Era farsi

temperamenteTemperamente - Non sono insolite le antologie poetiche che accolgono versi sparsi, scritti durante un certo periodo della propria vita. È così che Margherita Rimi raccoglie poesie nate nell'arco di trent'anni, segnate dall'esperienza di neuropsichiatra infantile. Il fulcro di questa ʽautoantologiaʼ, come l'ha definita la stessa autrice, sono i bambini, non quelli spensierati e felici, bensì minori che hanno subito violenze.

Insieme alle loro vicende, si fa strada anche la voce dell'autrice bambina – non è casuale, allora, il titolo della raccolta: "Era farsi" –, quasi volesse andare incontro ai suoi piccoli pazienti senza distanza alcuna.

I disagi infantili emergono, tuttavia, con delicatezza. L'autrice presenta i bambini segnati da storie di violenza, come libri chiusi che restano tali perché i grandi hanno grandissimo da fare o che spezzano le parole in sillabe forse per non ricordare quanto subito, come per la cin-cin-tura.
E Margherita Rimi si chiede cosa sono/ i morti bambini/ le croci/ in ginocchio/ cosa contano/ i chiodi dai muri.

Per un bambino, la parola può salvare o far paura, una volta al giorno, o può dare forma al mondo con le domande. Sono ricorrenti le immagini delle rotaie, come vite parallele che si osservano senza potersi penetrare – come quella dell'autrice e quelle dei piccoli che incontra – e l'atmosfera di sonno, come realtà che fa scivolare il tempo perché non lo definisce, non lo ferma, tanto che la Rimi può dire: il tempo è nel tempo è lì dove mi fermo/ dove si pensa di restare tra le cose.

Sarà che i bambini non sanno esprimere il dolore con le parole, ma aspirano a liberarsi da quel peso che rifà/ un altro giorno/ un altro corpo, cosicché un po' di tempo ci sarà/ si può aspettare e le farfalle sembrano volare tra le pagine della raccolta, come sogni che si librano leggeri e liberi dal catenaccio dei brutti ricordi.

Questa silloge è poi arricchita da alcune citazioni di grandi autori quali Lev Tolstoj, Virginia Woolf, Thomas S. Eliot, Agota Kristof e altri, fino a comprendere un omaggio personale dell'autrice a Pirandello. È un intreccio di vissuti che va in profondità e lascia emergere l' "Io" gentile ed empatico dell'autrice che si fa portavoce di un'infanzia non sempre felice che descrive non con termini tecnici, ma con immagini di immediata percezione, così che la parola poetica sia invito a preservare e riabilitare quel tempo della vita che condiziona lo sviluppo e la maturità di persone integre.

Margherita Rimi, Era farsi. Autoantologia 1974-2011, Marsilio, 2012, pp. 192.


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