L'importanza delle verdure spontanee

04-15-incontro-erbe-spontaneeNOCI (Bari) - L'associazione Turistica Culturale "Terre delle Noci" con la collaborazione di Associazione dei Ristoratori Nocesi, Cantine Barsento e Bari Anna, ha organizzato un convegno, riguardante un dono fornitoci dalla terra delle noci: Le Erbe Selvatiche. Con il titolo originale, Verdure spontanee dalla Buona terra alla Buona Tavola, si è voluto rilevare quanto le verdure siano una risorsa inesauribile di benefici per la salute.

04-15-relatori-erbe-spontaneeL'evento, svoltosi venerdì verso le ore 19, presso il Chiostro di San Domenico, è stato seguito da un bel numero di appassionati, curiosi e studiosi. Sono intervenuti l'Arch. Francesco R. Tinelli, Presidente dell'Associazione Terre delle Noci, il dott. Agr. Rocco Mariani, della facoltà Agraria di Bari, la dr.ssa Angelica Di Gioia, biologa - nutrizionista, il Prof. Leonardo Tinelli, Presidente dell'Associazione "V. Tinelli", il Prof. Sebastiano D'Onghia, chef ristorante hotel Miramonte e Francesca Gigante, che ha svolto la funzione di moderatrice (tutti in foto).

L'architetto Francesco Tinelli ha rilevato quanto il nostro territorio sia affascinante e da riscoprire, l'Associazione "Terre delle noci", infatti, di cui è presidente, si propone di tutelare il patrimonio rurale, favorire le attività turistiche e culturali, cooperare tra territori rurali e agevolare la conservazione, la valorizzazione e la tutela ambientale, contribuendo in tal modo alla tutela, la cui conservazione e conoscenza sono d'interesse pubblico.

Interessante è stato l'intervento del professor Rocco Mariani, che è partito dall'evoluzione molecolare e biologica, rilevando che le piante con fiori sono apparse 100 milioni di anni fa e il debutto dell'evoluzione umana 4 milioni di anni fa. Ha fatto un excursus, evidenziando: "Gli Assiri e i Babilonesi tenevano in grande considerazione coloro che sapevano trarre sostentamento dai terreni non coltivati. In un documento cinese scritto circa 3000 a.C., sono riportate indicazioni sull'uso alimentare delle piante spontanee in caso di sopravvivenza. Anche in Egitto sono riportati i nomi di numerose piante, specialmente a scopo medicinale, ma anche spontanee commestibili. Molte specie conosciute dall'epoca Romana sono ora utilizzate nella cucina dell'Italia meridionale".

Si è passati poi alla nostra storia locale: "Nel 1939 il primo a intuire la connessione tra alimentazione e malattie del ricambio, quali, diabete, bulimia, obesità, fu il medico nutrizionista Lorenzo Pirrodi, considerato il "padre" della dieta mediterranea. La dieta Mediterranea è patrimonio dell'UNESCO 2010, rappresenta l'insieme delle pratiche, delle rappresentazioni, delle espressioni, delle conoscenze, delle abilità, dei saperi, e degli spazi culturali con i quali le popolazioni del Mediterraneo hanno creato e ricreato nel corso dei secoli una sintesi tra l'ambiente culturale, l'organizzazione sociale, l'universo mitico e religioso intorno al mangiare".

Si è parlato delle figure del nostro territorio, come le cicurare, le raccoglitrici di cicorielle, i fogliamari, coloro che raccoglievano le verdure selvatiche e i terrazzani, i raccoglitori di lampascioni, funghi e verdure di ogni genere. Intorno a questa tradizione del cibo sono nati dei piatti tipici, che ora stiamo riscoprendo e che sono valorizzati grazie ai nostri chef. Ci sono anche dei detti riferiti all'epoca di raccolta, dei proverbi inerenti "la fame", poi sono nate, come ben sappiamo, delle sagre, delle feste e le tradizioni popolari. Si è passati poi alle specie erbacee spontanee commestibili presenti in Puglia.

La parola è passata alla dottoressa Angelica Di Gioia, biologa – nutrizionista, che ha illustrato e chiaramente spiegato i benefici e le proprietà delle erbe selvatiche, quali, l'asparago, la bietola, la borragine, il finocchio, la viticella, il sivone, la caccialepre, il cardoncello, il boccione maggiore (cicoria all'ammers), la portulaca (porchiaz), la rucola, la menta e il lampascione.

E' seguito l'intervento del professor Leonardo Tinelli, che ha parlato de "Il libro dei mestieri" di suo padre Vittorio, con riferimento al mestiere del raccoglitore delle verdure, e alcune lettrici hanno letto alcune parti del libro.

Lo chef Sebastiano D'Onghia ha poi illustrato alcuni piatti realizzati con le piante spontanee, ponendo l'accento sull'importanza dell'inventiva nella preparazione. La campagna pugliese è una ricchezza di sapori e di tradizioni data anche la sua posizione strategica, situata tra i monti e il mare, formaggi, verdure, vino, olio, e tanto pesce. La semplicità ma allo stesso tempo la raffinatezza di ogni diverso piatto tipico pugliese lo rende un'opera unica.

A conclusione, l'architetto Francesco Tinelli ha consegnato un attestato a Vito Calicchio, per onorare la sua "antica" attività di raccoglitore e, subito dopo, la degustazione dei piatti tipici a cura dei ristoratori Nocesi.

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