Don Peppino Cito elogia i lavori sul campanile: “E’ un miracolo fatto da Dio per mano dell’uomo”

don-peppino-cito-arcipreteNOCI (Bari) - Sono quasi giunti a conclusione i lavori di ristrutturazione e ripristino del campanile della chiesa Maria SS della Natività. Assieme alla cuspide campanaria, completata con il metodo dell'anastilosi, sono in fase di completamento quelli riguardanti la facciata principale e, all'interno, della navata laterale sinistra. Ormai i segni distruttori del fulmine caduto il 25 gennaio 2012 non si vedono più e manca davvero poco perché la chiesa sia consegnata nuovamente alla comunità (in foto don Peppino Cito)

In attesa di conoscere l'esito dei lavori condotti dall'ing. Lucia Di Lauro [RUP] e dall'arch. Emilia Pellegrino [DL], consulenti tecnici nominati per le indagini diagnostiche e la progettazione esecutiva di alcune parti, abbiamo chiesto a chi, in questi due anni, ha assistito a tutte le fasi della ricostruzione non venendo meno alla propria funzione di sacerdote dispensando risposte alla comunità dei fedeli della parrocchia che ha vissuto l'attesa dei lavori.

10-26-campanile-ricostruito«In questo periodo – dice don Peppino Cito – mi ha intrigato di più come questo fenomeno legato alle attese della popolazione sia un fenomeno ambivalente. Da una parte ti accorgi che con campane o senza la vita continua: la nostra vita viene prima delle proiezioni devozionali. Dall'altra parte la vita sociale, culturale e religiosa della popolazione è molto legata ai simboli della identità. Un terzo aspetto sotteso a questo evento è quello della simbologia religiosa. Per molti credenti i campanili non sono da tanto tempo un punto di riferimento e la loro caduta o il loro sparire non incide più di tanto sul proprio percorso di fede» (nella foto di Stefano Verdiani il campanile ricostruito).

Sta dicendo che i nocesi non sono legati al campanile della chiesa madre? «La caduta e la ricostruzione di un campanile può suscitare in qualcuno una qualche sorpresa o interrogativo come, ad esempio: è ancora in piedi la mia fede?»

Lei ha benedetto le campane e la croce posta sulla sommità del campanile. Per l'occasione ha anche scritto una breve preghiera. Qual è stata la sua prima reazione a conclusione dei lavori della cuspide? «Questo è un miracolo fatto da Dio per mano dell'uomo».

Cosa invece pensa di trovare sulla facciata una volta tolta l'impalcatura? «La facciata mi sta ispirando, sotto il punto di vista pastorale, un percorso formativo a partire dai manufatti artistici di cui è ricca. Ripercorrendo il cammino della fede degli antenati tenterò di entrare, attraverso i simboli, nel loro credo e anche nel loro modo di coniugare il credo con la vita e la storia del popolo. Ripercorrendo a ritroso le orme degli antenati voglio dare spessore e vigore alla nostra capacità di annunciare lo stesso credo in un contesto socio-culturale molto cambiato».

I fedeli come hanno reagito allo scoprimento della cuspide campanaria? «La prima reazione è stata di sorpresa per i tempi che apparivano protrarsi troppo a lungo, e alla conclusione dei lavori a molti è sembrato che fosse arrivata fin troppo presto».

Durante i lavori di ristrutturazione ci sono stati dei disagi per le attività religiose? «Durante il periodo dei lavori non vi sono state grosse ripercussioni sulle nostre attività. Per quanto riguarda i matrimoni vi è stato solo un lieve calo dato da alcune coppie che hanno deciso liberamente di cambiare chiesa, d'altronde non ci aspettavamo durante questa estate di avere la facciata della chiesa occultata da una impalcatura. Per il resto devo apprezzare i fedeli per l'ottimo spirito di adattamento. Non dimentichiamo che per un periodo ci siamo spostati nella chiesa di Santa Chiara. I fedeli hanno compreso ed hanno continuato a frequentare la chiesa regolarmente».

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