Viale del Policlinico

temperamentenuovoTemperamente - Lorenzo è uno studente universitario: vive a Roma, sta per laurearsi in Medicina, ha una fidanzata, qualche amico, una forte passione politica. Studia per prepararsi agli ultimi esami, frequenta le lezioni al Policlinico, fa parte di un collettivo studentesco che, nell'acceso clima dell'Italia di metà anni Settanta, decide di occupare la Facoltà. Confusamente, Lorenzo sente di non potersi esimere dal partecipare; sono giorni caotici, resi ancor più concitati dal ritrovamento del cadavere di uno dei docenti, assassinato in maniera macabra: l'illustre ematologo è stato ucciso per dissanguamento. Tra sgomberi forzati e aggressioni fasciste, altri corpi senza vita faranno la propria comparsa tra le corsie; chi è che sta decimando il corpo docente della Facoltà? E qual è il senso delle orribili messe in scena che accompagnano ogni rinvenimento?

Viale del Policlinico è un romanzo gradevole, in cui il contesto narrativo è accattivante e ben narrato: la descrizione degli anni Settanta, del conflitto politico, sociale, generazionale che spaccava l'Italia, è puntuale e affascinante. Purtroppo, però, non è assolutamente funzionale al giallo: i delitti avrebbero potuto compiersi in qualsiasi altro ambiente, in qualsiasi altra epoca.

L'impressione è quella di un autore coinvolto, appassionato, felice di parlare della propria giovinezza: così coinvolto e felice da voler inserire la narrazione dell'occupazione della Facoltà, che non ha legame con lo svolgimento dei delitti. Il lettore si trova in una situazione anomala: avendo tra le mani un giallo, si aspetta di trovare personaggi e ambienti che abbiano un senso per il disvelamento finale della soluzione – o anche, che volutamente lo celino. Il libro, invece, è disseminato di episodi che non hanno alcun valore, nell'economia della trama; la sensazione è straniante: ci si aspetta che qualcosa accada, che qualcuno mostri il suo vero volto o che una particolare concatenazione di eventi porti a un indizio, e invece tutto ritorna immutato alla situazione iniziale. Uno dei personaggi – ben scritto, ben raccontato, ben strutturato – sembra addirittura inserito quasi come un silenzioso omaggio, un pudico ossequio a un amico.

Alla fine, l'omicida non è quasi nominato: mostrato rapidamente, di scorcio, tra una gita in moto, i preparativi per la vacanza in Grecia, una digressione romantica, un esame. Un romanzo piacevole, ma davvero molto poco giallo.

Claudio Coletta, Viale del Policlinico, Sellerio, collana La memoria, 2011, pp. 340

Altre recensioni su "Temperamente.it"

Temperamente

© RIPRODUZIONE RISERVATA