Cannabis, al MIP si analizzano danni e benefici

05-11mipNOCI (Bari) - E' stato pensato con l'intenzione di lanciare alcuni spunti di riflessione, il primo appuntamento previsto all'interno della rassegna Maggio di informazione psicologica. Cannabis: proibire, liberalizzare o legalizzare? Questo il tema-quesito su cui ci si è soffermati lo scorso venerdì 9 maggio, inaugurando i quattro appuntamenti previsti nel calendario. 

La rassegna, introdotta dalla dottoressa Lorita Tinelli, psicologa e responsabile CeSAP, si propone innanzitutto di promuovere la figura dello psicologo a livello nazionale ma, nello specifico, anche di organizzare momenti di riflessione su questioni utili alla società e al singolo individuo. A proposito del primo appuntamento, in cui al tavolo dei relatori sono stati invitati Claudio Natile, Presidente e Fondatore Associazione Culturale CanaPuglia di Conversano, Iaria Di Palma (Vice Presidente) e il Dr. Luigi Corvaglia, psicologo, psicoterapeuta, SERT Monopoli (tutti in foto in alto), la dott. Tinelli ha specificato più volte di non voler fornire delle risposte certe sul tema ma semplicemente di volerne analizzare gli effetti, proibizionistici e non.

Alle domande "cos'è la cannabis?, Qual'è il modo giusto per avvicinarci a questo argomento?", il Presidente di CanaPuglia C.Natile (associazione nata nel 2011 grazie al Bando Regionale Principi Attivi) ha risposto in maniera chiara ed esauriente, ma soprattutto in maniera obiettiva, analizzando la pianta della canapa per il suo valore storico, naturale: "La canapa" ha spiegato, "è sulla terra da circa 10.000 anni o forse più. CanaPuglia è nata con l'intento di ridare identità ad una pianta che per troppo tempo ha fatto parte dei pregiudizi dell'uomo e lo è tutt'ora. La canapa è utile per molti aspetti, oltre che per i semplici principi ludici: alla produzione di alimenti, materiali per l'edilizia, carta ed oggetti di ogni tipo che fra l'altro avrebbero pochissimo impatto ambientale una volta cestinati". La canapa, ha inoltre continuato a spiegare, potrebbe giovare l'uomo e allo Stato (in questo caso quello Italiano; in altri stati le leggi predispongono diversamente) dal punto di vista economico. "Basterebbe educare i cittadini sin da piccoli, sin dalle scuole. In questo modo otteremmo una rivoluzione". "Il proibizionismo" ha concluso, "non deriva da altro se non dall'influenza delle case farmaceutiche, dal mercato del petrolio e dell'industria in genere che, altrimenti, ci rimetterebbero. E' la conseguenza di uno stato di ignoranza generale".

 E ancora. Alla stessa domanda la Vice presidente dell'associaizone Ilaria di Palma ha altresì risposto, ponendola sul piano terapeutico: "Con i giusti dosaggi la canapa aiuterebbe a superare numerose malattie: neusea da chemioterapia con conseguente stimolazioni da appetito, spasmi da sclerosi multipla, uscita da dipendenza da droghe più pesanti o alcool, etc. Purtroppo oggi in Italia oggi la canapa non è assolutamente prodotta a fini terapeutici se non a Rovigo per portare avanti delle ricerche". 

Ma sulla questione droga-non droga ad intervenire con la sua relazione è stato il Dr. Corvaglia, del Sert di Monopoli. Una sostanza è considerata droga per l'individuo in base a come quest'ultimo si predispone all'assunzione della stessa. Grazie ad una serie di studi medici affrontati nel tempo, il Dr. ha difatti dimostrato come al di sopra della cannabis ci siano addirituttra, in graduatoria rispetto ai danni fisici, sociali e di dipendenza, l' alcool, il tabacco, il metadone, gli ansiolitici e le sostanze che in medicina comunque vengono utilizzati. "In campo medico" ha spiegato, "la cannabis aiuterebbe a ripristinare alcuni valori; se assunta a scopo ludico invece, aiuterebbe solo ad alterarli". Ecco perchè, dunque, in questo caso entrano in gioco due etiche fondamentali con cui ci si pone di fronte alla questione: l'etica del principio (la cannabis fa male dunque è vietata) e la l'etica della responsabilità (non esistono verità assolute, dunque bisogna affrontare la questione accettando le conseguenze). "In Italia" ha concluso, "vige l'etica del principio. La trasgressione è insita semplicemente nell'uomo. Se la questione fosse affrontata come in altri paesi di sicuro le percentuali d'abuso minorile e non diminuirebbero". 

L'esposizione degli argomenti e di ciascuna relazione ha suscitato, lo scorso venerdì all'interno del Chiostro di San Domenico, un dibattito ed una questione non indifferente da parte di giovani ed adulti interessati alla questione. Interessata si è dimostrata anche l'Assessore alle Politiche Sociali Clementina Gentile Fusillo. Il prossimo appuntamento con la rassegna MIP è previsto sabato 17 maggio alle ore 19. Si parlerà di "Sostegno psicologico nelle malattie rare". 

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