8.200 visitatori e circa 1600 studenti al Meeting del Volontariato

03 16 volontariatoBARI - 8.200 presenze e circa 1600 ragazzi. Sono questi i numeri dell’VIII edizione del Meeting del Volontariato che si è svolto presso la Fiera del Levante di Bari il 14 e 15 marzo. Gli organizzatori del Meeting, il Centro di Servizio al Volontariato “San Nicola” in collaborazione con le 100 associazioni partecipanti hanno, ancora una volta, sperimentato il successo di questa manifestazione a dimostrazione che l’impegno gratuito fa notizia, arriva al cuore della gente che non vuole essere semplice spettatrice della realtà, ma protagonista fattiva.

Il tema del Meeting “Amanti della realtà. La periferia al centro” ha suscitato l’interesse dei visitatori e delle autorità partecipanti, perché, come è stato testimoniato dalla presidente del Csv “San Nicola”, Rosa Franco, “rimettere la periferia al centro passa attraverso gesti semplici e quotidiani. Non è uno sforzo, ma è un’educazione, una posizione umana. In occasione del Meeting lo proponiamo a tutti, perché ciò che facciamo non si esaurisca in un’opera buona, spontanea, ma sia proprio un lavoro di educazione reciproca. È un modus vivendi che nasce dal cuore della persona per una gratuità ricevuta in risposta a un bisogno. “Volontariato” infatti, è prima di tutto cambiamento personale, nostro, e anche degli altri, e il cambiamento di sé si attua attraverso l’esperienza di una umanità diversa, attraverso il riconoscere su di sé uno sguardo d’amore. Se non si sperimenta sulla propria pelle un abbraccio, difficilmente a mia volta posso abbracciare. Quando accade mi commuove e mi rende grato e, inevitabilmente, come conseguenza quasi naturale e imprevedibile, a mia volta sollevo lo sguardo per incontrare quello di chi mi sta di fronte. Questa gratuità non conosce condizioni, è una dimensione tipicamente umana, un modo di porsi, di essere, di esprimersi della persona. È una posizione innovativa, eppure la più naturale, perché ognuno vorrebbe essere trattato così. Quando qualcuno viene a prendermi nella mia “periferia” e mi fa sentire al “centro”, lo sguardo sulla situazione difficile cambia. Da amato divento amante, e comincia a interessarmi tutta la realtà, anche le “periferie esistenziali” degli altri”.

Francesca Bottalico, assessore alle Politiche sociali del Comune di Bari ha sottolinea che “Il Meeting è uno spazio importante per incontrare  gli altri operatori che lavorano nel sociale, per avere il tempo di riflettere sulle cose che si realizzano, per confrontarci sulle cose che si fanno. Il tema che il Meeting propone quest’anno è particolarmente suggestivo. Oggi si parla molto di periferie, luoghi in cui si addensano situazioni difficili, ma, anche, dove esistono le energie sociali. Mettere le periferie al centro è il modo per ripartire, per ridare senso alla centralità delle cose. Oggi, i limiti delle spese degli enti pubblici rendono difficile la progettazione, per questo, più che mai, dobbiamo ripartire dal territorio, dalle persone perché ognuno può contribuire con le proprie capacità e nei limiti del proprio ruolo, creando reti collaborative e generative”.

Antonio Felice Uricchio, rettore dell’Università degli Studi di Bar ha dichiarato: “Il tema del Meeting di quest’anno è fortemente attuale. Il Papa ci invita ad andare nelle periferie e a guardare le loro ricchezze anche in termini di capacità di progettazione e di scambio di esperienze. Per questo noi come Università con il Csv “San Nicola” continueremo a lavorare insieme e sarà un percorso che ci porterà in tante periferie della vita dove il bisogno è più forte”.  

Giustiniano De Francesco, presidente del Co.Ge. Puglia, ha affermato: “Il Csv “San Nicola” è una grande banca di servizi offerti alle associazioni del territorio. Questa manifestazione, il Meeting, è di notevole valore per la promozione del volontariato, per la riflessione sui temi che propone che sono cruciali per le associazioni le quali offrono il loro aiuto alla comunità, spesso supplendo alle mancanze dell’ente pubblico”.

Portando i saluti da “padrone di casa”, Ugo Patroni Griffi, presidente della Fiera del Levante, ha asserito: “Dobbiamo essere capaci di vedere nel volontariato una nuova economia dalle grandi potenzialità e un nuovo cardine della società per la realizzazione di interventi non in subordine al pubblico, ma in un rapporto complementare. Il volontariato, inoltre, non deve essere considerato il soggetto sui cui scaricare i costi che il pubblico non riesce a sostenere: questo genera una falsa economia del volontariato e quelle sacche di economia nera spacciata per volontariato”.

Il tema della periferia esistenziale, prima ancora che geografica, è stato declinato nelle tematiche della strada, della dipendenza, del  carcere, dell’immigrazione, dell’esistenza.

L’incontro “Dalla periferia della strada al centro” ha messo a tema l’emarginazione che tante persone vivono avendo perso tutto e che, spesso, trovano nella strada l’unica dimensione per la propria sopravvivenza, come ha sottolineato Guido Boldrin, componente del Comitato scientifico del Csv “San Nicola e moderatore del convegno. “Certo, la nostra attività non può risolvere il problema – ha sottolineato Jesus De Alba Munoz, presidente dell’associazione Bocatas di Madrid che da 18 anni va in strada a distribuire panini ai bisognosi – ma serve a non perdere l’umanità: nell’incontro si riscopre il valore della vita e si genera una cultura della prossimità”. Una cultura di cui si fa portavoce anche l’associazione Anima Urbana di Bari, che porta cibo ai senza fissa dimora a Bari e che, come ha raccontato il presidente, Francesco Giannuzzi, ha generato una collaborazione fattiva tra diverse realtà del territorio: “Ciò che è nato dalla nostra azione è sorprendente perché ha permesso la costruzione di una rete tra diverse associazioni che si adoperano in questo campo, una rete in cui ci si aiuta moltiplicando l’intervento di ciascuna”.

“Dalla periferia della dipendenza al centro”, il convegno dedicato alle varie forme di dipendenza, da quelle classiche - droga, alcol - a quelle moderne  - gioco, internet – è stato introdotto da Rosanna Lallone, componente del Comitato scientifico del Csv “San Nicola”. La moderatrice si è soffermata sulla definizione di dipendenza che ha un’accezione negativa molto interessante, ossia non essere libero, essere schiavo di qualcosa. É da ciò che si genera quella spaccatura dell’io che porta ad effetti devastanti. Il relatore Walter Sabattoli, direttore della cooperativa sociale Pinocchio onlus di Brescia ha portato l’esempio della sua realtà che ospita ragazzi tossicodipendenti che accompagnati da testimoni di una cultura del vivere sana si riscattano dalla droga. “È questa amicizia che permette loro di  intraprendere un percorso di raggiungimento della felicità che, invece, prima affidavano alle sostanze stupefacenti”. Simone Feder, psicologo coordinatore dell’Area Giovani e Dipendenze della Comunità Casa dei Giovani di Pavia, ha puntato l’attenzione sulla dipendenza da gioco, “una grande macchina che sta distruggendo famiglie, relazioni e persone. In Italia una persona su due gioca al gratta e vinci, il 20% dei giocatori sono minori e i social casinò game si stanno diffondendo sempre di più. Il paradosso è che il governo non argina il dilagare di questa mania, anzi con l’articolo 14 della Delega Fiscale pare che i controlli si siano ulteriormente ridotti”. Contro questa epidemia è nato dal basso, dalla società civile, il Movimento no Slot a cui fanno capo molte associazioni, testate giornalistiche, comuni, scuole, circoli ricreativi bar e cittadini.

“Dalla periferia del carcere al centro” è stato il tema dell’incontro introdotto da Giovanni Montanaro, coordinatore dell’Area Formazione del Csv “San Nicola” il quale ha evidenziato come questo sia “un esempio concreto di emarginazione sociale e umana che favorisce il proliferare di una mentalità criminale che non si riesce a recuperare anche dopo la scarcerazione a causa della rottura dei rapporti familiari, della mancanza di luoghi in cui essere ospitati, di lavoro, di relazioni”. Ma il carcere può anche diventare una sacca ricca di potenzialità di riscatto e di diffusione di una cultura nuova in cui la persona viene valorizzata in quanto tale e in quanto portatrice di capacità. È ciò che sperimentano l’associazione Insieme per ricominciare, rappresentata dal suo vicepresidente Oronzo Franco, e dall’associazione Kaleidos, raccontata dal presidente Flavio Pastore. Entrambe operano nelle carceri di Bari e vedono come sia possibile “colmare la distanza tra due mentalità opposte, l’una criminale e l’altra della convivenza civile all’insegna di sani principi. Ciò è reso possibile grazie alla solidarietà, alla condivisione che ci porta ad abbracciare l’altro nella sua totalità di essere umano e sociale, conoscendo la sua vita ed instaurando con lui un rapporto di fiducia” come ha sottolineato Oronzo Franco. Tante sono le opere dell’associazione Insieme per ricominciare nel carcere, dalla creazione di tre biblioteche alla nascita dello sportello famiglia, lo sportello stranieri, lo sportello Caritas e la realizzazione del progetto del libro parlato. Altrettanto singolare è l’esperienza dell’associazione Kaleidos che opera nel carcere minorile. “C’è voluto tanto tempo per guadagnarci la fiducia dei ragazzi e convincerli che un riscatto è possibile – ha raccontato Flavio Pastore – Li abbiamo dovuti prendere per mano, conoscendo le loro realtà periferiche e consegnando loro degli strumenti attraverso cui raccontarsi e, al contempo, acquisire delle competenze di carattere narrativo e grafico. Infatti dal nostro percorso è nato il libro Fumetti da dentro, interamente realizzato dai ragazzi, in cui sono raccontate le loro storie, quello da cui, oggi, vogliono prendere le distanze essendosi educati ad una realtà altra”.

“Dalla periferia dell’immigrazione al centro” è il titolo del convegno in cui “si parla dell’accoglienza e dell’integrazione degli immigrati, che non può essere  concepita come una mera tolleranza che nulla ha a che fare con la conoscenza reciproca e la creazione di relazioni” come ha chiarito Roberto D’Addabbo, coordinatore dell’Area Consulenza del Csv “San Nicola” e moderatore dell’incontro che ha avuto come relatori Pia Busatta, assistente sanitaria presso il Dipartimento di prevenzione di Taranto, e Mario Volpe, vice prefetto di Bari. Busatta, raccontando la sua storia personale di accoglienza e quella dei ragazzi che sono arrivati in Italia dopo i lunghi “viaggi della speranza” ha sottolineato che “la sfida oggi è di natura culturale, se vogliamo che l’Europa diventi un luogo di incontro”. Mario Volpe ha ribadito quanto sia necessario “rilanciare non solo il tema dell’emergenza ma dell’integrazione che deve prevedere azioni congiunte tra le istituzioni e le associazioni, creando una rete che ottimizzi ciò che può essere messo in campo rispetto al problema. È necessario creare percorsi di civile convivenza e migliorare la qualità di vita che riguarda tutti”. Inoltre, il vice prefetto ha anticipato che presto partirà un progetto di sensibilizzazione relativo alla tratta degli esseri umani, in collaborazione con il no profit, e rispetto al Protocollo d’Intesa con il Csv

“San Nicola, si intensificheranno le azioni per la promozione delle buone prassi dell’associazionismo del territorio. Il momento convegnistico si è concluso con una forte testimonianza di vicinanza alle periferie dell’uomo, quella dell’Arcivescovo Metropolita di Taranto, Mons. Filippo Santoro. L’incontro “Dalla periferia dell’esistenza al centro” è stato moderato da Paolo Ponzio, presidente del Comitato scientifico del Csv “San Nicola” il quale, riprendendo le parole di Papa Francesco a proposito del

confine, ha affermato che “bisogna decentrarsi per vedere il confine, ma normalmente quando si raggiunge, questo diventa centro di una periferia più lontana. I volontari vanno verso queste periferie facendole diventare continuamente centro”.  Don Filippo, raccontando la sua esperienza in Brasile e a  Taranto, ha affermato che “non si conosce nessuno se non si vuole bene e questo è evidente soprattutto nel volontariato: se ciò che facciamo è gratuito occorre volere bene alle persone che incontriamo. È una condizione importante perché non basta fare il bene ma entrare in relazione con loro e lo si può fare solo se a nostra volta siamo stati accolti da qualcuno. È importante, pertanto, essere vicino al bisogno andando, innanzitutto, nelle periferie esistenziali delle persone non tanto per risolvere i loro problemi, ma per condividere , per accogliere gratuitamente l’altro e per capire, sempre di più, che la nostra vita ha un grande significato”.

Grande successo hanno riscosso gli eventi culturali, con le due mostre “Azzardo: non chiamiamolo gioco” della Fondazione Exodus onlus - presentata da Simone Feder, psicologo coordinatore dell’Area Giovani e Dipendenze della “Comunità Casa del Giovane di Pavia - e “Generare bellezza. Nuovi inizi alle periferie del mondo”, della Fondazione Avsi  - presentata da Maria Teresa Gatti. Sabato sera si è esibito il Coro Alecrim in concerto, diretto da Elio Sciacovelli, che con i diversi generi musicali ha creato un’atmosfera calda e coinvolgente.

Il Meeting del Volontariato si è concluso con un momento singolare, divertente e commovente. “Associazioni allo sbaraglio”. I volontari di nove associazioni si sono messi in gioco: canti, siparietti, danza e pittura sono state le forme attraverso le quali si sono esibiti divertendosi, divertendoci per guadagnarsi i primi tre posti vincitori della gara.

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