La stracciata pazzia

temperamenteTemperamente - Tre amici e una ragazza alle prese con il precariato: La stracciata pazzia, di Stefano Bernazzani (Mobydick, 267 pp.) è il racconto di una storia che riflette la descrizione di un periodo storico, quello attuale, caratterizzato dall’ossessione per il lavoro e dall’incertezza del futuro.

 

Se Davide e Giovanni sono colleghi alla Si.tec, azienda in crisi, la coesione del terzetto di base fa sì che anche Vincenzo, studente universitario di lungo corso, sia implicato nelle difficoltà affrontate dai due amici: in un periodo di licenziamenti, tagli e minacce di trasferimento all’estero è impossibile non sentirsi coinvolti nel clima di tensione e ansia, e all’annuncio dei nomi degli operai in esubero il fragile equilibrio della vita quotidiana si rompe definitivamente: Giovanni è fuori, mentre sulla salvezza lavorativa di Davide molti malignano, sapendolo legato alla sindacalista Valentina. Al progetto di Vincenzo di aprire una birreria insieme, allora, si antepone l’esigenza di Giovanni di manifestare la propria rabbia, di dare un segnale forte ai dirigenti.

L’episodio che segue è l’unica manifestazione della stracciata pazzia giovanile, di un momento di ribellione alla società che le fotografie sorridenti, a distanza di anni, non avrebbero rivelato (il riferimento del titolo, spiegato nelle ultime pagine del libro, è a Sulla strada, di Kerouac): ci saranno conseguenze, ma qualcuno si salverà, e forse Davide – unica voce narrante in prima persona, mentre i paragrafi dedicati agli altri personaggi sono riportati da un narratore esterno – riuscirà a riscattare le speranze di sua madre Lucia e ad essere un padre migliore del proprio.

Dal confronto generazionale offerto dalla figura di Lucia non emerge che la differenza di situazioni ugualmente infelici: se i genitori sono stati incapaci di aspirare ad altro che a un lavoro logorante e a una vita coniugale piatta, ai figli è forse precluso anche questo lusso.

S. Bernazzani, La stracciata pazzia, Mobydick, 267 pp.

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