Castromediano e Acquaviva d'Aragona, il '600 pugliese di Pascali

07-12 giuseppe pascali a nociNOCI (Bari) - Giuseppe Pascali, giornalista de "La Gazzetta del Mezzogiorno" e scrittore, torna a Noci dopo due anni dalla sua fatica letteraria "Il maestro della banda", con "Il sigillo del marchese", romanzo storico pubblicato nel 2013 da Lupo Editore e distribuito in tutta Italia. Venerdì sera presso il Chiostro di San Domenico l'autore, invitato dall'ass. Young di Anastasio Mottola, ha presentato la sua ultima fatica letteraria.

La presentazione è stata moderata dalla dott.ssa Vincenza D'Onghia, con interventi dello storico Pasquale Gentile accompagnati dalle letture di Caterina Quarato, con gli intermezzi musicali della violoncellista Rosa Tinelli e dei due oboisti Luigi Suglia e Luciana Visaggio.

Nella Cavallino (LE) del '600, il marchese Castromediano...

Francesco Castromediano, per la precisione, sposa la 18enne Beatrice Acquaviva D'Aragona, facendo diventare il feudo salentino marchesato. Un matrimonio combinato che sfocia in sentimento forte e inscindibile, che mette a dura prova il marchese alla morte di lei alla giovane età di 28 anni; sembrerebbe un romanzo d'amore, ma la commistione con la realtà storica del '600 nel Regno di Napoli, dai contenziosi per i feudi terreni alla peste del 1656 di cui fu vittima un personaggio del romanzo, come ci racconta lo storico Pasquale Gentile, rende il romanzo Storico a tutti gli effetti. 

07-12 giuseppe pascali a noci 2Dopo la presentazione iniziale del giovane presidente dell'associazione organizzatrice, Anastasio Mottola, la moderatrice Vincenza D'Onghia introduce, da lettrice affascinata, il libro: l'ha colpita il rispetto intorno al personaggio di Beatrice e la profonda stima che i personaggi maschili del romanzo nutrono nei suoi confronti, nonostante la 'donna' a quel tempo non godesse di tali privilegi e tutt'ora i fatti di cronaca giornaliera non dipingono un ritratto rassicurante intorno alla sua figura. "Il romanzo è scorrevole, un capitolo tira l'altro" ammette la D'Onghia, che passa il microfono allo storico Pasquale Gentile per un inquadramento storico delle vicende del romanzo. L'ex sindaco nocese pone a confronto il numero di famiglie, dette a quel tempo "fochi" di Cavallino e Terra delle Noci, accomuna le due realtà nella devozione in S.Domenico, ammette la frequenza di contenziosi terreni nel Regno di Napoli del '600 e racconta l'aneddoto della morte del personaggio Pietro Aldomonte (in realtà Pietro Maremonte) nella peste del 1656: "perchè non un saggio storico?" chiede infine all'autore Giuseppe Pascali.

"Ho scelto il romanzo perchè un saggio avrebbe raccolto meno lettori, io invece volevo e voglio divulgare questa bellissima storia, da me scoperta nel 2007 in occasione del restauro della Chiesa dell'ex convento dei domenicani a Cavallino, che contiene le statue di Beatrice e Francesco Castromediano, che si tengono per mano. Guardando dall'alto l'opera, è possibile vedere che i due si scambiano qualcosa, ma non vi svelo il mistero..." Giuseppe Pascali ha ricostruito la storia dei due protagonisti, partendo dal loro amore per poi tessere intorno ad esso trame di fantasia, con personaggi parzialmente inventati, inseriti in un contesto storico altamente verosimile: la D'Aragona fu realmente benefattrice di Caballino (così si chiamava a quel tempo), fece costruire un pozzo di acqua potabile vicino al suo castello, accessibile ai popolani, riuscì a conquistare il loro cuore e quello del marito.

07-12 il-sigillo-del-marcheseLui, Francesco Castromediano con la sua famiglia fu realmente proprietario del feudo di Cavallino, preteso da Pietro Maremonte (nel libro Aldomonte) nel contenzioso che percorre l'intreccio di fantasia del romanzo: la trama apre subito uno squarcio con la morte di Beatrice nelle prime pagine, che gettano nello sconforto il marito. Egli vuole, però, "incastonare" questo amore, Pascali non può ovviamente raccontare come, ma il romanzo parla di questo ricordo donato ai posteri: cala il mistero intorno alla vicenda, un segreto di cui Castromediano si fa portatore e difensore fino alla morte, come Frate Modesto che non lo rivela neanche dietro minaccia. Per scoprirlo l'invito dell'autore è scontato, ma oltre a consigliare di leggere la sua storia, Pascali invita a visitare i luoghi protagonisti della vicenda.

 

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