Notarnicola, l’assessore-autotrasportatore che si unisce alla protesta Ilva

02 27 tir giuseppeNOCI (Bari) - È l’assessore alla viabilità e trasporti dell’attuale giunta Nisi, ma è anche un autotrasportatore che ha come cliente l’Ilva di Taranto. Per questo, conoscendo bene la materia anche da amministratore pubblico, ha deciso di prendere parte, insieme ad altri 5mila autotrasportatori, alle proteste montate da settimane nella città ionica. Giuseppe Notarnicola vive sulla propria pelle il disagio di chi da mesi non vede il becco di un quattrino e ha continuato a viaggiare ininterrottamente per 9 mesi per conto dell’Ilva di Taranto (in foto il tir dell'assessore durante la protesta).

«Non voglio raccontarti le storie dei miei colleghi del sobborgo di Taranto – riferisce con aria sconsolata – c’è gente a cui hanno addirittura tagliato il gas e si vergnano di tornare a casa dalle proprie famiglie. Noi siamo lì da 5 settimane e non abbiamo visto nessuno degli amministratori, siano essi locali o nazionali, venire ad incontrare i dipendenti dell’indotto». Da quasi un mese gli autotrasportatori pugliesi che hanno rapporti con Ilva Commissariata (giugno 2013) bloccano i varchi d’ingresso dell’acciaieria facendo entrare col contagocce, e dopo diverse pressioni dei dirigenti d’azienda, le materie prime per non far surriscaldare gli altoforni con il rischio di un disastro ambientale. Delusione ma anche rabbia pulsa nelle vene degli autotrasportatori dello stabilimento tarantino. «A noi non ci considera nessuno. Non capiamo davvero perché nonostante la merce trasportata sia “porto franco”, ovvero già spesata a monte, l’Ilva commissariata non trova le risorse economiche per liquidarci. Che fine hanno fatto i nostri soldi? Alcuni dei miei colleghi si sono indebitati pur di continuare a lavorare ma ora né amici né banche possono concederci più finanziamenti per continuare a viaggiare. Benzina e assicurazione al mezzo sono le fondamenta del nostro lavoro ma non ci sono più soldi per pagare né l’una né l’altra cosa». Insomma si è alla canna del gas e per questo gli avvocati hanno già scritto alla Procura di Taranto ipotizzando il reato di “appropriazione indebita”.

02 27 enzo notarnicola mons cacucciUn danno che solo apparentemente non tocca Noci. Nella cittadina murgiana vi sono ben due consorzi di autotrasportatori, la CAM (Consorzio Autotrasporti Meridionali) di cui il referente è proprio il papà dell’assessore Enzo Notarnicola (nella foto di GdM - Taranto), a sua volta già assessore allo stesso ramo e presidente del consiglio comunale nelle due amministrazioni Liuzzi, e la CAN (Consorzio Autotrasportatori Nocesi) per un totale di circa 100 veicoli pesanti che quotidianamente hanno a che fare con la siderurgica tarantina. Molti di questi vivono al pari del giovane Notarnicola, ma non hanno lo stipendio da assessore, barcamenandosi in grosse difficoltà economiche. Il consorzio vanta da Ilva circa 976mila euro di crediti maturati dal maggio scorso e di cui gli autotrasportatori hanno già versato l’IVA. Come si fa ad andare avanti? «Oltre all’Ilva – risponde Giuseppe Notarnicola - abbiamo un contratto con le vetrerie di Castellana Grotte che ci consentono qualche viaggio nel nord Italia, ma si tratta di poco».

Intanto proprio Enzo Notarnicola è in queste ore a Roma dov’è in discussione al Ministero dei Trasporti il tentativo d’accordo per gli autotrasportatori pugliesi. Alla Camera invece prosegue il dibattito per il decreto “salva Ilva” già discusso al Senato la settimana scorsa. Queste saranno ore cruciali per capire quali saranno le intenzioni del governo sulla vicenda dello stabilimento siderurgico tarantino ed insieme la sorte degli autotrasportatori dell’indotto.

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