Giornata Internazionale Contro le Droghe: dove regna il buio, va aumentata la luce

06 26 Coladonato giornata contro drogheNOCI – In occasione della Giornata Internazionale contro le Droghe, vogliamo rendere partecipi i nostri lettori dell’esperienza diretta di Tonio Coladonato che ha voluto, in qualità di giornalista, toccare con mano la realtà vissuta dai ragazzi di una comunità, che con l’aiuto del personale esperto, costituito da volontari e operatori, combattono contro i loro “mostri interiori” per cercare di uscire dal tunnel oscuro in cui sono sprofondati. Valentina Faccio, che da ben 12 anni si occupa di seguire con amore questi ragazzi, prima come volontaria e ora con la qualifica di operatrice, ha fatto da guida a Coladonato in questa realtà tra le cui mura si respira un’aria difficile, fatta di dolore e di sofferenza, ma che in un certo senso, profuma già di rinascita.

06 26 Giorata contro le droghePuntare il dito contro chi sprofonda nelle “sabbie mobili” della droga è fin troppo facile. Lo si fa spesso senza conoscere (e senza neanche preoccuparsi di volerlo fare) quali storie e vicissitudini soggettive abbiano portato ciascuno a inseguire una “falsa luce” che avrebbe però portato all’ingresso in un buio difficile da sconfiggere. Inizialmente, questi giovani sono portati istintivamente a “odiare” gli uomini e le donne in divisa che li prelevano dal loro “mondo a sé”, così come i volontari e gli operatori che li accolgono all’interno delle comunità. Luoghi che, inizialmente, possono apparire come delle oscure prigioni, ma con passare del tempo, gli stessi ragazzi arrivano a percepire come trampolini di lancio verso nuovi voli, in un cielo senza più ombre. In questi luoghi che per tanti hanno rappresentato e stanno continuando a rappresentare la salvezza, il personale si dedica ai ragazzi con quell’amore che significa decentrarsi totalmente, che è mosso da uno spirito di carità completo e genuino.
Il buio non va combattuto, in sua presenza, va solo aumentata la luce e l’amore, di luce ne emana sempre tanta.
Confida Coladonato: “Vorrei ripetere questa esperienza in un teatro avendo di fronte tutti questi “attori” sopra indicati e far capire cosa provo e cosa si può fare per portare su una strada sicura senza ripensamenti”.
Valentina Faccio, conclude invece: “Vorrei dire a tutti i ragazzi/e che si sentono “toccati” da questo grave problema che i nostri difetti e le fragilità non sono delle limitazioni, ma spesso sono proprio quelle ci rendono unici e speciali agli occhi di qualcun altro, quindi di non esitare nel chiedere aiuto e tornare alla vita!”. E vorremmo anche noi augurarci sentitamente che chi si stia accorgendo di non poter più “vagare a tentoni” nel buio, possa operare consapevolmente la scelta di rivolgersi alle comunità di recupero, per uscirne finalmente liberi e pronti a risplendere, ad emanare nuovamente luce, con l’aiuto concreto e con l’amore del personale qualificato.

Educazione

© RIPRODUZIONE RISERVATA