L'arte dello stato gassoso

temTEMPERAMENTE - Il filosofo francese Yves Michaud, autore del saggio L’arte allo stato gassoso, si pone alcune domande per comprendere i mutamenti avvenuti nell’epoca del trionfo dell’estetica: la nostra epoca. Che cos’è dunque l’arte e come è cambiata nel corso del tempo? Esiste un giudizio estetico assoluto in un regime dominato dalla frammentazione di stili e tendenze? E soprattutto, ha ancora senso parlare di arte in un mondo in cui il bello sembra essere ovunque?

Il lavoro di Michaud va oltre e ci presenta subito un paradosso stimolante: nel momento di massima estetizzazione della vita contemporanea, in cui la bellezza è quella dei corpi scolpiti dalla chirurgia estetica, delle foto delle riviste di moda o degli spot pubblicitari, l’arte è scomparsa. Agli oggetti e alla loro aura si sostituiscono le “esperienze”: performance, installazioni multimediali e altri dispositivi, che coinvolgono lo spettatore in un’atmosfera immersiva, dando così l’impressione di un’esperienza estetica pura, vissuta nell’armonia e nel più totale disinteresse.

Le conseguenze di tutto ciò non si lasciano attendere: l’arte si trasforma in etere, profumo che si diffonde ovunque, al punto che il mondo intero sembra immerso in un’inebriante atmosfera estetica. “Air de Paris”, direbbe Marcel Duchamp. Ed è proprio la figura dell’artista francese ad attraversare il saggio come un filo rosso, dalla provocatoria invenzione del ready-made (qualsiasi oggetto può essere arte) alla sua banalizzazione nelle pratiche artistiche contemporanee. E che dire di Walter Benjamin, il primo ad avere descritto gli effetti della riproducibilità tecnica e i mutamenti che avrebbero condotto alla fine dell’ideologia modernista del “nuovo” e alla nascita dell’arte contemporanea? Anche il suo è un riferimento obbligato e Michaud riconosce ampiamente l’importanza e l’attualità del suo pensiero.
Alla fine, tra l’analisi lucida e lo scetticismo generale, ci si chiede perché l’arte non scompaia del tutto, come un cigno morente costretto a cantare all’infinito. La risposta è nelle parole dello stesso Michaud:

L’arte si rifugia in un’esperienza che non è più quella di oggetti circondati da un’aura, ma di un’aura che non ha più legami con niente. E questa aura, questa aureola, profumo o gas, esprime attraverso la moda l’identità dell’epoca.
Viviamo in un mondo dove tutto è transitorio, un mondo in cui l’umanità non riesce più a rispecchiarsi in opere consistenti e durature. I grandi capolavori sono scomparsi, ma al tempo stesso l’arte è ovunque: siamo nell’epoca del trionfo dell’estetica. Che senso ha lamentarsi, se lì fuori è tutto così bello?

L’arte allo stato gassoso ci offre le chiavi per comprendere meglio i nostri tempi, non nascondendo i dubbi e le perplessità di fronte allo stato attuale delle cose. Un saggio da leggere, studiare, consigliare a chiunque.

Yves Michaud, L’arte allo stato gassoso. Un saggio sull’epoca del trionfo dell’estetica, Idea, Roma, pp. 147, € 18,00

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