La Pascoli in visita alla XXVI fiera del libro di Torino

06-04-viaggio-torino-1NOCI (Bari) - Martedì, 14 maggio 2013, alle ore 24.30, gli alunni della III A e III B dell’istituto d’istruzione secondaria di 1° grado “Cappuccini-Pascoli”, accompagnati dai docenti Pavone Filomena e Morea Donato e dalla collaboratrice Mezzapesa Marta, sono partiti per il viaggio d’istruzione di quattro giorni; itinerario: Bologna, Torino, Parma. La pioggia insistente non ha fiaccato l’entusiasmo dei ragazzi che hanno fatto il pieno di esperienze e si dicono soddisfatti per ciò che hanno visto e per quanto hanno imparato. A Bologna hanno visitato Piazza Maggiore, la chiesa di S. Petronio e la Sala Borsa.

06-04-viaggio-torino-2A Parma hanno potuto ammirare il Duomo e il Battistero. Tutti gli alunni hanno confermato che serberanno un bel ricordo delle visite effettuate a Torino: la Basilica di Superga, piazza Castello, la chiesa di S. Lorenzo, il Duomo, La Mole Antonelliana, Palazzo Reale e la Reggia di Venaria. Per non parlare dell’intensa giornata trascorsa al salone del libro, dove, oltre a curiosare tra gli stand degli editori, hanno preso parte ad alcune attività programmate per la giornata del 17/05/2013.

Nella sala “agorà”hanno assistito alla presentazione del libro “Il fanciullo e la strega-D’Annunzio 150”, una lettura psicanalitica de “La figlia di Iorio”, pubblicato in occasione dei 150 anni dalla nascita del poeta pescarese. Nella Sala Rossa hanno preso parte alla presentazione-spettacolo del libro “Piuttosto che”, le cose da non dire, gli errori da non fare, di Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, ed. Sperling e Kupfer. I ragazzi sono stati invitati a riflettere sull’uso di “piuttosto che” usato al posto di “o”, espressione che merita, proprio come “un attimino” o “quant’altro”, un posto di primo piano tra le frasi fatte e le tossine grammaticali che infettano la nostra lingua.

“In un italiano chiaro e corretto, “ piuttosto che” non può avere che due usi, due funzioni e due significati, uno comparativo, e uno avversativo. In funzione comparativa, “piuttosto che” significa “più che”: Es: conviene prendere l’aereo piuttosto che il treno. In funzione avversativa, equivale ad anziché: Es: piuttosto che perdere tempo mettiti a studiare! “ L’ uso improprio del “piuttosto che”, nato nell’Italia Settentrionale, si è affermato, grazie ai media, diventando una vera e propria moda. Anche quando il linguaggio dovrebbe essere più curato e controllato, molti personaggi pubblici cadono nel trabocchetto di ricorrere a formule lessicali molto comuni, ma palesemente errate.  Gli autori citano personaggi pubblici che sbagliano nell’uso questa locuzione,da Roberto Saviano a Maria Vittoria Brambilla, ai due ministri dell’istruzione Profumo e Gelmini. Ciò che infastidisce i cultori della lingua italiana non è il dubbio o l’errore legittimo di chi non ha una buona istruzione, ma la supponenza di chi trasgredisce consapevolmente le regole, ostentando scarso rispetto nei confronti della nostra tradizione linguistica.

Gli alunni, felicissimi per l’esperienza vissuta, ringraziano il dirigente scolastico, Prof. Giuseppe D’Elia, per aver autorizzato il viaggio d’istruzione, il Prof. Donato Morea, la Prof. ssa Filomena Pavone e la collaboratrice Marta Mezzapesa per la cura con cui hanno preparato gli itinerari e per l’attenzione e la sollecitudine dimostrate nel prevenire  le necessità di tutti i partecipanti.

 

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