Sentieri di notte

temperamenteTemperamente - Traduttore, saggista elegante e originale, persona piacevolissima e di grande cultura, Giovanni Agnoloni esordisce in campo narrativo con una storia che mescola fantascienza, giallo, romanzo psicologico e narrativa mainstream, dando forma a un esemplare perfetto di poetica connettivista. Questo movimento letterario, a cui l'Autore appartiene, ha tra le sue linee guida proprio la fusione tra i generi, la connessione (sulla scia del cyberpunk) tra scienza e speculazione sociale in una sintesi che mette in campo le sperimentazioni tipiche dell'avanguardia.

Sentieri di notte è un viaggio iniziatico, una ricerca spirituale, un'alternanza di luci e ombre tra Cracovia e Berlino (città che Agnoloni mostra di conoscere molto bene e che hanno lasciato in lui un segno profondo), tra atmosfere mitteleuropee, fantasmi del passato e incertezze sul futuro.

Agganciata alla realtà nonostante le sfumature mutuate da diversi generi letterari, la trama intreccia i destini di più personaggi, dando vita a un romanzo corale che affronta la storia da più angolazioni. In un'Europa prigioniera della multinazionale informatica Macros, camminano misteriose intelligenze artificiali, mentre una misteriosa e inquietante nube bianca sta inghiottendo la città di Cracovia. L'androide Luther e il programmatore cieco Krueger (le cui vicende sono narrate in terza persona) e uno studioso di teologia (che invece racconta in prima persona la sua storia) si muovono alla ricerca di ciò che può salvare l'umanità da un sistema che vuole renderla schiava tramite il controllo dell'energia e della comunicazione. Al centro della nebbia (il Bianco, omaggio alla Cecità di Saramago) si troveranno tutte le risposte.

Agnoloni gestisce abilmente i diversi punti di vista e ci regala un romanzo stilisticamente scorrevole, in cui si incontrano descrizioni geografiche, analisi scientifiche, riferimenti storici e filosofici e da cui si intuiscono (senza che la narrazione ne venga mai appesantita) una profonda cultura e una lunga ricerca spirituale.

La conclusione può riassumersi in quello che è stato lo slogan del primo festival connettivista svoltosi a Roma alla fine di ottobre: "Dove stiamo volando?". Agnoloni alza il sipario e ci lascia gettare uno sguardo su come potrebbe essere la post-umanità. Un mondo in cui gli androidi non "sognano pecore elettriche", ma compiono un percorso di evoluzione spirituale: non l'uomo che diventa macchina, dunque, ma la macchina che si umanizza.

Un romanzo che mostra come la tesi del connettivismo possa attuarsi senza traumi, attraversando generi letterari al di fuori di restrittive catalogazioni.

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