La ceramica di Grottaglie per una sensazione mista fra sacro e profano

11-12 Bacco_di_CretaNOCI (Bari) - La splendida cornice del Chiostro delle Clarisse ospita, per un arco di tempo lungo due settimane, una fantastica collezione di ceramiche da vino intitolata "Bacco di Creta, ceramica da vino fra Settecento e Novecento". La magnifica cornice seicentesca dunque, ha rappresentato il luogo ideale dove custodire una vasta produzione in ceramica, ricollegabile però ai tre secoli successivi al '600, prodotta nella città di Grottaglie che in quegli anni si distinse per la produzione di questo fenomenale patrimonio culturale.

L'entrata nel Chiostro, garantisce una sensazione mista fra sacro e profano. Enormi capasoni, un tempo realizzati (come tutti gli altri 130 oggetti) per contenere vino, dominano l'atmosfera creatasi all'interno della mostra. Il fruitore è immediatamente catturato dalla vita campagnola del tempo che la creta suggerisce, ed immediatamente rievoca nella propria mente immagini legate al periodo della vendemmia e della produzione del vino. Una magia tutta nuova a cui il mese di novembre si ricollega e a cui Noci è legata per la proposta enologica e gastronomica che ogni anno si ripete, con la nota manifestazione Bacco nelle gnostre vino novello e caldarroste in sagra.

11-12 Bacco_di_creta-capasoneNon manca, una descrizione dettagliata su ciascun manufatto esposto in sala e sulla definizione di anfore romane, talvolta riprodotte anche durante gli anni sessanta del secolo appena trascorso: sruli, cucchi, ciotole, quartare, piatte, trimmoni e così via. Insomma una ceramica d'uso che restituisce alla popolazione il valore della tradizione, del colore (il più delle monocromatico in versioni giallo mele e verde lamina) e della linea che esprime. La ceramica non ha in realtà un tempo di produzione specifico. Il fatto che Grottaglie si sia distinta solo negli anni compresi fra il '700 e il '900 per la quantità della produzione, non significa che questo fenomeno si sia verificato solo allora. La produzione dei capasoni ad esempio, affonda le sue radici nel basso medioevo; motivo per cui il mestiere del ceramista si è andato sempre più sviluppandosi, fino ad arrivare al clou della produzione nei tre secoli su citati.

La tradizione invece non si è fermata alla sola funzione quotidiana famigliare di conservazione del vino. Anche la tradizione liturgica, nel corso del tempo, si è appropriata di questo metodo di lavorazione, così da richiedere e da utilizzare calici liturgici che, all'interno della mostra, alimentano quel gusto misto fra sacro e profano di cui sopra. Insomma l'ulteriore proposta culturale promossa dal comune di Noci, curata dall'archeologo Simone Mirto e dalla Bottega vestita, ha raggiunto il suo intento. La serata d'inaugurazione della Sagra Bacco nelle Gnostre è servita a sottolineare l'attinenza geografica nell'ambito dell'enologia regionale e il fruitore, legato per origini o provenienze alla propria terra, è riuscito a trarne il giusto messaggio culturale. La mostra è aperta fino al 20 novembre dalle ore 18,00 alle ore 20,00.

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