Terra ignota

temperamenteTemperamente - Novità in vista per il fantasy italiano. Ed è ancora Mondadori che, dopo il caso Licia Troisi (la cui opera non manca di numerosi difetti, ma che ha il pregio di aver portato il genere al grande pubblico italiano), punta su un giovane autore nostrano.Vanni Santoni, scrittore "impegnato" che per l'occasione si firma aggiungendo HG al suo nome e cognome, autore di testi assolutamente non fantasy, varca il confine che separa il fantastico dalla letteratura canonica e si prepara a un'ardua battaglia, con l'intenzione di dare nuova linfa e credibilità a un genere che nel nostro panorama editoriale viene considerato (su quali basi, poi, sarebbe da indagare) "inferiore".

 

È giovane, Santoni; è cresciuto a GDR e manga, ma ha una solida cultura "classica" e una certa esperienza come scrittore e saggista: una perfetta fusione tra vecchio e nuovo, il personaggio ideale per portare avanti un'idea innovativa di letteratura fantasy che sia fusione di generi, che abbia un linguaggio moderno nel raccontare antiche storie, che sappia unire nel racconto fantastico anche generi che fantastici non sono.

La storia narrata in Terra Ignota può essere letta su vari livelli. Il primo impatto ci mostra le avventure di Ailis, ragazzina del Villaggio Alto, che sfugge casualmente alla strage del suo popolo. La sua migliore amica, Vevisa, viene rapita da un manipolo di spietati cavalieri e lei parte per salvarla, seguendo il sottile filo dei sogni che le tiene unite.

A un esame più attento la storia di Ailis ci appare come un vero e proprio romanzo di formazione, un "viaggio dell'eroe", in cui ogni passaggio (l'amicizia, la perdita, la schiavitù, la battaglia, le illusioni della magia, l'amore) pone un nuovo mattone nel processo evolutivo dell'esistenza della protagonista che, in fondo, somiglia a ognuno di noi.

Il lettore segue con attenzione, apprensione, curiosità, interesse le avventure di questa ragazzina, un po' Alice, un po' Galaad, un po' Harry Potter, un po' Yuna, che si muove in un'ambientazione sospesa tra Dungeons & Dragons e Avalon, tra mitologia classica e storia antica. E resta con la voglia di leggere il secondo episodio di questa trilogia, curioso di sapere che piega prenderanno le vicende.

La commistione tra i generi, il mix di intellettuale e fantastico, è un preciso intento dell'autore. Ci sono citazioni colte disseminate in tutto il romanzo, ma anche rimandi a videogiochi, all'esperienza di giocatore di ruolo, a manga e anime. Un pot-pourri perfettamente riuscito, che coniuga uno stile pulito e scorrevole con un linguaggio moderno e una grande abilità di tessitore di trame.

Sfruttando la sua credibilità di autore "serio", "colto", "impegnato", Vanni Santoni si getta nell'impresa più difficile che uno scrittore possa immaginare: sdoganare il genere e far comprendere a una platea più vasta di quella riservata agli appassionati che il fantasy non è solo una raccolta di clichè, ma qualcosa che va oltre, che può essere scritto assai bene e che può fungere da collante tra passato e futuro di una letteratura che merita assai più considerazione da parte della critica.

Vanni Santoni, Terra Ignota. Risveglio, Mondadori, 2013

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