“Naviga la parola e consuma amore”: gli appassionati e appassionanti racconti di Giulia Basile

02 27 NavigaLaparolaeConsumaAmoreNOCI - Dopo lo stop forzato che la pandemia ha imposto anche agli eventi culturali organizzati dalla Darf, l’Associazione ha deciso di avvalersi dei moderni mezzi tecnologici per far sentire, seppur a distanza, la propria voce.

Nella diretta trasmessa venerdì sera sulla pagina social della Darf l’ospite è stata la professoressa Giulia Basile, sua storica presidente per diversi anni, nonché al tempo sindaco di Noci e sempre attiva nell’ambito del sociale e della cultura. La sua penna instancabile ha donato tantissimo alla cultura nocese e proprio della sua ultima fatica letteraria dal titolo "Naviga la parola e consuma amore" si è discusso nella diretta, dopo l’introduzione dell’attuale presidente Darf Mariano Casulli. Alla magistrale capacità interpretativa di Vittorio Goffredo è stata affidata la lettura di alcuni brani clou, mentre assieme a Mariarosaria Lippolis, l’autrice ha scavato più in profondità in merito alle tematiche del libro.

Sono 23 i racconti inclusi nel libro, tutti con tematiche forti e attualissime, e tutti traenti spunto dalla realtà che, a volte principali e altre secondari, ci vede comunque quotidianamente protagonisti. Uno dei racconti che sicuramente avranno una maggior presa emotiva sul lettore è “Amico svegliami”, in cui viene narrata la storia del migrante Amir, che insegue e rivendica il suo diritto alla felicità. Amir che non fa che contare i giorni e le ore che lo separano da quel lungo e difficoltoso viaggio che però significa la salvezza. E invece del sogno…l’incubo! L’incubo nero che ti trascina su quei fondali intrisi dello stesso buio. E’ quasi come se il mare diventasse quel velo sotto cui si cerca di seppellire la condizione dei migranti, per non vedere e non sentire le loro urla di dolore. Così come non viene avvertito il dolore di una donna, che a bordo di quell’imbarcazione di “s-fortuna” viene strangolata. Nessuno se ne accorgerà, e lo stesso figlioletto crederà che stia solo dormendo e che sia meglio svegliarla solo alla fine del viaggio. “Il protagonista del mio racconto vede sprofondare i suoi sogni, ma per contro, ci sono tanti altri Amir che invece ce la fanno. E pensando a tutti coloro che non si sono salvati dalla furia del mare, dobbiamo rispettare e aiutare chi invece arriva da noi portando a termine quel viaggio”- ha sottolineato la Basile. Quanti ormai (e sono in tantissimi) conoscono l’autrice, sapranno sicuramente quanto le stiano a cuore la figura, la condizione e il ruolo della donna all’interno della moderna società.
Una donna può essere sempre difesa, anche quando assume dei comportamenti affatto consoni, affatto rispettosi della propria e dell’altrui dignità? Uno dei racconti pone proprio questa “scottante domanda”, vedendo per cooprotagonista un ragazzo che crede di avere il comando su tutto e cade poi vittima dei raggiri di una donna che pare non farsi scrupoli riguardo a nulla. La figura di questa donna si sposa perfettamente con dei cambiamenti sociali e che non sempre si rivelano positivi. La Basile ha così sintetizzato il senso del racconto: “Ho voluto portare alla luce un aspetto importante: il male è sempre male, e come tale sempre deprecabile. Non importa da quale dei due sessi venga posto in atto!” Si parla anche di malattia, attraverso la vera storia di Lonia, l’unica protagonista di cui viene usato il nome reale. Lonia è affetta da sclerosi multipla, sa di dover morire ma vuole mordere la vita al massimo. Non si sente una sconfitta né di certo lo diverrà, perché l’amore per la vita, il lottare senza auto compatirsi e farsi compatire, sono sempre le chiavi di vittoria. E lo sa bene la professoressa Basile, che ha combattuto e vinto una lunga battaglia contro il cancro, affilando gli artigli del coraggio invece di ritrarli. Se ne deduce che il guardare agli ammalati o ai portatori di handicap come “ai diversi”, a “coloro che non possono fare” è quanto di più deleterio si possa fare, perché ne abbatte il morale e ne accelera il decadimento fisico e il crollo emotivo. Trova spazio nel libro anche un dolore personale vissuto dalla Basile: la morte in tenerissima età di una sua vicina di casa.
“La ricordo su quel lettino bianco: bianchi erano i fiori che la circondavano e candido l’abito che le fu fatto indossare, lo stesso della prima comunione. Avvertii su di me il dolore di quella famiglia, in maniera quasi fisica. Avrei voluto essere lei, tanto che pochi giorni dopo mi ammalai anch’io di una forte febbre. Da allora, ogni volta che vivo un dolore, ogni volta che la vita mi infligge una ferita, ne scrivo in questa specie di diario personale e lascio lì il tutto, fino a quando non lo abbia metabolizzato”- ha confessato l’autrice. Come propriamente accade per il bolo alimentare, una volta “digeriti”, certi dolori diventano nutrimento per il resto della nostra esistenza. Il libro è acquistabile sia online, sulle più note piattaforme che in tutte le librerie. A tal proposito, la Basile ha lanciato un appello importante: “Preferirei che acquistassimo i libri direttamente in quelle librerie che stanno facendo davvero grossi sacrifici, piuttosto che sugli store online, che per loro fortuna hanno assorbito meno il colpo derivato dall’attuale crisi economica, causata dalla pandemia”. Un appello a cui sentiamo di doverci completamente aggregare.

 

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