Uno striscione per ricordare “Gabbo”

cronaca-giustizia_per_sandriNOCI (Bari) - Campeggia dalla scorsa settimana in via Aldo Moro, una delle arterie principali della cittadina murgiana, uno striscione per ricordare la morte di Gabriele Sandri il tifoso laziale ucciso in un autogrill nei pressi di Arezzo dalla pistola di un agente della Polstrada. La morte è avvenuta tre anni fa. Lo striscione ricorda proprio il giorno della morte ed il processo in atto non ancora giunto a conclusione: "11-11-07/11-11-2010 G Sandri aspetta giustizia".

 

 

 

Questa la frase scritta in nero su sfondo bianco dello striscione. Risultano ancora essere ignoti gli autori del gesto ma l'iniziativa sembrerebbe far ricadere l'attenzione sul tema della giustizia in Italia, soprattutto quando si parla di persone che la "legge" dovrebbero far rispettarla, e richiamerebbe all'unità dei tifosi non solo laziali ma di tutte le squadre di calcio sia di serie A che delle categorie minori. In un paese come l'Italia dove gli ultras e il popolo dei tifosi è costantemente sotto l'occhio del ciclone per gli episodi di violenza che purtroppo si registrano dentro e fuori dagli stadi, questo gesto sembra richiamare all'onestà e al vivere civile. E la mente vola al tragico episodio nocese che ha visto sopperire il nostro Gianni "Caciotta". Anche in quella circostanza il popolo delle tifoserie si mostrò compatto e partecipe alla sofferenza, ma questa è un'altra storia. Proprio alla vigilia della partita di oggi Parma-Lazio, nell'autogrill dove è avvenuto il misfatto è stata posta una targa per ricordare il tifoso laziale morto a soli trent'anni.

Gabriele_SandriLA VICENDA - L'omicidio avvenne l'11 novembre 2007 nell'area di servizio dell'A1 di Badia al Pino, nei pressi di Arezzo: il ragazzo fu raggiunto da un colpo sparato dal poliziotto della Polstrada Luigi Spaccarotella. Nella circostanza sembrava essere in atto una rissa tra tifosi della Lazio e tifosi della Juventus ritrovatisi casualmente alla stazione di servizio. Il ragazzo insieme ai compagni stava andando via in auto al momento dello sparo. La sentenza di primo grado è arrivata dopo quattro mesi dall'apertura del processo, che aveva preso il via lo scorso 20 marzo 2008. Il pubblico ministero, Giuseppe Ledda, aveva chiesto 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale, con le attenuanti generiche per lo sconto di un terzo della pena. All'esterno del tribunale di Arezzo si erano radunati alcuni amici di "Gabbo" con degli striscioni: «È ora che sia fatta giustizia per Gabriele», recitava uno.

L'omicidio è stato commesso con l'aggravante - riconosciuta dalla Corte d'assise - della «colpa cosciente», cioè della previsione dell'evento. La colpa cosciente - molto simile al dolo eventuale - ricorre quando l'agente ha previsto l'evento senza però averlo voluto (a differenza della colpa incosciente, che è senza previsione alcuna dell'evento): in definitiva, l'agente Spaccarotella avrebbe sparato contro Sandri - secondo i giudici - senza intenzione di ucciderlo, ma accettando il rischio che quell'evento potesse verificarsi. E quindi proprio per il reato di omicidio colposo l'agente di polizia Luigi Spaccarotella è stato condannato a sei anni di reclusione. Ora c'è invece da attendersi la pronuncia della corte di cassazione che con una sentenza definitiva in terzo grado sarà capace di porre la parola fine all'intera vicenda.

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