I suoni della memoria: la voce dei bambini, la musica e la parola degli adulti

01 28iltempocheresta5NOCI (Bari) – Nel giorno più importante di ogni uomo che vive il presente, il 27 gennaio, tutta la cittadinanza è stata chiamata al “dovere di ricordare”: dai più piccoli ai più grandi, per mezzo dell’utilizzo di ogni arte espressiva. La manifestazione "Il tempo che resta", dopo i primi due giorni vissuti all'insegna del teatro, dei libri, delle testimoianze e della sociologia, si è conclusa nella giornata di ieri sera con due spazi dedicati alla parola ricordo: una dedicata ai bambini, una dedicata agli adulti. 

01 28iltempocheresta3Come previsto dal programma della manifestazione, il terzo giorno si è aperto con un laboratorio filosofico per bambini: grazie all'accompagnamento della professoressa Lina Lippolis,  ogni bambino è stato chiamato a raccontare ai propri compagni, la propria infanzia, e quindi i ricordi che ora costituiscono la loro breve, ma intensa memoria. Successivamente sono stati invitati a fare un “salto” nel presente e descrivere la loro quotidianità, ma prima di procedere per un salto nel futuro, sono stati chiamati a riflettere su una questione che ha impegnato numerosi anni di speculazione filosofica: “L’ uomo è il risultato degli avvenimenti del passato o è “semplicemente” quello che si può vedere nel presente?” Alcuni di loro hanno manifestato il loro pensiero molto simile all' espressione usata da Friedrich Nietzsche: “Il futuro influenza, il presente tanto quanto il passato”, altri invece sono stati contrari e hanno affermato che l’uomo è quello che è nel suo presente senza retaggi passati, nè visioni future . Nel momento in cui sono “saltati nel futuro”, la professoressa Lippolis li ha aiutati a capire come ogni cosa si sia evoluta, ricordando l’espressione “πάντα ῥεῖ” (tutto scorre, tutto è in divenire) di Eraclito, filosofo greco, e cercando di capire cosa per loro non si evolve mai. Sono insieme giunti a capire che la memoria è un processo evolutivo come d'altronde, ha fatto notare uno di loro, l’amore di una madre verso un figlio, che può solo aumentare.

01 28iltempocheresta2Durante la serata è stato possibile visionare le opere dell’artista Mariateresa De Palma che ha voluto con la sua mostra “Il faut attendre que le sucre fonde” (La costruzione della memoria) “rendere visibile quello che agli occhi di molti visibile non è”. Ma cosa, agli occhi di molti, visibile non è? La memoria, ed il modo più diretto, ma anche estremamente personale è creare materialmente l’onirico, la rappresentazione di un sogno. “I miei quadri - ha spiegato l’artista- sono stati realizzati tutti con la tecnica del collage che è il correlativo oggettivo della memoria, si può esprimere tramite l’insieme di parole, disegni e colori quello che suscita una sensazione ed un ricordo”. Alla domanda: Quale di questi dipinti rappresenta al meglio il concetto di memoria? Lei ci ha indicato il quadro che vedete in foto, che esplica la sua visione progressista della memoria.

01 28iltempocheresta4Dai bambini agli adulti: la seconda parte conclusiva della triade di appuntamenti nel Chiostro delle Clarisse di Noci è stto ancora una volta presentato dalla stessa dott. Lina Lippolis che ha parlato dell’importanza del “Tempo che resta”, temporalmente differente: se lo si vede come quello che resta alle generazioni future per ricordare, e della possibilità di cambiare quello che avverrà, o se lo si osserva come il tempo che resta per dare uno sguardo riflessivo al passato. Ha concluso il suo discorso ricordando il pensiero di Bergson, ma anche di molti altri grandi filosofi come Hegel e Nietzche, per il quale,il trascorrere del tempo è paragonabile ad un gomitolo nel quale l’inizio e la fine sono strettamente legati anche al filo che si sta, nel mentre, sgomitolando. La parola è poi passata al Sindaco Nisi, che ha esortato tutti i presenti a fare tesoro degli insegnamenti del passato cercando di cambiare concretamente il futuro.

L’evento si è concluso con il reading di Francesco Tinelli, voce profonda ed interpretativa, capace di emozionare e di far riflettere con i testi de “Il tempo che resta”, ed il concerto del gruppo musicale Ventanas 4tet, composto da Nicola Puntillo al clarinetto, Vito Laforgia al contrabbasso, Adolfo La Volpe alla chitarra e Giacomo Mongelli alla batteria. Hanno eseguito le musiche dal sound inconfondibilmente jazz di John Zorn, musicista statunitense e di origine ebraica, rivisitate però con suoni e tradizione del mediterraneo. Il loro è stato un crescendo di suoni, note e volume che hanno suscitato un crescendo di emozioni, sensazioni e ricordi. Allora ai più grandi ed ai più piccoli non resta altro che chiedere, alla luce degli avvenimenti a cui assistiamo costantemente ogni giorno, e di cui il Mediterraneo si fa testimone: “Perché la memoria del male non riesce a cambiare l'umanità? A che serve la memoria?” (Primo Levi). 

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