Uten, Quaranta sulla presbiacusia: "prevenire per evitare altre patologie"

02 02nicolaquarantaNOCI (Bari) - La presbiacusia? Una patologia che colpisce un italiano su cinque ma che, nonostante tutto, si può curare o prevenire. Si tratta dell’informazione che lo scorso sabato 31 gennaio 2015, nel chiostro di San Domenico, il professor Nicola Quaranta - specialista otorinolaringoiatra- ha trasmesso in occasione della seconda ed ultima conferenza medico scientifica organizzata dall’Università della terza età per l’anno accademico 2014-2015.

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Introdotto dal prof. Nicola Simonetti e dal presidente dell’associazione organizzatrice Cesareo Putignano, il relatore della serata ho voluto concentrarsi su tre aspetti fondamentali del sistema uditivo: anatomia dell’apparato, cause di degenerazione, prevenzione. Tre aspetti fondamentali per la conoscenza di quest’organo sensoriale, importante nella vita umana per favorire il contatto con l’esterno. “Il suono” ha spiegato entrando nel merito delle argomentazioni, “non è altro che una vibrazione che attraversa il nostro orecchio fino ad essere riconosciuta dalle cosiddette cellule ciliate”.“Queste cellule” ha commentato, “avendo l’importante compito di tradurre la vibrazione del suono in attività elettrica nelle fibre nervose che poi giungono al cervello, possono andare incontro, nel tempo e con gli anni, alla morte e al depauperamento”. Attività quest’ultima che si verifica statisticamente a partire dal 60° anno d’età in poi provocando la cosiddetta discriminazione vocale.

Ma non è tutto. Secondo gli ultimi studi scientifici apportati in ambito otorinolaringoiatra, la perdita uditiva negli anni non è più stata associata alla sola degenerazione della cellula. A tutto ciò si sarebbe aggiunta un’altra fondamentale correlazione con il sistema nervoso centrale ed i processi cognitivi. Alla presbiacusia sono state difatti correlate anche altre patologie: colesterolo diabete Alzheimer, etc, tutte prevenibili anche grazie alla prevenzione della sordità attraverso l’uso di apparecchi acustici. “L’evoluzione tecnologica” ha infine commentato il dott. Quaranta, “può migliorare di gran lunga la qualità della vita e prevenire eventuali deficit cognitivi”. L’ideale sarebbe infine la giusta informazione, per consentire l’abbattimento di alcune barriere culturali e l’innalzamento della % di italiani che attualmente ricorre all’apparecchio.

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