“Spillover” ospita Lorenzo Marone con il suo romanzo “La donna degli alberi”

01 18 SpilloverLorenzoMarone.jpg2NOCI - Si è tenuto lo scorso 17 gennaio, alle 18:00, il secondo appuntamento virtuale con la rassegna culturale “Spillover”, voluta dalle associazione “Vivere d’arte eventi” e “Pugliè”. Ospite della diretta social è stato questa volta lo scrittore Lorenzo Marone, autore di molti romanzi di successo, alcuni dei quali sono diventati dei film. Assieme all’operatrice culturale Monica Bruno, a Gabriele Zanini e Tommaso Putignano (rispettivamente presidenti delle associazioni “Vivere d’arte eventi” e “Pugliè”, Lorenzo Marone ha parlato del suo ultimo romanzo “La donna degli alberi”. I protagonisti? Una donna alla ricerca di se stessa e soprattutto lei, la “grande madre”, la Natura!

Marone ha all’attivo 01 18 SpilloverLorenzoMaroneanche importanti collaborazioni letterarie, tra cui quelle per “Tuttolibri”, “La Stampa” e “Repubblica”, testata per la quale cura la rubrica domenicale “Granelli”. Frutto della penna di Lorenzo Marone, come dicevamo, sono diversi romanzi di grande successo che si sono meravigliosamente prestati a diventare delle sceneggiature e quindi delle opere cinematografiche. E’ il caso di “La tenerezza”, del regista Gianni Amelio, tratto dal romanzo “La tentazione di essere felici”, già vincitore di un David di Donatello, e di un film girato da Marco De Notaris, che potremo vedere nelle sale non appena l’andamento della pandemia lo consentirà. Partenopeo d’origine e con un amore immenso per la sua città, Marone aveva ambientato a Napoli quasi tutti i suoi romanzi, cercando di raccontare la metropoli sotto diversi aspetti ancora non estrinsecati.
“La donna degli alberi”, invece rappresenta in un certo senso una svolta, in quanto la protagonista si allontana volutamente dalla città per immergersi totalmente e completamente nella natura e ritrovare se stessa. E’ una donna con alle spalle un passato difficile, che non viene rivelato perché non ritenuto dall’autore centrale ai fini della storia. Quello che invece conta è il percorso di rinascita, che avviene attraverso la vera protagonista del romanzo, “Mamma Natura” e con l’ausilio di una “guaritrice” che si prende cura della protagonista con preziosi consigli, utili per consentirle di riappropriarsi del proprio benessere interiore. Curioso notare come uno scrittore nato e vissuto in una città di mare, ami in maniera fervente e incondizionata la natura montana, raccontata attraverso descrizione realistiche e poeticissime.
Ecco che la natura diventa non solo protagonista, ma una vera e propria guida, una cura, quasi un vero e proprio credo religioso. Attenzione però, perché Marone tiene a specificare che: “Quella della protagonista non è una fuga fine a se stessa, improduttiva e sterile. Si tratta, piuttosto, di una riscoperta di se stessi che deve consentire poi di ridonarsi al mondo maturati, cambiati, con un’ottica diversa, e quindi pronti a rendere anche gli altri partecipi di quella pace ritrovata. Se però non ci prende cura di sé, se non si ritrova un proprio equilibrio, non si può donare nulla agli altri!”
Tutta lascia quindi trapelare un percorso volto a ridimensionare la visuale tipica dell’umano, che si sente padrone della natura, quando invece dovrebbe cercare di diventare parte di essa. La natura ci induce alla stessa cosa che in un certo senso sta insegnandoci anche la pandemia: maturare una diversa visuale anche del tempo. Le sue dinamiche, infatti sono del tutto differenti da quelle frenetiche e quasi “bulimiche” che scandiscono invece la vita cittadina. Altri elementi di “rottura” rispetto agli altri romanzi scritti da Marone sono l’assenza di dialoghi e di nomi. La prima motivata dal fatto che è più che altro la natura a parlare, e il romanzo si configura come un “lungo sentire, un lungo fluire di emozioni”. La seconda, invece è voluta per favorire più agevolmente il processo di identificazione da parte del lettore. Ricorrente è il tema dello “straniero” che rappresenta l’ignoto, quel qualcosa di interiore o esteriore, da cui ciascuno di noi si ritrova nell’arco della vita a fuggire. C’è sempre però qualcuno che in questa fuga ci tende la mano e ci aiuta a raggiungere il traguardo. E quanto all’uomo? E’ ancora in tempo per recuperare pienamente il rapporto con una natura a cui purtroppo ha fatto del male negli ultimi anni? Secondo Marone sì, siamo ancora in tempo, ma dobbiamo fare in fretta per poterci assicurare che il patrimonio di bellezza che la natura rappresenta non scompaia poco a poco. Per quanto concerne quel processo di distacco dai personaggi e dalle dinamiche di un romanzo, che per uno scrittore è un momento molto delicato, Marone asserisce che in realtà non ci si distacca mai da un qualcosa che ci appartiene profondamente. Una parola che caratterizzi questo 2021? Semplicemente l’autore si augura che quelle parole nefaste che abbiamo imparato a conoscere e ad usare grazie alla pandemia (lockdown, distanziamento sociale ecc.) vengano presto ricacciate nell’oblio per far spazio a parole dalle connotazioni più positive. Il prossimo appuntamento con “Spillover, il contagio delle parole” è fissato per domenica 24 gennaio, sempre alle ore 18:00 e sempre in diretta sulla pagina social “Vivere d’arte eventi”. L’ospite sarà la scrittrice Chiara Montani con il suo romanzo “Il mistero della pittrice ribelle”

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