"Benvenuti al sud", commedia sociale

spettacoli-benvenuti_al_sudNOCI (Bari) - "Benvenuti al Sud" di Luca Miniero non è solo una satira, comico-grottesca, sui pregiudizi dei settentrionali nei confronti dei meridionali. L'impianto del film - e quello dell'originale francese "Giù al Nord" – si basa sull'incontro-scontro tra connazionali appartenenti a due diverse aree geografiche. Tale collisione provoca scintille che rendono la pellicola divertente e pungente.

 

spettacoli-bisio_e_sianiIl regista ha ampliato le sue osservazioni e riflessioni, travalicando il dato di partenza, grazie al ricorso a due attori che, caratterialmente, smentiscono la propria appartenenza. Alessandro Siani è del Sud ma è un introverso; Claudio Bisio è del Nord ma è "caloroso", per usare l'aggettivo adoperato da Silvana Silvestri. Il trasferimento nel Salernitano da Usmate (provincia di Monza e della Brianza) di Bisio, neodirettore dell'ufficio postale di Castellabate, non servirà solo a distruggere la retorica soggettiva nei confronti del Mezzogiorno (terra di pistole e colera) ma contribuirà anche a salvargli il matrimonio. Il film, cioè, mostra come le fissazioni e le ossessioni (che diventano stereotipi e luoghi comuni) non riguardano solo i popoli e le regioni ma anche le donne e gli uomini ingabbiati in quella regione dell'anima che è il matrimonio. Il vincolo territoriale e quello coniugale per forza di cose isolano facendo crescere nella mente fobie ossessive e ripetitive.

Si pensi al personaggio della moglie mirabilmente interpretato da Angela Finocchiaro, finalmente affrancata da asfittiche particine e rivelatasi splendida coprotagonista. Costei è iperprotettiva in modo maniacale sia nei confronti dei familiari sia nei riguardi dell'etnia di provenienza (la Lombardia): si pensi, a questo proposito, alla sua appartenenza a ronde leghiste tutte femminili, le Rondinelle, dotate di sfollagente che useranno contro Bisio scambiato per un delinquente. Basterà la discesa al Sud della donna, dopo alcune traversie, a liberarla dalle fisime personali e "razziali". E questo grazie anche alla estroversione del marito che affranca il suo impiegato meridionale (un fine e sensibile Siani) dalla timidezza sentimentale (nei confronti dell'affascinante Valentina Lodovini), liberando se stesso e la consorte da lacci e lacciuoli privati e pubblici (l'appartenza equilibrata a una famiglia e a una nazione). Il tema nascosto, e forse involontario, di "Benvenuti al Sud" è la nevrosi che si accumula, negli anni e nei secoli, a danno della pacifica convivenza degli individui e dei cittadini.

L'argomento esplicito, anche sottolineato con buffe esagerazioni, è il trauma del trasferimento di un impiegato a cui non viene assegnata la sede di Milano, ma una località del Cilento, che per comodità nel film viene inclusa nel Napoletano e non nella provincia di Salerno. Sotto la corteccia bonaria e divertita si affrontano problemi seri come la camorra (Massimo Gaudioso è stato anche sceneggiatore di "Gomorra"), lo smaltimento dei rifiuti, l'assenteismo, le false invalidità, il complesso di Edipo (il mammismo), il razzismo, la diffidenza, la chiusura, il rifiuto: tanto da indurre Domenico Barone a definire il film "commedia sociale". Al di là di alcuni snodi del racconto affrontati di sfuggita e frettolosamente, l'opera si raccomanda per il sottile garbo ironico e per l'equilibrio che permettono di intrecciare diverse problematiche in modo ilare e leggero. A un massimo di allegra evasione corrisponde un massimo di serietà. Cos'altro è, infatti, l'invito a volersi più bene (in famiglia e fuori) se non una seria preoccupazione sul nostro futuro? Il superamento degli schemi è magnificamente prima adombrato e poi risolto nella scelta, incrociata, dei due protagonisti maschili: l'ombroso Siani e il solare Bisio.

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