L'UNESCO dichiara i muretti a secco patrimonio dell'umanità, Liuzzi: "Dna del nostro paesaggio"

11 29murettiaseccoNOCI (Bari) - "L'arte del dry stone walling riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull'altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra a secco. Si tratta di uno dei primi esempi di manifattura umana ed è presente a vario titolo in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che per scopi collegati all'agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese". E' quanto si legge nella motivazione che l'UNESCO ha fornito di recente iscrivendo "l'arte dei muretti a secco" nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell'umanità.

Poichè rappresentano "una relazione armoniosa fra l'uomo e la natura" l'organizzazione si è congratulata con gli otto Paesi europei che hanno presentato la candidatura: oltre all'Italia, anche Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.

A tal proposito anche il Sen. Liuzzi ha voluto dire la sua con una nota fatta recapitare in redazione: “Se li fissi nella loro rude architettura ti parlano di fatica e di sudore, se oggi avessero orecchie, ascoltando la buona nuova, esulterebbero per l’iscrizione nella lista Unesco del patrimonio immateriale dell’umanità: i muretti a secco custodiscono il Dna del nostro paesaggio rurale ed umano, la periferia di un mondo arcaico che abbiano il dovere di tutelare a beneficio delle future generazioni. La lista Unesco si arricchisce quindi di un ulteriore pezzo della Puglia, ne corrobora il carattere di regione sopravvissuta ai moti distruttivi della modernità, alle tendenze a radere al suolo gli articolati scenari rurali per inseguire un progresso piatto e livellato. Sono stato promotore a Palazzo Madama di numerosi interventi nelle passate leggi finanziarie a favore della valorizzazione dei muretti. Nelle intenzioni dell’Unesco tutte le costruzioni < stone dry walling > dovrebbero essere contemplate nell’albo degli antichi manufatti rurali da salvaguardare, pertanto anche i trulli e gli jazzi dovrebbero rientrare nell’elenco e, conseguentemente, l’intero territorio della Murgia dei Trulli, secondo la definizione dei primi del Novecento dovuta al geografo Maranelli, potrebbe essere incluso nel protocollo di tutela del patrimonio universale”.

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