quel momento ignorate. E così vetuste che credo che presto torneranno nel dimenticatoio, causa inutilizzo. Eco ha voluto con quest’opera (datata 1988, a distanza di otto anni dalla sua opera prima Il nome della rosa) dare sfoggio delle sue enormi conoscenze storiche e capacità di letterato. Anche troppo, sibileranno i più velenosi. E non a torto, penso. Allora, partiamo dal titolo, il quale fa riferimento all’esperimento del fisico che gli ha dato il nome.

Per dimostrare attraverso l’osservazione empirica la veridicità della teoria riguardo alla rotazione terrestre, Léon Foucault (1819-1868) posizionò un grande pendolo sferico (un cavo di oltre 60 m al quale era attaccata una sfera di 28 kg), che fu appeso nel 1851 alla cupola del Panthéon di Parigi. Nel corso dell’esperimento, il fisico lasciò oscillare il pendolo e vide che disegnava delle linee curve sotto lo stesso. Poiché è pacifico che il piano di oscillazione libera di un pendolo non cambia nel tempo, le linee ondulate stavano a indicare che era il terreno sottostante a muoversi. Se infatti la Terra non si spostasse, il pendolo dovrebbe tracciare un’unica linea sul pavimento coperto di sabbia.

Il romanzo, baroccato quasi allo stremo, parla delle sorti di una piccola casa editrice milanese, la Manuzio edizioni, che da pubblicare cialtroni convinti di svelare arcani inconfessabili passa all’elaborazione di un Progetto in grado di disturbare e mettere in discussione nientemeno che la massoneria, quella con la m maiuscola. Protagonista e io narrante è Casaboun, studente laureando di filosofia che porta come argomento di tesi la storia (travagliata e quasi sempre romanzata) dei Templari, i cavalieri di Cristo (ma saranno veramente come li dipingono le novelle romantiche?). Se siete attratti dall’esoterismo, dalle sette segrete, dalla cabala ebraica, dalla ricerca della Verità ultima… Questo libro entrerà di diritto tra i vostri preferiti. Quasi una storia alla ultimo best seller di Dan Brown, ma molto più dotta e acculturata, di cui condivide il genere ma non di certo il linguaggio e la linearità di trama. Libro non per tutti, purtroppo. Bellissimo e/o tremendo.

Umberto Eco, Il pendolo di Foucault, Bompiani, 1988, € 12.90

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