Fanti e briganti nel sud dopo l'Unità

04-24-fanti-brigantiNOCI (Bari) - VENERDI' 27 APRILE alle ORE 19,00 nel Chiostro di S. Domenico in via Repubbica 2, avrà luogo la presentazione del libro di José Mottola "FANTI E BRIGANTI NEL SUD DOPO L'UNITA" (Lecce, Capone, 2012) con l'intervento del sindaco di Noci Pietro Liuzzi e di Giuseppe Poli, docente nell'università di Bari e presidente del Comitato di Bari per la Storia del Risorgimento italiano; l'evento fa parte della rassegna "Maggio d'autore", organizzata dall'Assessorato comunale alla cultura.

Per l'autore, il brigantaggio post-unitario nel Sud fu alimentato da disagio sociale antico, da legittimismo politico alleato del clero e della magistratura ex borbonica, da criminalità comune e da aspre lotte di potere tra le élites locali. Documenti alla mano, l'autore osserva che gli alti comandi militari sabaudi denunziarono carenze di spirito pubblico nei paesi e frenarono le fucilazioni facili invocate da amministrazioni e formazioni locali, in un clima di guerra civile tra meridionali; in altri casi, i comandi militari si resero colpevoli di gravi eccessi repressivi, per lo più di natura reattiva rispetto all'efferatezza di briganti capaci di sezionare vive le vittime.
Teatro delle imprese dei capibanda Crocco, Romano e Pizzichicchio tra 1861 e 1864, fu l'area tra l'Alta Murgia e l'Alto Salento al cui centro si trova il territorio di Noci con le sue masserie, importante retroterra logistico del brigantaggio.


L’autore evidenzia i rapporti tra brigantaggio e classi dirigenti locali, spesso imperniati su clanismo, omertà, pizzo e difetto di civismo, fenomeni tuttora persistenti e cifre della questione meridionale come questione nazionale; dalla sua ricerca egli ritiene di trarre conforto per le ragioni dell'Unità e di chi la difese, con buona pace degli odierni rigurgiti identitari sudisti e nordisti.

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