Centro studi sui dialetti: il 21 novembre un documentario fotografico sulle pietre

11 13centristudidocfotograficoNOCI (Bari) - Procede spedito il Centro studi sui dialetti Apulo Baresi dopo l’annuncio della sua costituzione. A pochi giorni dalla sua prima manifestazione in onore di Pier Paolo Pasolini infatti, la neonata associazione culturale ha voluto annunciare a tutta la cittadinanza, nocese e non, di voler presentare uno dei lavori cominciati lo scorso febbraio 2015: si tratta di un documentario fotografico sulle pietre di Noci.

Il prossimo sabato 21 novembre, a partire dalle ore 18.30 presso i laboratori GLan di Via Repubblica, il Centro studi sui dialetti Apulo Baresi proietterà il primo documentario fotografico con finalità didattiche a cura di Luca Curci. “Abbiamo deciso di focalizzarci proprio sulle pietre” ha dichiarato Mario Gabriele venendo a presentare la serata, “perchè elemento costitutivo del nostro territorio ormai dimenticato e non più oggetto d’attenzione da parte delle nuove generazioni troppo spesso distratte dal cemento e dal mattone forato”. Rifacendosi infatti alla solenne affermazione di Leonida Repaci (fondatore del premio Viareggio), secondo cui la Murgia dei Trulli era denominata “dall’umanesimo della pietra”, il centro studi ha voluto approfondire anche il vero senso del lavoro su pietra.

Con il documentario del prossimo 21 novembre non noteremo solo quanto l’associazione sia stata attenta a catturare alcune peculiarità del nostro territorio ma ascolteremo anche la testimonianza diretta di un ex, se non ultimo, cavamonte (o cavatore). Il documentario sarà diviso in particolare in 4 sezioni: fossili; pietre naturali; pietre lavorate; ovile di Gemmabbella. In riferimento a quest’ultimo sarà possibile venire a conoscenza di una scoperta alquanto significativa: l’ovile di Gemmabbella infatti altro non è che uno iazzo studiato solo di recente dall’arch. Peppino Montanaro, risalente al XV° secolo, un tempo utilizzato come stazione di sosta sulle vie della transumanza e suddiviso in due ripiani (uno dedicato alla lavorazione del latte ed uno riservato a massaio, buttero, capo pastore e pastorelli per dormire all’addiaccio). Sarà interessante riscoprire l’ovile di Gemmabbella insieme al centro studi perchè oggetto d’allarme per lo stato in cui versa. “Il palazzo è completamente diroccato” ha commentato Gabriele, “e nell’area circostante vi sono architetture di non poco conto anche naturali che non possono andare distrutte: fra queste “u cupone” (avvallamento in cui ristagnavano acque piovane), una foggia ed una costruzione a trullo riservata alla mungitura”. “I tecnici dicono che entro due anni il monumento crollerà” ha concluso sempre lo stesso Gabriele, “quindi lanceremo un appello per il recupero di un monumento che conserva, come tanti altri, storia oltre che tradizione”.

La serata del 21 novembre sarà aperta a tutti coloro i quali vorranno parteciparvi e contribuire all’arricchimento del documentario.

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