Clan del Pino nelle terre di Libera

06-09ClandelPinoNOCI (Bari) - Anche gli scout nocesi ribadiscono il loro sostegno nei confronti dei principi della legalità e dello sviluppo eco sostenibile. Lo scorso week-end infatti, in occasione della festa della Repubblica, il noto "Clan del Pino" appartenente al gruppo scout Noci1, si è recato insieme ad altri 700 scout provenienti da tutte le provincie pugliesi, sui campi della provincia brindisina partecipando all'evento intitolato "Divenire competenti per meglio servire".

La competenza nel servizio, è questo che fa di un vero scout un cittadino attivo. E i due principi fondamentali sui quali lo scoutismo si è sempre basato sono stati infatti la legalità delle azioni e il rispetto del territorio. Non a caso, la festa del due giugno è stata vissuta proprio all'interno delle terre confiscate alla mafia, oggi sotto la tutela di una delle associazioni nazionali più grandi per la lotta contro la mafia conosciuta sotto il nome di "Libera". Una villa sita nei pressi di Santa Barbara, contrada di un piccolo paesino di provincia chiamato San Pietro Vernotico, ha allora ospitato tutti questi scout dando spazio a momenti di riflessione, tavole rotonde e momenti di svago. Uno svago "sostenibile" a quanto pare, e che ha dato anche i suoi frutti, vista l'esibizione del gruppo pugliese degli Uduchà, famoso per suonare brani solo ed esclusivamente attraverso materiali musicali creati per mezzo di materiale riciclato.

A seguito di tale esperienza i rover e le scolte del gruppo scout Noci1 hanno redatto un documento in cui hanno riversato le proprie riflessioni.

Di seguito il testo degli scouts

"Il percorso che abbiamo scelto di seguire in questa esperienza a fronte dei tre proposti nel corso dell'incontro (cittadinanza attiva, fede, eco-sostenibilità), è stato quello della cittadinanza attiva. Nel corso degli incontri che hanno preceduto il 2 giugno ci siamo chiesti quanto, all'interno del nostro paese, i ragazzi compresi fra i 16 e 25 anni fossero a conoscenza dell'importanza dei diritti. Abbiamo portato avanti un'inchiesta ed il risultato é stato allarmante: la maggior parte non ha saputo rispondere alla domanda "quali credi siano i diritti che non ti sono riconosciuti e quali si? ". Sulla base di questo abbiamo allora deciso di incentrare la nostra impresa per quest'anno e l'incontro del 2 giugno ci è stato molto d'aiuto. Qui abbiamo, insieme a tanti altri, condiviso i nostri messaggi di denuncia e ascoltato le testimonianze di due uomini che da sempre lottano contro la mafia ed esaltano l'importanza della cittadinanza attiva. Ci rimarrà la frase pronunciata dal presidente dell'associazione Libera Puglia Alessandro Leo: " Ció che era cosa loro ora sta diventando cosa nostra, cosa di tutti. " E poi ancora le parole di Don Raffaele Bruno che ci ha spiegato le dinamiche interne alla Sacra Corona Unita, che credeva di fondare addirittura il proprio credo in Dio. La riflessione che nasce spontanea dopo solo pochi giorni dall'attentato di Brindisi é una sola: in qualità di cittadini, per essere capaci di combattere la violenza ed essere attivi in prima persona é necessario prima sapere e conoscere come assumere un atteggiamento legale e solo dopo cercare di fare di questa comunità, una comunità che si oppone all'illegalità.

 

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