Affari con lo smaltimento illegale di rifiuti, 1456 denunciati

07-10-GdF-ferroBARI - Si è conclusa con oltre 1.400 denunce ed il sequestro di 90 tonnellate di rifiuti l'ultima operazione dei "Baschi Verdi" di Bari nel settore della tutela ambientale. In dettaglio, partendo da una serie di controlli presso siti di raccolta, stoccaggio e smaltimento rifiuti, le pattuglie del Gruppo Pronto Impiego di Bari hanno colto in flagranza di reato nr. 2 soggetti nel mentre conferivano rifiuti ferrosi e pericolosi presso altrettanti operatori di Ruvo di Puglia (BA) che erano sprovvisti della prescritta autorizzazione ed iscrizione all'albo dei gestori ambientali.

Una volta accertata anche l'illecita miscelazione di rifiuti e la violazione della normativa a tutela dell'ambiente, i due titolari delle attività di gestione e raccolta rifiuti ed i 2 conferenti sono stati denunciati all'A.G. di Trani per i reati di cui agli artt. 212 e 256 D.Lgs. 152/2006 ("Norme in materia ambientale"). Sin dall'inizio dell'attività, a coordinare le indagini, il Procuratore della Repubblica, Dott. Carlo Maria Capristo ed il Procuratore Aggiunto Dott. F. Giannella.

Nell'occasione i "Baschi Verdi" hanno anche sottoposto a sequestro – ex art. 354 c.p.p. - due mezzi utilizzati per il trasporto del materiale ferroso, le due aree sui cui era avvenuta la miscelazione illecita e le 90 tonnellate di rifiuti ivi raccolti.

Dall'analisi della documentazione amministrativo-contabile detenuta presso i due operatori, inoltre, i militari hanno riscostruito oltre 20.000 conferimenti di materiale ferroso e non (rame, ottone, ecc.) avvenuti - nella quasi totalità - a cura di soggetti non iscritti all'albo dei gestori ambientali: complessivamente sono 1.456 i responsabili identificati e segnalati alla A.G. per i reati ex artt. 256 D.Lgs. 152/2006 e 110 c.p.. Tra di essi, spiccano i 786 che hanno conferito in totale oltre 280 tonnellate tra rame e cavi di rame. Dall'esame dei documenti è stato anche ricostruito il significativo "movimento economico" dei conferimenti che è risultato superiore a €. 1.600.000. Da qui il nome dell'operazione, denominata "trash 4 cash", proprio per la particolare redditività dei conferimenti.

Al vaglio dei Reparti competenti per territorio, la posizione reddituale di nr. 100 soggetti per i compensi che, una volta percepiti dovevano essere inseriti in dichiarazione. In poco più di un anno, il più "ricco"/attivo dei conferenti ha incassato €. 70.000.

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