North Cape 4000: Natale Gentile ce l'ha fatta

08 13 natale gentileNOCI (Bari) - Natale Gentile ce l'ha fatta. In 15 giorni e 13 ore è riuscito nell'intento di partire da Torino per la NorthCape4000 e raggiungere dopo 4300km Capo Nord. Arrivando inoltre 18° in questa avventurosa e straordinaria esperienza attraverso 10 nazioni. 

Come ci si sente alla fine della NorthCape4000? «Terminare la NorthCape4000 è come terminare di scrivere un piccolo capitolo della propria vita, si conclude non solo un’avventura ciclistica, ma si conclude anche un percorso emotivo, un percorso evolutivo e il coronamento di un sogno tanto atteso. Mi sento molto bene sia fisicamente, ma soprattutto mentalmente, sono rilassato e mi sento cresciuto, in forma e allo stesso tempo sereno nell’animo. Pedalare per più di 14 ore al giorno ti consente non solo di vivere i luoghi che stai attraversando con una forte intensità ma anche di riuscire a riflettere, pensare e allo stesso tempo evolvere in quello che il percorso di vita che ognuno di noi sta facendo».

Qual è stato il momento più duro? «Sono stati tanti i momenti duri, quando ti senti stanco, ma non sai dove fermarti, quando hai fame e non hai più cibo con te, quando la strada è noiosa e non vedi l’ora che cambi in qualcosa ma ti restano da fare ancora 150 km di pianura costeggiando lo stesso canale, quando decidi di pedalare tutta la notte e ti arriva il colpo di sonno e sei nel bel mezzo di un bosco. Se devo catalogare il giorno più duro posso ricordare il secondo giorno di pedalata, circa 10 ore passate, sotto la pioggia e un vento intenso, a pedalare dalla Svizzera alla Francia affinché potessi raggiungere il primo check point di Strasburgo. Li ho capito che il viaggio verso Capo Nord non sarebbe stato uno scherzo ma sarebbe stato molto più duro di quello che avessi potuto preventivare».

Quale è stato il momento più bello? «Il secondo momento più bello ( in quanto il primo è il raggiungimento del traguardo) è stato quello di riuscire a raggiungere il traghetto per Oslo in orario per la partenza. Dopo 4 giorni di avventura ero a 800km da Frederikshavn e il traghetto per Oslo c’è solo una volta al giorno alle 8:00 al mattino. Questo significava percorrere 400km al giorno ma sarebbe stato impossibile senza una strategia dietro e con le sole mie capacità, quindi da una sfida di riuscirci condivisa con un altro partecipante dell’avventura abbiamo diviso in due il tragitto decidendo di percorrere 370km il primo giorno e 430 km il secondo giorno utilizzando la notte! L’arrivo al gate alle ore 7:40 del mattino (20 minuti prima della chiusura dei check in) é stato un vero momento di felicità dovuto al raggiungimento di un piccolo obiettivo dettato da sforzo, passione e determinazione, ma soprattutto evitando di perdere un giorno in attesa del successivo traghetto».

Hai attraversato ben 10 stati lungo il tuo viaggio in bici. Un aggettivo o una breve descrizione per ogni paesaggio delle nazioni attraversate? 

«1. Italia. Il colle del Gran San Bernardo oltre ad essere una delle salite più lunghe che ho pedalato (34km senza mollare mai) regala dei paesaggi, dei colori, degli scorci che si scolpiscono nella tua mente regalandoti pace e senso di sazietà emotiva. Aggettivo: emozionante.

2. Svizzera. I boschi perfetti, le strade pulite, tutto in ordine a suo posto, le strade ben tenute. Ti sembra di pedalare nel mondo ideale la Svizzera resta sempre una bella cartolina e quando ci passi pedalando ti sembra di far parte del film che si sta registrando. Aggettivo: inquadrata.

3. Francia. Dalla Francia sono passato in Alsazia, zona agricola e boschiva molto bella anche se non ho un bel ricordo a causa della pioggia intensa caduta per tutto il giorno, l’arrivo a Strasburgo tramite una pista ciclabile di 150km tra boschi, fiumi e canali con il tramonto che dava il cambio alla pioggia ha lasciato ben sperare in una continuazione del viaggio più asciutta Aggettivo: speranzosa.

4. Lussemburgo. Il Lussemburgo è stato attraversato in una zona poco abitata tra campagne e ciclabili purtroppo non mi ha lasciato molti ricordi tranne di praterie di grano tagliato e canali Aggettivo: anonimo.

5. Belgio. Il Belgio è stato il paese del secondo check point quello di Bastogne e anche del passaggio nella città di Liegi città belle e importanti sia nella storia generale che nella storia del ciclismo Aggettivo: storico.

6. Olanda. Breve, ma intensa tra ciclabili nei boschi e strade secondarie giornata calda e afosa Aggettivo: torrida.

7. Germania. Della Germania ricordo km e km interminabili di pianura alcuni anche belli con ciclabili che attraversano foreste e accompagnano fiumi, ma pedalare tanti km di pianura mette a dura prova la capacità di resistere in sella per più di 5 ore. Aggettivo: pianeggiante e noiosa.

8. Danimarca. Un continuo sontuoso saliscendi che mette a dura prova le capacità fisiche e di gestirsi per non terminare le energie nel bel mezzo di campagne sperdute. Bellissima la città di Vejle che ci accoglie con un acquazzone, ma ci permette un bel ristoro pre notturna in programma per raggiungere il traghetto. Aggettivo: collinare, boschiva.

9. Svezia. La Svezia attraversata nella sua centralità ha regalato paesaggi selvaggi e i primi incontri con le mitiche renne. Il nord inizia a presentarsi con scarsità di densità popolativa, paesi distanziati da tanti km, percorso impegnativo. Quel che resta è la freschezza e naturalezza dei luoghi verdi e vivi di vegetazione. Aggettivo: naturalistica

10. Norvegia Della Norvegia si potrebbe scrivere un libro, ma devo citare per correttezza la estrema bellezza delle isole Lofoten, un insieme di contrasti tra il mare e montagna, colline e laghi, boschi e praterie, fuori e piante. Attività agricole e marittime. Colori sgargianti, forti e nitidi. La bellezza di questo posto ti penetra dentro e ti rapisce completamente, ti purifica e ti rigenera. Aggettivo: superlativa».

Cosa ti porterai da questa esperienza? «Di questa esperienza porto dentro le nuove capacità sviluppate nella gestione di un viaggio in bici, le capacità nel gestire gli imprevisti, capacità di riflettere e restare concentrati per ore e ore. Soprattutto porto a casa la serenità di poter affrontare nuovi capitoli che la vita ci pone davanti ogni giorno senza ricorrere ad escamotage ma essendo consapevole di poter risolvere e gestire ogni situazione che mi si potrà presentare di fronte».

Nello sport è fondamentale una corretta alimentazione, come sei riuscito a gestirla nei 4300 km che ti hanno portato a Capo Nord? «In questa avventura ho attraversato dieci diversi paesi europei con abitudini alimentari nettamente diverse tra di loro. Personalmente seguo la dieta Mozzi da circa un’anno e mi sono allenato molto per riuscire a restare allineato a questo stile alimentare nelle mie uscite di allenamento precedenti alla NorthCape4000. Mi sono informato prima della partenza su dove trovare gli alimenti più adatti a me ed eventualmente anche come cucinarli e conservarli. Ad oggi posso dire con certezza che lo stile alimentare Mozzi mi ha dato una marcia in più in termini di energia spendibile sui pedali, concentrazione mentale e abbassamento dei tempi di recupero muscolare. Sono molto soddisfatto di essere riuscito a mantenere al meglio questo stile alimentare. Sicuramente devo affermare che è stato un po’ impegnativo in termini di tempo; perché trovare gli alimenti più corretti per me mi ha occupato qualche ora in più rispetto agli altri concorrenti però posso dire che è stato un ottimo investimento per il mio benessere fisico durante e anche dopo questa avventura».

Hai conosciuto qualcosa in più di te in questa esperienza limite? «Certamente ho conosciuto la capacità di riflettere che nel day by day tra lavoro, impegni e altro non si riesce mai a fare. Ho conosciuto la capacità di resistere e la forza di procedere in ogni situazione».

Consigli la NorthCape4000? Perché lanciarsi in questa esperienza? «Consiglio a chiunque la NorthCape4000 ma soprattutto consiglio di fare un viaggio al limite. La consiglio perché è un modo per conoscersi dentro e profondamente, è un modo per spostare la propria asticella in avanti, è un esperienza che si vive dentro e che ti cambia. A me ha cambiato in meglio e son sicuro che indipendentemente dagli imprevisti, problematiche da gestire, paura che bisogna affrontare durante il viaggio ti lascia dentro delle nuove capacità che ti migliorano notevolmente come persona».

 

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