Mastrocesare e Palazzi: i due mister del futsal femminile a confronto

03-21-palazzi-mastrocesareNOCI (Bari) - E' già passata una domenica senza loro, le nostre protagoniste del futsal femminile regionale, United e New Team Noci, che da una settimana e qualcosa in più hanno chiuso la loro stagione, rispettivamente all'ottavo e quinto posto su 10 squadre. Come mancheranno ai tifosi, certamente sentiranno la loro assenza, soprattutto sul campo, le loro due guide, Angelo Mastrocesare per la United Noci e Sergio Palazzi per la New Team Noci (in foto i due mister).

Li abbiamo chiamati al confronto in una simpatica e interessante intervista doppia, per conoscerli meglio e fare il punto con loro sul campionato e in generale sulla passione futsal.

PRESENTATEVI AI NOSTRI LETTORI

Sergio: Ho 22 anni, studio Scienze delle attività motorie e sportive, sono un lettore sfrenato. Alleno dal 2008. La pallamano è stato il mio primo sport, da un paio d'anni c'è il calcio a 5, potrebbe essercene un altro nel mio futuro.

Angelo: Sono Angelo Mastrocesare, originario di Sammichele di Bari, compio 48 anni il prossimo mese e alleno dal 2000, ho esordito con lo Sport Five Putignano, poi C.S.G. Putignano, Martina, Monopoli, Polignano, e rappresentativa pugliese maschile calcio a 5, da due anni United Noci.

VI MANCA GIA' IL CAMPIONATO? E L'ALZARVI PRESTO LA DOMENICA MATTINA?

Sergio: Nonostante il campionato sia finito stiamo continuando ad allenarci, sarebbe un periodo di inattività troppo lungo se dovessimo non allenarci più fin da ora. Le partite, per tutto quello che si portano, mancano, ma la domenica mattina, come gli altri giorni della settimana, continuo ad alzarmi presto.

Angelo: La passione per il calcio a 5 é il carburante che spinge la mia voglia di esserci sempre, perciò a fine campionato... non vedo l'ora di riprendere.

COME OCCUPERETE ORA IL VOSTRO TEMPO LONTANO DAI CAMPI?

Sergio: Soprattutto studiando, dovrei laurearmi a breve.

Angelo: Continuo a guardare partite, sono stato a Pescara nel fine settimana... e magari si riesce a concedere più tempo ad affetti e amicizie.

CHE ANNO E' STATO QUELLO APPENA PASSATO?

Sergio: Ci vorrebbero troppe righe. È stato un anno difficile, per diverse situazioni createsi, per come si stava sviluppando, ma come tutte le cose difficili, è stato stimolante sotto alcuni aspetti.

Angelo: Quest' anno passato ci ha fatto fare nuove esperienze come sempre formative, quindi di certo positivo, anche se forse qualche infortunio in meno ci avrebbe permesso di fare qualcosa in più, vedi Pinto Natalia da subito, Di giorgio, Pinto Silvia, Magistro.

COME SAREBBE ANDATA 'SE'...?

Sergio: Se la panchina fosse stata più lunga, se non avessimo perso molti punti durante il girone d'andata, se avessimo avuto una mentalità più competitiva. Ma in campo si va in cinque, ma probabilmente sono stati commessi degli errori.

Angelo: Personalmente, avrei potuto gestire meglio la mia animosità in panchina, perché a volte può risultare negativa nella prestazione delle giocatrici.

LA POSIZIONE FINALE RISPECCHIA IL POTENZIALE DELLA SQUADRA?

Sergio: A pieno.

Angelo: Tornando agli infortuni di cui ho già parlato, se non fosse stato per quelli, credo che la nostra classifica avrebbe potuto avere qualche gradino in più.

AVETE QUALCHE "RIMPROVERO" DA FARVI SULLA STAGIONE?

Sergio: Sì, rimproveri già fatti, sono diversi, ma del tutto personali, non vanno resi pubblici.

Angelo: Analizzo sempre le mie prestazioni e ritengo di aver fatto un buon lavoro, cercando di dare alla squadra la capacità di esprimere un gioco all' altezza della disciplina, ma, ripeto, potrei gestire meglio la mia animosità.

IN COSA LA SQUADRA AVREBBE POTUTO FAR MEGLIO?

Sergio: Se guardassi ai numeri, avrebbe potuto far meglio nella produzione offensiva, sia come azioni pericolose che come numero di reti. Se guardassi al resto, l'atteggiamento mentale della squadra poteva essere probabilmente non migliore, ma sicuramente in alcuni casi diverso. È un aspetto che, però, va considerato assieme ad altri fattori.

Angelo: Credo che la squadra possa migliorare molto nell'attenzione all' apprendimento e soprattutto nella fase realizzativa.

UN AGGETTIVO (O 3 AL MASSIMO) PER QUALIFICARVI COME ALLENATORI

Sergio: Curioso, preciso, stronzo (in ordine alfabetico).

Angelo: Sono un allenatore molto attento e scrupoloso, a volte anche eccessivamente.

UN AGGETTIVO (O 3 AL MASSIMO) SUL CAMPIONATO

Sergio: Equilibrato.

Angelo: Il campionato lo ritengo positivo con qualche rammarico.

UN AGGETTIVO (O 3 AL MASSIMO) SULLA SQUADRA

Sergio: Bisbetica.

Angelo: La squadra è stata molto disponibile, ma può fare anche meglio.

CI SONO I PRESUPPOSTI PER CONTINUARE L'AVVENTURA L'ANNO PROSSIMO?

Sergio: Credo che tutta questa stagione sia il presupposto da cui partire per l'anno prossimo. Non farlo significa considerare quest'anno un fallimento e così non è stato.

Angelo: La United continuerà la sua avventura cercando di migliorarsi in tutti gli ambiti, affinché si possa far meglio della passata stagione. Io ci sarò.

UNA GIOCATRICE PER VOI IMPORTANTE IN SQUADRA

Sergio: Non ci sono giocatrici irrinunciabili a questi livelli, forse non ce ne sono neanche ad alto livello. Se dovessi fare un nome, Balestra è stata importante per ciò che ha dato alla squadra e ciò che è stata per la squadra.

Angelo: Non é retorica, ma cerco di esaltare sempre le capacità di squadra piuttosto che quelle individuali, perciò come si dice tutte necessarie, ma nessuna indispensabile.

UNA GIOCATRICE CHE VI DAREBBE SICUREZZA IN SQUADRA

Sergio: Non lo so, non cerco sicurezza.

Angelo: Magari in futuro avremo bisogno di qualche giocatrice più decisiva sotto porta.

UN ALLENATORE A CUI FATE RIFERIMENTO

Sergio: Riccardo Trillini. Mi ha insegnato molto, non solo di sport, e mi ha dato la base su cui crescere. Più lontani, Josè Mourinho per tutto quello che i media non fanno vedere e Phil Jackson, Gregg Popovich e Pep Guardiola per la coerenza e la forza con cui propongono le loro idee. E vincono.

Angelo: Un allenatore che stimo molto, da cui cerco di apprendere, perché mi piace molto la sua filosofia di gioco è Menichelli, ct della nazionale maschile di futsal,lo ritengo molto qualificato ed attento a tutte le realtà collegate alla disciplina, dal femminile al giovanile, infatti anche se non tenuto per regolamento, utilizza in nazionale la metà di giocatori italiani, con ottimi risultati, vedi la vittoria dell'ultimo europeo.

COSA DOVREBBE FARE UN BUON ALLENATORE E IN COSA LA DESCRIZIONE SI AVVICINA A VOI?

Sergio: Un buon allenatore dovrebbe conoscere la metodologia dell'allenamento, altrimenti è come un medico senza laurea in medicina. Allenare è un mestiere complesso: bisogna essere tecnici, strateghi, psicologi (a volte psichiatri), insegnanti, oltre che esperti di allenamento e movimento. Sto studiando per essere un buon allenatore, ma non dovrei essere io a giudicarmi.

Angelo: Credo che un allenatore debba essere istruttore, educatore, e un po psicologo: attraverso la pratica di queste caratteristiche cercare di trasmettere alla propria squadra una mentalità gioco, cercando di sfruttare le qualità delle giocatrici a disposizione e non il contrario. Credo di essere un buon istruttore ed educatore, soprattutto per la gestione dei rapporti con arbitri e avversari, ho da migliorare di certo la gestione delle giocatrici sulla pressione che infondo, ma c'è sempre tempo.

COSA AMATE DEL FUTSAL?

Sergio: Non sono ancora innamorato del futsal: mi piace molto la velocità di pensiero, movimento ed esecuzione tipica degli sport di squadra con palla.

Angelo: Del futsal amo l'imprevedibilità, ma allo stesso tempo il tatticismo che dà a noi tecnici la possibilità di poter incidere in modo più determinante rispetto ad altri sport.

C'E' QUALCOSA CHE CAMBIERESTE NEI CAMPIONATI REGIONALI FEMMINILI? QUAL E' IL VOSTRO AUSPICIO PER QUESTO SPORT?

Sergio: Nel regionale cambierei la composizione del campionato. Non si può finire il campionato il 9 marzo. Ci sono 20 squadre iscritte e se la Serie C deve avere la funzione di serbatoio per la Serie A, le ragazze devono giocare e tanto. La maggiore lunghezza rispetto all'estensione della Puglia non può essere un valido motivo per spezzare il campionato in due gironi e farlo durare 5 mesi. L'agonismo è per chi ha disponibilità, economiche e non solo, chi può permettersi di percorrere la Puglia gioca in Serie C, altrimenti esistono gli enti di promozione sportiva. Sul fronte nazionale, invece, auspico la formazione della squadra nazionale. La nazionale porta entusiasmo, pubblico e diffusione. Il secondo passo deve essere incentivare la creazione dei settori giovanili. Il rischio è che questo sport sparisca fra qualche anno o che sia fatto da giocatrici scarti di altri sport. Sempre riguardo il calcio a 5, personalmente, mi sembra anomalo che per diventare regolarmente allenatore di calcio a 5 si debbano avere 25 anni.

Angelo: Nel campionato regionale cercherei di rendere più avvincente la possibilità di accedere al nazionale, con spareggi fra più squadre. Inserirei anche il tempo effettivo che ritengo importante per la pratica della disciplina. A livello nazionale limiterei il numero delle giocatrici straniere, solo così potremo far crescere il movimento femminile, incrementandone i settori giovanili italiani. Questi passaggi ritengo siano fondamentali, per il futuro delle ragazze, di noi tecnici e di tutto il movimento calcio a 5.

UN COMMENTO RECIPROCO SULL'ALTRO

Sergio: Non lo conosco oltre il campo, quindi ho pochi elementi per esprimermi. Gli direi di urlare meno.

Angelo: Non conosco bene il mio collega, tanto da poter commentare, ma da ciò che ho potuto notare mi sembra molto attento, impegnato e scrupoloso, perciò gli auguro il meglio per il suo futuro da mister.

 

 

 

 

 

 

 

Calcio a 5 femminile

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