Dall’Opera al Jazz, impressionismo in musica

02-21-tinelli-mazzoccante-lecceLECCE - Interessante, vario ed accattivante il programma musicale presentato il 13 febbraio al Teatro Antoniano di Lecce, all’interno della prestigiosa Stagione della Camerata Musicale Salentina, dal duo di fama internazionale costituito dal clarinettista Antonio Tinelli e dal pianista Giuliano Mazzoccante.

Un lungo viaggio attraverso la musica degli ultimi due secoli nelle sue eterogenee e feconde modalità di espressione. Comune denominatore è stata la fantasia, generatrice dei più disparati generi e delle più ardite forme. Partendo dalla più conosciuta tra le trascrizioni d’opera composte dall’allora primo clarinetto del Teatro alla Scala, Luigi Bassi (1833-1871), quella sui temi del Rigoletto di Giuseppe Verdi, in pieno stile virtuosistico e che rientra nel filone super collaudato e sempre di sicuro effetto della trasposizione dell’opera nelle sale da concerto, si è passati all’esecuzione in prima assoluta di una composizione del giovane autore pugliese Angelo Inglese.

Dopo un inizio cadenzato affidato al clarinetto, lo Scherzo fantastico presenta due temi - il primo caratterizzato da sonorità e armonie fortemente impressioniste, il secondo invece di chiare discendenze bartokiane – che vengono successivamente quasi ritornellati per poi confondersi in un finale dal ritmo concitato. La prima parte del concerto si è conclusa con il brano Sholem-Alekhem (saluto ebraico che letteralmente significa “che la pace sia su di voi”), scritto dal clarinettista ungherese Béla Kovács sul solco della tradizione musicale klezmer.

La Rapsodia in stile jazz del compositore e clarinettista serbo Ante Grgin ha invece preannunciato il cambio di atmosfera che la seconda parte del concerto ha proposto, a cui ha fatto seguito la bella trascrizione della Rapsodia in blu di Gershwin per clarinetto e pianoforte, realizzata dal trombettista ucraino Timofei Dokshizer (1921-2005).

Il duo Tinelli-Mazzoccante ha incantato il pubblico leccese passando attraverso le epoche e i generi senza fatica, rimodellando di volta in volta le sonorità e le nuances per rimanere sempre perfettamente aderente allo stile di cui ogni brano scelto per questo programma era estrinsecazione. I morbidi ingressi del clarinetto, la grande precisione ritmica e il fermo e puntuale apporto armonico e dinamico del pianoforte, hanno donato momenti di grande suggestione al numeroso pubblico. Compresi nell’arco temporale che va dall’opera al jazz anche i tre bis richiesti a gran voce. La famosissima aria di Cavaradossi “E lucevan le stelle” dalla Tosca di Puccini, la variazione di Benny Goodman sul Capriccio n. 24 di Paganini e la Ninna nanna scritta da Henghel Gualdi hanno riconfermato la straordinaria versatilità e il grande affiatamento di questo eccellente duo.

Notizie da fuori città

© RIPRODUZIONE RISERVATA