L'omaggio dell'UTEN al dialetto, in versi e musica

01-11 poesie e canti in dialetto utenNOCI (Bari) - Il tardo pomeriggio di sabato 11, nella tavernetta dell'UTEN di Noci, soci e curiosi si raccolgono intorno a Pietro Gigante, Mario Gabriele e Antonio Natile (da sinistra, in foto) con i loro versi e a Nicola Notarnicola acccompagnato da Michele Pettinato con canto e musica. Si celebra il dialetto, lo stesso che "deve" all'UTEN l'attenzione e interesse dimostrato con il corso di dialettologia tenuto dal poeta Mario Gabriele tra novembre e dicembre.

"I bambini hanno difficoltà a parlare il dialetto", afferma con rammarico il professore, che spera che la via lattea delle nostre radici linguistiche possa ancora rinnovarsi e non definitivamente spegnersi. Il corso è servito a svelare significati e sfumature del dialetto, nonchè ad allacciare maggiormente i partecipanti alle loro radici, come dichiara Vito Liuzzi Segretario Uten ad inizio serata. Lo stesso Mario Gabriele conferma il fatto che il corso abbia stupito gli allievi, soliti ad usare il dialetto, ma inconsci dei significati intrinseci del loro parlare. Allora la serata dell'11 gennaio celebra il dialetto, recitato, cantato e musicato, con la sua forza espressiva, le immagini di un tempo in esso impresse, la capacità di comunicare con schiettezza e nettezza a chi lo conosce o lo comprende. Non a tutti, purtroppo, come sottolinea Gabriele che ha potuto constatare che i bambini d'oggi non conoscono il dialetto: colpa dei padri, dei nonni, "di una vita al chiuso" che non permette di attingere alla cultura popolare, "il dialetto è anche civiltà", conclude il professore.

Nel viaggio tra la poesia dialettale lo accompagnano Pietro Gigante, Antonio Natile e  Andrea Lippolis:  Gabriele legge dal suo "Aspra Noce" una poesia dedicata alla pietra, simbolo del dolore universale dopo la sua ribellione al cielo, vittima insomma di un peccato originale che accomuna poi tutti gli uomini che la portano nel cuore. Notarnicola ripropone un pezzo degli anni '80 dedicato alla Lucania dopo il disastroso terremoto di quegli anni, testo a quattro mani con Maria Laforgia. Andrea Lippolis elenca tanti simpatici soprannomi di un tempo, ma anche odierni, raccolti da Ciccepavele u capone e l'ilarità prosegue con Gigante che recita poesie in dialetto scritte da una nonna che parla delle sue due nipoti da maritare, dove una delle due, meno perfetta dell'altra, non ha caratteristiche particolarmente adorabili.

01-11 poesie e canti dialettali uten 2Natile, poi, riesuma il cibo povero e "assoluto" di un tempo, le fave, fave sempre e comunque come recitano i suoi versi che riportano indietro nel tempo, a quel poco che rappresentava tanto o meglio tutto. Anche Gigante va indietro nel tempo ricordando la tradizione di offrire le trecce a fine pasto per digerire. Nicola Notarnicola (in foto a sx, Michele Pettinato a dx) prosegue con l'omaggio musicale, che è a sua volta omaggio al compianto Vittorio Tinelli, autore di alcune poesie da lui musicate. La poesia di Gabriele, invece, delinea i contorni dei punti nevralgici della Bella Noci, mentre Gigante decanta "U' mir": il dialetto, però, è capace anche di tradurre opere straniere, come dimostra il professore, non perdendo l'intensità dei versi originali. Gabriele, in conclusione ringrazia l'Uten e soprattutto Memena Plantone, alla quale i tre cantori devono la grossa spinta all'evento dell'11 gennaio. 

Il connubio Uten-dialetto non finisce quì: l'intenzione è quella di istituire un'Accademia del dialetto, che si avvalga di collaborazioni di diversi studiosi, così da stilare un codice comune di scritto e parlato. Il dialetto rimarrà vivo fin quando ci sarà qualcuno a parlarlo, decantarlo, musicarlo e amarlo.

 

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